Fondazione Aria dallo scorso ottobre ha una nuova presidente: Roberta Vinciguerra. Imprenditrice con esperienza internazionale e competenze nella valorizzazione e gestione dei progetti, sta consolidando nuovi programmi per la Fondazione che ha già all’attivo mostre importanti, attività di formazione nell’arte e nel collezionismo, progetti di didattica e divulgazione della cultura contemporanea, i medesimi contenuti che caratterizzano anche l’XI rassegna internazionale «Stills of Peace and Everyday Life», Paese ospite il Messico. Sotto la direzione artistica di Giovanna Dello Iacono, sei curatori e venti artisti sono invitati a confrontarsi sul tema della «Global Humanity», intesa come sentimento, mutuo soccorso, comprensione, empatia e amore per il prossimo.
La rassegna indaga il concetto e la percezione del senso di umanità nel tempo e nelle diverse geografie e come la realtà virtuale stia offuscando l’idea di umanità. Come possiamo fermare e invertire questo processo? «Insegnando alle nuove generazioni a superare quei comportamenti che ci riducono simili a robot. Global Humanity è un sentimento che seppur innato in ogni essere vivente bisogna coltivare con cura per cercare di rispondere a due domande fondamentali sulle sorti dell’Umanità, citando il sociologo e filosofo Edgar Morin: quale pianeta lasceremo ai nostri figli? A quali figli lasceremo il nostro pianeta?», afferma Giovanna Dello Iacono.
Quattro le mostre ospitate ad Atri e Pescara, due negli spettacolari spazi delle Cisterne di Palazzo Acquaviva. La prima, «Rumbos de vida» (con opere di Francis Alÿs, Sara Leghissa, Mónica Mayer, Francisco Mata Rosas, Rosa María Robles, Teatro Ojo, Francisco Toledo), curata da Giulia Palladini e Rodolfo Suárez Molnar, guarda al Messico come territorio anziché come Nazione, una mappa ideale dove gli artisti sono invitati a recuperare l’impulso e la direzione in cui si muove la vita vera del Paese, troppo spesso noto alla cronaca per episodi di violenza e morte. La seconda, «Attraverso cosa / Verso dove», a cura di Antonio Zimarino, vede protagonisti Bruno Ceccobelli, Luciano Sozio e Simone Camerlengo, artisti che dissentono dalle logiche del sistema di promozione e gestione dell’arte e puntano su un coerente approccio culturale con le proprie scelte estetiche, lontane da mode e convenzionalismi retorici. Nel Museo Archeologico, sempre ad Atri, si ammira la personale di Vito Bucciarelli, curata da Mariano Cipollini e intitolata «Sovralunare o Celeste», con una selezione dei lavori più iconici. Particolarmente noto per lo «Psiconauta», l’artista porta in mostra opere in elogio al tema della visionarietà e della follia creativa fondata sull’ignoto e i suoi misteri. A Pescara è di scena la fotografia con la mostra «Flânerie» di Jill Hartley, a cura di Paolo Dell’Elce, nella galleria s.l.m.00 zero zero sul livello del mare, con scatti inerenti i luoghi attraversati dalla fotografa americana (naturalizzata messicana), che nella sua attività di flâneur contemporanea ha catturato immagini dalle significative valenze antropologiche. Ancora a Pescara, allo Spazio Matta, due performance di Sara Leghissa con la scrittrice Valeria Luiselli e Teatro Ojo. Nel cortile di Palazzo Acquaviva di Atri, poi, sei appuntamenti per «CineMéxico» a cura di Pino Bruni, con una selezione di registi messicani e proiezioni in lingua originale con sottotitoli in italiano. In programma anche ulteriori eventi e iniziative tra Atri, Pescara e altre province, al momento in fase di definizione.
Tra le altre proposte culturali della Fondazione Aria, la terza edizione di «SYC, Start Your Collection» a cura di Giovanna Dello Iacono e Nicola Maggi, inaugurata lo scorso marzo. Tre giorni dedicati alla formazione con numerose occasioni di confronto e riflessione aperte al pubblico, sul collezionismo corporate con specialisti del settore e collezionisti. Fra gli ospiti intervenuti a Pescara Caterina Gori, che ha raccontato l’esperienza della Collezione Gori | Fattoria di Celle (Santomato | Pistoia), iniziata negli anni Ottanta dal nonno Giuliano, grande mecenate; ha ripercorso la storia della collezione di arte ambientale tra le più importanti al mondo, composta da oltre ottanta opere di artisti internazionali fra cui Fausto Melotti, Dennis Oppenheim, Richard Serra, Luciano Fabro, Mimmo Paladino, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto.