Dettaglio di «Enlightening Books» (2010-24) di Chiara Dynys

Cortesia di Buildingbox. Foto: Alessio Pasqualini

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Dettaglio di «Enlightening Books» (2010-24) di Chiara Dynys

Cortesia di Buildingbox. Foto: Alessio Pasqualini

L’atlante privato di Dynys protagonista da BuildingBox

L’artista mantovana espone gli sviluppi della sua ricerca in una mostra lunga un anno, eccezione nella programmazione del progetto avviato nel 2018

Da quando fu inaugurato, il settembre 2018, ad oggi, il fortunato progetto BuildingBox, ospitato in una vetrina di Building, a Milano, e dunque visibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, si è sviluppato come una collana di mostre della durata di un anno, scandite da una cadenza mensile con un artista diverso. A unirle, il tema scelto periodicamente da ciascun curatore. 

Quest’anno, per la prima volta, l’intero progetto, curato da Alessandro Castiglioni, è monografico, affidato alla sola Chiara Dynys, con l’antologica «Private Atlas» (dal 15 gennaio al 6 gennaio 2026). Un modo, anche, per festeggiare l’ingresso in galleria di quest’artista, presente da tempo in mostre internazionali e nei cui lavori s’intrecciano con stupefacente naturalezza un solido fondamento concettuale e una felicità estetica davvero rara. 

La mostra è una sorta di atlante privato, suddiviso in tre grandi aree che riuniscono lavori storici e nuove produzioni site specific: da gennaio ad aprile vanno in scena opere che attengono al tema della «Disseminazione della memoria». In questo primo capitolo, ci anticipa l’artista, tra gli altri spicca il suo lavoro presentato nel 1992 nel Musée d’Art Moderne di Saint-Étienne, composto da numerose «feritoie» che aggettano dal muro, «monadi, tutte dell’identico candore, commenta, ma ognuna fatta di un materiale diverso (marmo, porcellana, tela...): un’opera che ha rappresentato un punto di svolta nel mio percorso». Sempre qui, sotto il segno di uno spazio frammentato, troveranno posto gli «astri» dodecagonali di alluminio specchiante di «Un’eterna ghirlanda brillante» (2022): «Diamanti metallici, spiega Dynys, che compongono le costellazioni di Orione, Vega e altre ancora». Ma ci sarà anche un lavoro inedito della serie «Sante subito» «con i nomi di due artiste che mi hanno aperto degli orizzonti ricamati a mano su drappi preziosi». 

Il passo successivo si compie tra maggio e agosto con gli «Attraversamenti»: come non pensare a quelle poetiche soglie tra materialità e immaterialità che sono i suoi «portali» di vetro, sinora declinati in colori acquei, ora invece resi squillanti dai colori delle gemme? O ai libri traslucidi della sua «Libreria infinita», «solo alcuni dei quali s’illuminano, dice, perché solo alcuni ci hanno illuminati». 

Da settembre a gennaio 2026 sarà la volta della sezione «Viaggio in Italia», omaggio al capolavoro di Rossellini in cui Dynys s’interroga sul rapporto con l’antico ma anche con la cultura popolare e vernacolare: «Qui, conclude l’artista, le nuove immagini del progetto “Blancheur”, con le opere di Canova in cui, con tetraedri specchianti, moltiplico il biancore canoviano».

«Versus» (2024) di Chiara Dynys (particolare). Foto: Alessio Pasqualini

Ada Masoero, 13 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

L’atlante privato di Dynys protagonista da BuildingBox | Ada Masoero

L’atlante privato di Dynys protagonista da BuildingBox | Ada Masoero