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Julian Schnabel ritratto mentre realizza alcune delle opere in mostra

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Julian Schnabel ritratto mentre realizza alcune delle opere in mostra

L’Italia nel cuore di Schnabel

L’artista newyorkese dedica una mostra (da Robilant+Voena) al Belpaese con opere che vanno da quelle celebri con i piatti spezzati al recente ciclo sui pini marittimi

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Tutto inizia quasi mezzo secolo fa quando, nel 1977, uno sconosciuto artista americano, Julian Schnabel, 26 anni, viene ospitato a Milano in un seminterrato non lontano da piazza XXIV Maggio, a Porta Ticinese, da Ruggiero Jannuzzelli, giornalista e scrittore diventato un (grande) «Imprenditore per forza», come recita il titolo di un suo libro del 2016. È in quel periodo che Schnabel inizia a intrecciare con l’Italia, con i suoi paesaggi, con la sua grande arte (visiva, cinematografica, operistica e musicale) un rapporto stretto, di autentico amore, coltivato in tanti viaggi e soggiorni e testimoniato da tanti suoi lavori.

La fascinazione esercitata dal nostro Paese sull’artista (Brooklyn, 1951), diventato nel frattempo una star planetaria, è al centro della personale «Julian Schnabel and Italy», presentata dal 2 maggio al 17 giugno a Milano da Robilant+Voena. Cuore della mostra è il ciclo di opere «Pini», da lui realizzato nel 2022 su una terrazza affacciata sul mare di Portofino, dipingendo i pini marittimi, alberi totemici di quella costa, su antiche carte nautiche del Tigullio. Per tracciarli, con un segno vigoroso ed espressivo, sulle carte posate a terra, Schnabel si serve di pennelli applicati sulla punta di lunghi bastoni, e rende così omaggio anche a Henri Matisse che, ormai anziano, dipingeva così.

Con questi lavori, presentati nel 2022 al Castello Brown di Portofino, sono esposti l’impressionante dipinto (con i piatti spezzati) «Number 3 (Self-Portrait of Caravaggio as Goliath, Michelangelo Merisi)», 2020; «Every Angel Has His Scary Side», 2008, con le scogliere magnifiche e spaventose di Capri; un sorridente omaggio alla Barilla («Untitled-Barilla. Di che pasta sei fatto?», 2009) e altri ancora. Ma la mostra è un messaggio d’amore per quel lembo d’Italia anche perché si propone di raccogliere i fondi per realizzare una scultura che, a Punta Carega, testimoni la forza della natura di fronte allo scoglio alla cui sommità sorgeva un (temerario) pino marittimo, strappato di recente dalla violenza di una mareggiata.

Julian Schnabel ritratto mentre realizza alcune delle opere in mostra

Ada Masoero, 02 maggio 2023 | © Riproduzione riservata

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