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un vaso a forma di torre della Manifattura di Sèvres (1762 ca) e «Il castello della bella addormentata nel bosco, Disneyland Paris» (1988) di Frank Armitage © dell’Huntington Art Museum e Walt Disney Imagineering Collection

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un vaso a forma di torre della Manifattura di Sèvres (1762 ca) e «Il castello della bella addormentata nel bosco, Disneyland Paris» (1988) di Frank Armitage © dell’Huntington Art Museum e Walt Disney Imagineering Collection

L’ancien Régime di Monsieur Disnéy

La Francia rococò (ma anche un Medioevo fantasiosamente rivisitato) ispira e arreda l’immaginario disneyano, ora a confronto con le arti decorative del Met

Elena Franzoia

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Per la prima volta il Metropolitan Museum di New York rende omaggio a Walt Disney. Realizzata in collaborazione con la Wallace Collection di Londra, la mostra «Ispirare Walt Disney: l’animazione delle arti decorative francesi» dal 10 dicembre 2021 al 6 marzo 2022 propone un inedito confronto tra circa 60 oggetti afferenti alle arti decorative europee e 150 disegni tratti dai celebri film di animazione Disney, in cui si riverbera tutta l’ammirazione del grande disegnatore soprattutto per la leggiadra fantasia della Francia settecentesca.

Cura la mostra Wolf Burchard, che afferma: «Le fiabe europee sono diventate una lente attraverso la quale oggi molti vedono l’arte e la cultura occidentali. Grazie a uno sguardo inedito cerchiamo di stimolare un dialogo tra i disegni e le illustrazioni di alcuni dei più talentuosi artisti degli studi Disney e una ricca e raffinata selezione di mobili e oggetti del XVIII secolo, che ben rappresentano umorismo, spirito e ingegnosità delle arti decorative rococò».

La mostra si compone di numerose sezioni. Quella introduttiva sottolinea il rapporto che legava Walt Disney (1901-66) alla cultura figurativa europea (c’è chi sostiene che il cognome «Disney» derivi da d’Isigny-sur-Mer, un villaggio in Normandia, in cui avrebbero abitato i suoi antenati), esponendo alcune curiosità come i mobili in miniatura e le case di bambola di cui Disney era appassionato collezionista.

«Animare l’inanimato» è il tema della seconda sezione, in cui figurine rococò in porcellana francesi e tedesche si confrontano con gli schizzi dei due cortometraggi «The Clock Store» (1931) e «The China Shop» (1934). La sezione sottolinea inoltre l’evoluzione tecnica che accomuna le manifatture di Meissen e Sèvres agli studi di animazione Disney.

Le tre sezioni successive sono dedicate ai primi film degli Studios. Si inizia con «Biancaneve e i sette nani» (1937) ispirato alla fiaba dei fratelli Grimm, che rievoca le atmosfere del Medioevo tedesco. Da segnalare la presenza in mostra della tempera su celluloide raffigurante due famelici avvoltoi che Disney donò proprio al Met nel 1938, scatenando una ridda di polemiche sul valore artistico del suo lavoro.

Seguono le atmosfere francesi di «Cenerentola» (1950) e di «La bella addormentata» (1959), entrambi adattati dai racconti di Charles Perrault. Appaiono qui decisivi l’apporto delle artiste-disegnatrici Bianca Majolie e Mary Blair e lo studio di alcune opere conservate al Met, tra cui gli arazzi dedicati alla caccia all’unicorno (1495-1505).

Interamente dedicate a «La Bella e la Bestia» (1991), film di cui ricorre il trentennale, le sezioni successive, dove trovano spazio temi come l’antropomorfismo e lo zoomorfismo nella letteratura e nelle arti decorative francesi o la declinazione satirica disneyana della moda rococò. È inoltre esposto il ritratto cinquecentesco, conservato al Castello di Ambras di Innsbruck, di Magdalena González, per una disfunzione genetica interamente coperta di peli e dunque oggetto di scherno e umiliazione.

Tra le opere spiccano un orologio su piedistallo di André Charles Boulle e candelieri in bronzo dorato di Juste-Aurèle Meissonnier. Particolare attenzione viene dedicata alla scena della trasformazione della Bestia, ispirata a «I borghesi di Calais» di Auguste Rodin, e a quella del ballo la cui ambientazione riecheggia la Sala degli Specchi di Versailles. L’installazione «Be Our Guest» evoca poi le fastose tavole imbandite tipiche delle corti francesi.

L’«Architettura Disney», che chiude la mostra, analizza in particolare i castelli di film e parchi a tema, ispirati a quelli rinascimentali della Valle della Loira e all’iconico complesso voluto da Luigi di Baviera a Neuschwanstein. Perle di questa sezione sono la vista a volo d’uccello di Disneyland disegnata da Herbert Ryman (1953) e due preziosissime coppie di vasi Tower (Sèvres, 1762-63).

un vaso a forma di torre della Manifattura di Sèvres (1762 ca) e «Il castello della bella addormentata nel bosco, Disneyland Paris» (1988) di Frank Armitage © dell’Huntington Art Museum e Walt Disney Imagineering Collection

«Beauty and the Beast» (1991) di Peter J. Hall e un orologio su piedistallo di André Charles Boulle (1690 ca). © Walt Disney Animation Research Library e The Metropolitan Museum of Art, Rogers Fund, 1958

«La Bella e la Bestia» (1991) di Chris Sanders e teiera della Manifattura Meissen (1719-30) © Walt Disney Animation Research Library e The Metropolitan Museum of Art, Gift of Irwin Untermyer, 1970

«La Bella e la Bestia» (1991) di Kevin Lima e un candeliere (1735-50) su disegno di Juste-Aurèle Meissonnier © Walt Disney Animation Research Library e The Metropolitan Museum of Art, Gift of Mrs. Charles Wrightsman, 1999

Elena Franzoia, 09 dicembre 2021 | © Riproduzione riservata

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