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Ferdinando Scianna ritorna dopo lungo tempo a Milano, in una mostra presentata da Forma Meravigli che riunisce oltre 50 immagini in bianco e nero, scattate nei suoi viaggi nel mondo: dalla Sicilia, dov’è nato (a Bagheria, nel 1943) al Sudamerica, dalla Pianura padana alla Russia, all’Africa. Intitolata «Istanti di luoghi», e curata da Alessandra Mauro, la mostra (aperta fino al 30 luglio, catalogo Contrasto) ricompone il personalissimo atlante dei luoghi attraversati in oltre cinquant’anni dal grande fotografo. Luoghi non cercati ma trovati perché, come ripete lui, «ho sempre pensato che io faccio fotografie perché il mondo è lì, non che il mondo è lì perché io ne faccia fotografie».
I suoi luoghi, poi, non sono mai monumentali, enfatici, pittoreschi o famosi: sono lontani dalle rotte turistiche ma sono a lui congeniali, riconosciuti come affini al suo spirito: di volta in volta sono deserti, oppure orizzonti marini colti da una finestra, o scorci apparentemente anonimi di borghi o di città. Una sala della mostra espone i suoi libri: per Scianna, infatti, è il libro la vera meta cui deve tendere il lavoro fotografo. Qui ce ne sono 16, riuniti sotto il titolo «Ritratto di un autore in 16 libri pubblicati (e alcuni mai realizzati)».