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Luana De Micco
Leggi i suoi articoliDa un lato c’è Édouard Manet (1832-83), maggiore interprete della transizione tra Realismo e Impressionismo, che per primo dipinse scorci di vita vera invece dei grandi eventi storici, e privilegiò gli emarginati agli eroi. Fu anche l’autore, nel 1863, di due nudi scandalosi e rivoluzionari per l’epoca: «Le déjeuner sur l’herbe» e «Olympia». Dall’altro lato, c’è Edgar Degas (1834-1917), maestro di un Impressionismo meno intransigente rispetto a quello di Monet, che nutrì una sincera devozione per l’opera di Manet e si lasciò sedurre dal balletto e dal pastello inventando inquadrature audaci, ispirate alla fotografia.
Dal 23 marzo al 23 luglio l’opera dei due maestri viene messa a confronto nel Musée d’Orsay in una delle mostre più attese della stagione, «Manet/Degas», nata da un’inedita collaborazione tra il museo parigino e il Metropolitan Museum of Art di New York (dove sarà allestita da settembre a gennaio 2024). La mostra è curata da Isolde Pludermacher, conservatrice al d’Orsay, e Stephan Wolohojian, curatore al Met, e si è avvalsa della curatela generale di Laurence des Cars, la presidente-direttrice del Louvre.
Dal Metropolitan arriva una ricca selezione di tele, tra cui, di Degas, «Giovane donna con ibis» (1857-58) e «L’Amateur» (1866) e, di Manet, «Il chitarrista spagnolo» (1860) e «Donna con pappagallo» (1866). Il d’Orsay allestisce nel percorso alcune tele emblematiche come «Il balcone» (1868-69) di Manet e «L’assenzio» (1875-76) di Degas. I due musei «posano uno sguardo nuovo sull’effimera complicità e la durevole rivalità tra i due giganti», si legge in una nota. Partono alla ricerca di analogie e divergenze.
Manet e Degas nacquero entrambi a Parigi da famiglie borghesi benestanti, ma nessuno dei due frequentò l’École des beaux-arts, segno di una precoce ricerca di indipendenza. «Un alone di mistero circonda le relazioni tra Manet e Degas, prosegue la nosta del museo. Leggenda o realtà, i due si sarebbero incontrati al Louvre intorno al 1860 davanti a un dipinto di Velázquez di cui Degas stava realizzando una copia a incisione. Entrambi erano soliti frequentare le sale del museo sin dalla più giovane età. Nei loro anni di formazione, copiarono le opere dei maestri antichi conservate al Louvre. L’estrazione sociale delle rispettive famiglie permise loro di viaggiare e di soggiornare più volte in Italia, dove scoprirono gli affreschi che ornavano i monumenti. Tra i pittori contemporanei, ammirarono Ingres e Delacroix».
I due artisti si ispirarono a temi comuni (le corse ippiche, le prostitute, la vita dei caffè parigini) e frequentarono la cerchia di artisti che ruotava intorno a Berthe Morisot. «Ma certo che ci furono scontri e dispute. Manet non seguì Degas nell’avventura impressionista. Lo stesso Degas si guardò bene dal dipingere come Manet. Non ignorando l’emergenza di un certo paesaggismo di plein air, Manet e Degas lo fecero proprio molto presto, con audacia, e lo adattarono alle necessità delle rispettive carriere», concludono i curatori.

«Jeune dame» (1866) di Édouard Manet. New York, The Metropolitan Museum of Art. © The Metropolitan Museum of Art

«Jeune femme à l’Ibis» (1857-58) di Edgar Degas. New York, The Metropolitan Museum of Art. © The Metropolitan Museum of Art