
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
RA Fotografia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a Milano
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Arte
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vernissage
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale dell'Economia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Il Giornale delle Mostre
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
RA Fotografia
IL NUMERO DI APRILE 2025 in edicola
In allegato:
Vedere a MilanoVerifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Centosettanta opere dell’artista simbolo della Parigi bohémien, Henri de Toulouse-Lautrec, sono esposte a Palazzo Chiablese sino al 5 marzo
- Jenny Dogliani
- 10 novembre 2016
- 00’minuti di lettura



Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliCurata da Stefano Zuffi, la mostra comprende litografie a colori, manifesti pubblicitari, disegni, grafiche e illustrazioni per giornali interamente provenienti dalle collezioni dell’Herakleidon Museum di Atene. Aristocratico ribelle affetto da una malattia genetica alle ossa che non lo fece crescere oltre il metro e mezzo, Toulouse Lautrec fu un assiduo frequentatore della vita notturna parigina di fine secolo, tema principale della sua arte. Con stile innovativo e tratto immediato raffigurò soggetti scandalosi e istanti di quotidianità, bevitori di assenzio, ballerine del Moulin Rouge, scene circensi, stelle effimere del cabaret, dive dell’Opéra.
Suddiviso in dieci sezioni tematiche, il percorso si apre con quattro sale dedicate a pubblicità per locali notturni che hanno tra i protagonisti Aristide Bruant, Yvette Guilbert e Jane Avril. A seguire la sezione dedicata ai cavalli. «Henri amava gli animali meno delle donne ma più degli uomini. Andava pazzo per i cavalli e non si era mai consolato di non poterli montare», scriveva l’amico editore Thadée Natanson. E poi i disegni a matita e a penna, i mezzi con cui la sua mente evadeva da un corpo costretto a lunghe convalescenze.
Due le sezioni dedicate alla produzione editoriale in cui figurano, tra l’altro, le vignette per i periodici illustrati «Le Rire» ed «Escarmouche». Infine le collaborazioni con gli amici intellettuali, poeti, editori e mecenati, documentate per esempio dal manifesto del 1895 per «La Revue Blanche», nato nell’abitazione del direttore dell’omonima rivista, vero salotto dell’alta società di quegli anni; e poi l’amore, quello impossibile provato per una dama misteriosa incontrata in un viaggio in nave «La passeggera della cabina 54» del 1896, le raffigurazioni di donne sole e silenziose sospese tra cronaca e caricatura, solitudine, passioni represse, sensualità forzata. L’altra faccia, insomma, della Belle Époque.