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Dettaglio dell’installazione «Matter Waves Unseen» di Giuliana Cunéaz

Courtesy of Museo nazionale dell'Arte Digitale di Milano

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Dettaglio dell’installazione «Matter Waves Unseen» di Giuliana Cunéaz

Courtesy of Museo nazionale dell'Arte Digitale di Milano

La meraviglia dell’invisibile

Al MANLo di Vigevano la Wunderkammer Digitale di Giuliana Cunéaz

Sino al 15 dicembre, il Museo Archeologico Nazionale della Lomellina (MANLo) ospita «Wunderkammer Digitale», un progetto espositivo firmato da Giuliana Cunéaz, pioniera italiana della new media art. L’installazione, a cura di Piero Mezzabotta, trasforma il dialogo tra arte, scienza e storia in un’esperienza immersiva che intreccia reale e virtuale all’interno della suggestiva cornice del Castello Sforzesco di Vigevano.

Al centro della mostra si trova l’opera «Matter Waves Unseen», recentemente entrata nella collezione permanente del Museo nazionale dell’Arte Digitale di Milano, e già premiata con il Primo Premio del Pubblico all’Opline Prize International. In quest’opera, Cunéaz reinterpreta il concetto seicentesco di wunderkammer, la «camera delle meraviglie», attraverso una lente contemporanea, animata da tecnologie avanzate e una sensibilità quasi alchemica verso la materia.

La sua camera delle meraviglie si presenta come uno stipo da collezionista, in cui 14 cassetti custodiscono circa cinquanta sculture in argilla madreperlata. Oggetti microscopici, ibridi, quasi fossero fossili di un’altra dimensione. Un monitor al plasma, incastonato tra i cassetti, mostra animazioni 3D che rivelano onde di terra in movimento, capaci di far emergere e inghiottire reperti immaginari, come se la materia stessa si facesse memoria e futuro.

 

L’artista Giuliana Cunéaz vicino alla sua installazione. Courtesy of Museo nazionale dell'Arte Digitale di Milano

Le forme evocate nel video, ispirate al «nanomondo» scientifico, trovano una corrispondenza fisica nei reperti creati a mano dall’artista. Tra essi, sorprende la presenza di un nido di vespa vasaia, reale ma trasfigurato dall’intervento pittorico, simbolo di un’ambiguità costante tra ciò che è biologico e ciò che è generato digitalmente. Non è un caso che questo progetto sia ospitato all’interno del MANLo, istituzione che conserva importanti testimonianze archeologiche, in particolare la preziosa Collezione Strada con oggetti in vetro, ceramica e metallo di epoca romana. «Matter Waves Unseen» si pone allora come ponte ideale tra le forme del passato e le possibilità espressive del presente, esplorando un’archeologia del futuro dove ogni oggetto virtuale può diventare fossile, e ogni fossile diventare simulazione.

Scrive il curatore Mezzabotta: «La necessità di creare sinergie tra diversi elementi ha spinto l’artista a elaborare un linguaggio complesso, aggiungendo alla manualità la logica dell’algoritmo». È proprio in questa osmosi che Cunéaz trova il suo tratto distintivo: non mera estetica digitale, ma una pratica che ricostruisce il visibile partendo dall’invisibile, dalla microfisica della realtà fino alla sua trasposizione immaginifica. Il progetto nasce nell’ambito dell’accordo tra la Direzione Regionale Musei Nazionali della Lombardia e il Museo nazionale dell’Arte Digitale, in un’ottica di valorizzazione incrociata dei patrimoni artistici e digitali. Dopo le collaborazioni con artisti come Refik Anadol e i Masbedo, l’istituzione digitale torna a proporre un dialogo fertile tra innovazione tecnologica e cultura storica, contribuendo a ridefinire il ruolo del museo contemporaneo. Giuliana Cunéaz, artista valdostana di lunga esperienza, è attiva da anni nel campo della computer grafica e della videoarte. La sua ricerca, che fonde scultura, animazione, pittura e installazione, si muove da sempre al confine tra arte e scienza, rendendola una delle figure più significative del panorama italiano della new media art.

 

Monica Trigona, 02 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

La meraviglia dell’invisibile | Monica Trigona

La meraviglia dell’invisibile | Monica Trigona