Jenny Saville, «Gaze», 2021-24 (particolare)

© Jenny Saville/Bildrecht, Vienna 2025. Foto: Prudence Cuming Associates Ltd. Cortesia di Gagosian

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Jenny Saville, «Gaze», 2021-24 (particolare)

© Jenny Saville/Bildrecht, Vienna 2025. Foto: Prudence Cuming Associates Ltd. Cortesia di Gagosian

La prima volta di Jenny Saville in Austria

Una delle più apprezzate rappresentanti degli Young British Artists è protagonista della mostra all’Albertina con ritratti e autoritratti frutto di stratificazioni, a metà tra astrazione e figurazione

Jenny Saville è stata una delle più apprezzate rappresentanti degli Young British Artists. Quando aveva 27 anni, nel 1997 fu l’unica artista figurativa a partecipare alla mostra «Sensation» alla Royal Academy of Arts di Londra. Da allora la sua fama non ha avuto cedimenti e oggi, a 54 anni, resta una delle più interessanti artiste britanniche. 

Sospesa tra astrazione e un figurativismo con accento sulla carnosa fisicità del corpo umano, la sua produzione è rivolta spesso al mondo della mitologia, a quello dell’iconografia religiosa cristiana e ai grandi maestri antichi, che lei individua fra l’altro in Leonardo, Raffaello o RembrandtIl suo uso delle ombre mi ha influenzata molto») ma anche in Picasso, Egon Schiele, Francis Bacon e Lucian Freud, con un dialogo tutto personale tra epoche, forme e stili, che tuttavia rifugge da concezioni teoriche: «Vorrei che i miei quadri fossero pieni di natura ed esplicitassero emozioni umane universali. Quando guardo l’incompiuta dei “Prigioni” di Michelangelo, in cui è ancora del tutto evidente il blocco di marmo da cui emergono i corpi, mi colpisce la contemporanea visualizzazione di natura e cultura. Ed è proprio questo che rende quelle sculture così moderne e universali», spiega Saville in dialogo con Angela Stief, direttrice dell’Albertina Modern, nonché iniziatrice e curatrice della mostra, che si avvale del sostegno di Gagosian, rappresentante dell’artista dal 1997. 

La specificità di Saville si declina in particolare in ritratti e autoritratti, frutto di stratificazioni di dense e accese pennellate a olio o di colori acrilici, ma anche di carboncino e gessetto: «Quando ero più giovane mi sono confrontata molto con la pittura di Egon Schiele e Francis Bacon, la qual cosa mi ha necessariamente portata agli autoritratti», continua l’artista. Nei suoi gruppi è invece la composizione a svolgere un ruolo centrale, con complessi intrecci di membra frammentate, che pur esprimendo un orientamento alla rappresentazione scultorea impediscono una lettura naturalistica dell’opera, e si muovono verso una decisa astrazione. Dal 21 marzo al 29 giugno, col titolo «Gaze» (Sguardo) l’Albertina dedica a Jenny Saville per la prima volta in Austria una personale che ripercorre in particolare gli ultimi due decenni con alcune opere recenti, mai esposte finora. Nella sede centrale dell’Albertina, e non all’Albertina Modern, come ci si aspetterebbe, il luogo scelto per l’esposizione è la Sala delle Colonne, che consta in realtà di numerosi spazi in posizione ideale nel percorso di visita fra le varie mostre del museo. 

Jenny Saville, «Byzantium», 2018, The George Economou Collection. © Js Bildrecht. Foto: Mike Bruce. Cortesia di Gagosian

Flavia Foradini, 12 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

La prima volta di Jenny Saville in Austria | Flavia Foradini

La prima volta di Jenny Saville in Austria | Flavia Foradini