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Il Mudec scandaglia attraverso 100 opere il concetto di primitivismo dell'artista svizzero
- Ada Masoero
- 30 ottobre 2018
- 00’minuti di lettura


Paul Klee «Senza titolo» (particolare). Foto: Archivio Zentrum Paul Klee
Klee va in crisi, la satira lo guarisce
Il Mudec scandaglia attraverso 100 opere il concetto di primitivismo dell'artista svizzero
- Ada Masoero
- 30 ottobre 2018
- 00’minuti di lettura
«Paul Klee. Alle origini dell’arte» è il titolo della mostra, curata da Michele Dantini e Raffaella Resch, presentata dal 31 ottobre al 3 marzo al Mudec-Museo delle Culture. La rassegna, promossa dal Comune di Milano con 24 Ore Cultura, scandaglia attraverso 100 opere il concetto di «primitivismo» nella personale declinazione dell’artista svizzero (1879-1940), profondo conoscitore della cultura visiva occidentale. Klee non identificava tale categoria tanto nelle arti africane o polinesiane (come i cubisti o gli espressionisti tedeschi), quanto nei linguaggi di stagioni «anticlassiche» della nostra cultura.
Tanto che l’innesco scaturì dall’incontro con l’arte paleocristiana, nel suo primo viaggio in Italia (1901-02). Come spiega Dantini, «l’artista dà prova di un interesse durevole per certe epoche preclassiche dell’arte occidentale (come l’Egitto faraonico) o per epoche al tempo considerate «barbariche» o di decadenza, come l’arte tardo-antica, l’arte paleocristiana e copta, l’Alto Medioevo».
In Italia Klee si sentì un tardo epigono di una tradizione alta e perduta e, sconfortato, elaborò quel «lutto» con la caricatura, la deformazione beffarda (per lui, la «satira in grande stile»). A essa è intitolata una sezione della mostra, cui seguono quelle in cui si propone come «illustratore cosmico», per immergersi poi in un primitivismo epigrafico abitato da rune e geroglifici, esplorare l’espressività infantile (con le marionette realizzate per il figlio), e chiudersi con le sue famose opere astratte. Insieme sono esposte alcune fonti, dalle illustrazioni tedesche tardo-medievali alle miniature celtiche e mozarabiche.

Paul Klee «Senza titolo» (particolare). Foto: Archivio Zentrum Paul Klee