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Antonio Pastorini e Eugenio Salvarani, «Stabilimento Max Mara, Reggio Emilia», 1961

Photo: Stanislao Farri, Fbp

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Antonio Pastorini e Eugenio Salvarani, «Stabilimento Max Mara, Reggio Emilia», 1961

Photo: Stanislao Farri, Fbp

Il valore degli archivi degli architetti del ’900 a Reggio Emilia

A Palazzo Mosto progetti, disegni, appunti, corrispondenze e fotografie illustrano la nascita della città contemporanea

Stefano Luppi

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Giordano Gasparini, curatore con Andrea Zamboni della mostra «La costruzione della città moderna: gli archivi degli architetti del ’900 a Reggio Emilia», promossa dalla Fondazione Palazzo Magnani in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e la Biblioteca Panizzi e visitabile a Palazzo da Mosto dal 22 novembre all’8 febbraio 2026, introduce così la rassegna: «La storia, le storie legate alle nostre città rappresentano le vicende di uomini, di idee, di aspirazioni che nel tempo hanno costruito i luoghi dove oggi viviamo, compenetrando l’architettura, il progetto con la vita degli individui, con le vicende storiche che si sono susseguite. In particolare, il ’900, anche per Reggio Emilia, è il secolo che ha visto nascere la città moderna, insieme all’alternarsi di fasi difficili politicamente ed economicamente ad altre di benessere e di affermazione dei principi democratici e di libertà. La mostra si avvale di una prima ricognizione realizzata dalla Biblioteca Panizzi relativamente agli archivi di Guido Tirelli, Pietro Cavicchioni, Prospero Sorgato, Carlo Lucci, Osvaldo Piacentini e della Cooperativa Architetti e Ingegneri e Antonio Pastorini, a cui sono aggiunti, grazie alla disponibilità degli eredi, gli archivi di Eugenio Salvarani ed Enea Manfredini».

Il percorso cronologico, che spazia dal primo decennio del ’900 agli anni Settanta, presenta progetti e disegni tecnici, appunti, corrispondenze, fotografie, materiali legati al processo creativo e al contesto: è caratterizzato, dopo una linea del tempo e un tavolo interattivo con schede di approfondimento, da spazi dedicati all’importanza degli archivi degli architetti, alle opere pubbliche, alla presenza di alcuni progetti cui presero parte artisti visivi come Graziano Pompili, presente con la serie «Poeticamente abita l’uomo», e Angelo Davoli, il cui lavoro progettuale è rappresentato dalla tela su laser «Greetings from». «La conoscenza e l’analisi di questo importante nucleo di Archivi di architettura, dice ancora il curatore, coinvolge autori che hanno operato nelle diverse fasi del Novecento e ci permette di leggere con continuità, senza interruzioni e con poche lacune, l’evolversi dei progetti relativi a Reggio Emilia e alla nascita della città contemporanea. Dal tardo Liberty di Guido Tirelli al passaggio dall’Eclettismo al Razionalismo di epoca fascista di Prospero Sorgato e Pietro Cavicchioni, al Razionalismo maturo e monumentale di Enea Manfredini, fino all’esperienze del dopoguerra di Carlo Lucci, della Cooperativa architetti e Ingegneri e dei suoi protagonisti, quali Osvaldo Piacentini, Antonio Pastorini e Eugenio Salvarani, portando con sé pure i sentiti dibattiti e confronti che hanno accompagnato la storia dell’architettura internazionale nel Novecento».

Cooperativa Architetti e Ingegneri Reggio Emilia, «Grattacielo di Reggio Emilia», 1953. Photo: Renzo Vaiani. © Biblioteca Panizzi-Reggio Emilia

Guido Tirelli, prospetto dell’Albergo Posta, 1926

Stefano Luppi, 21 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

Il valore degli archivi degli architetti del ’900 a Reggio Emilia | Stefano Luppi

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