Da sinistra, Margrit Rupf-Wirz, Daniel-Henry Kahnweiler, Renée Wirz (poi Ziegler) e Hermann Rupf in Mürren nel 1950 ca

Image

Da sinistra, Margrit Rupf-Wirz, Daniel-Henry Kahnweiler, Renée Wirz (poi Ziegler) e Hermann Rupf in Mürren nel 1950 ca

Il tandem Kahnweiler-Rupf: storia di una collezione

Anche attraverso l’inedita corrispondenza, il Kunstmuseum di Berna, sede della straordinaria raccolta, ricostruisce il legame tra il gallerista parigino e il collezionista svizzero

Curata da Susanne Friedli e Konrad Tobler, la mostra allestita dal 22 novembre al 23 marzo 2025 nel Kunstmuseum di Berna «Kahnweiler & Rupf. Un’amicizia tra Parigi e Berna» è focalizzata sullo straordinario, leale rapporto che, nato quando entrambi erano studenti a Francoforte e sviluppatosi anche all’insegna della comune fascinazione per le avanguardie, in particolare il Cubismo, legò il gallerista parigino Daniel-Henry Kahnweiler, di origine ebraica, all’imprenditore e collezionista bernese Hermann Rupf. Dalla loro amicizia, sopravvissuta alla cupa epoca nazista, nacque la collezione Rupf, che oggi consente al Kunstmuseum in cui è ospitata di disporre di opere di Picasso, Gris, Braque, Derain e Klee

Per la prima volta, la mostra esplora quindi non solo gli esiti artistici, ma anche gli aspetti umani del loro rapporto, servendosi di una postazione audio e video per proporre la corrispondenza, finora inedita, intercorsa tra Rupf e Kahnweiler nel difficile periodo compreso tra 1933 e 1945. «Stiamo vivendo tempi cruciali. Il destino della nostra civiltà, del nostro mondo, anzi di tutti noi, è in bilico. Continuo a nutrire completa fiducia», scriveva Kahnweiler a Rupf nel maggio 1940, mentre i nazisti avanzavano verso Parigi. Rifugiatosi con la moglie nel Sud della Francia, che definì «il paradiso all’ombra dei crematori», il gallerista scrisse poi all’amico altre 40 lunghe lettere, pubblicate per la prima volta nel contesto della mostra. Dal suo rifugio, Kahnweiler si dedicò in modo particolare allo studio dell’opera di Juan Gris, cui dedicò una fondamentale monografia. Rupf fu peraltro il primo cliente di Kahnweiler all’apertura nel 1907 della sua galleria parigina, e nel 1914 lo ospitò a Berna allo scoppio della Prima guerra mondiale in quanto, essendo cittadino tedesco, il gallerista non poteva rimanere a Parigi. 

All’epoca, il collezionista bernese aveva già acquistato un fondamentale nucleo di 30 dipinti, in cui accanto ai fauves comparivano opere oggi considerate icone del Cubismo come la picassiana «Testa di ragazza» del 1929 e la «Casa all’Estaque» (1908) di Braque. Negli anni Venti, sempre tramite Kahnweiler, Rupf ottenne opere di Fernand Léger e un significativo gruppo di dipinti di Gris, tra cui il «Ritratto della moglie dell’artista, Josette Gris» del 1916. Un nucleo che oggi rappresenta uno dei cardini della collezione insieme alle opere di Paul Klee, tra cui spicca il celebre acquarello «Niesen» del 1915. Grazie a Rupf, Kahnweiler conobbe Klee durante il suo soggiorno a Berna, diventandone nel 1934 l’unico agente. La messa al bando dell’arte moderna e la sua persecuzione da parte nazista si riverberarono anche sul mercato dell’arte svizzero, come dimostra la tristemente famosa asta del 1939 a Lucerna dedicata all’Arte degenerata, costituita da opere provenienti dalle collezioni museali tedesche, i cui proventi andarono al regime. Fu nella vendita post asta che, nonostante i dubbi, Rupf acquistò il dipinto di August Macke «Gartenrestaurant» (1912), oggi tra i gioielli della collezione.

«Tête de jeune fille» (1929) di Pablo Picasso, Hermann und Margrit Rupf-Stiftung, Berna, Kunstmuseum. © Sucession Picasso / 2023, ProLitteris, Zurigo

«Maisons à l’Estaque» (1908) di Georges Braque, Hermann und Margrit Rupf-Stiftung, Berna, Kunstmuseum. © Sucession Picasso / 2023, ProLitteris, Zurigo

Elena Franzoia, 20 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

Il tandem Kahnweiler-Rupf: storia di una collezione | Elena Franzoia

Il tandem Kahnweiler-Rupf: storia di una collezione | Elena Franzoia