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Redazione
Leggi i suoi articoliIl Palazzo Reale di Napoli si unisce alle celebrazioni per il terzo centenario della nascita di Giacomo Casanova (Venezia, 2 aprile 1725- Duchcov, 4 giugno 1798) allestendo dal 20 maggio al 15 agosto nell’Alcova della Regina, nelle sale dell’Appartamento di Etichetta, la mostra «Giambattista Pittoni e l’epoca di Casanova Viaggio nel ‘700 tra Venezia a Napoli». Vi sono allestite tre opere del pittore veneziano Giambattista Pittoni (1687-1767), di recente riscoperte, e materiali dal fondo del casanovista Aldo Ravà conservato presso la Biblioteca del Museo Correr a Venezia e dal Fondo Di Giacomo della sezione Lucchesi Palli della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli. La mostra è curata da Palazzo Reale (Elena Carrelli, Antonella Delli Paoli, e Stefano Gei), in collaborazione con lo storico dell’arte Gianluca Donati e con la Fondazione Musei Civici di Venezia. Il coordinamento è di Donatella Dentice di Accadia.
Le tre tele di Pittoni, raffiguranti Apollo (un inedito assoluto), Venere e Diana, ritrovati nel 2024 e attribuiti grazie alle ricerche di Donati, provengono dagli eredi Miari Cumani, discendenti di due antiche famiglie venete, e appartengono alla statunitense Steven Maksin Family Collection di Las Vegas, Nevada. «Venere» e «Diana» erano stati inseriti da Egidio Martini, in La pittura veneziana del Settecento (Edizioni Marciane, Venezia 1964), riprodotti in bianco e nero, ma in Pittoni. L’opera completa (Alfieri, Venezia,1979) l'autrice Franca Zava Boccazzi li citava come scomparsi. Gli anni in cui Pittoni dà vita al ciclo pittorico a carattere mitologico, nella prima metà del ‘700, sono anche gli anni in cui il suo concittadino Casanova visita per la prima volta a Napoli. Il languore dei protagonisti de tre dipinti è pienamente consonante con il gusto rococò dell’epoca, e con le atmosfere che avvolgono nel mito la figura del celebre avventuriero, diventato antonomasia del seduttore.
«Riconoscere l’attribuzione dell’Apollo a Pittoni a distanza di 60 anni dalla pubblicazione in bianco e nero dei dipinti di Venere e Diana è il risultato di un lavoro che premia lo studio e la ricerca, ha commentato Donati. I dipinti, realizzati su commissione di un’antica famiglia nobile di Padova, ora estinta, all’origine erano verosimilmente esposti in un piccolo boudoir. Non escludo la possibilità che ne sia stato realizzato un quarto che rappresentasse Adone oppure Marte, vista il gioco speculare delle figure».
«Questa mostra rappresenta un'occasione per ritessere i fili di una vicenda poco nota che lega Napoli a Venezia, spiega Paola Ricciardi, dirigente delegata di Palazzo Reale. Attraverso l’arte facciamo conoscere un’altra delle numerose storie di cui il palazzo è stato testimone e uno dei protagonisti del ’700 italiano. Intende inoltre essere il punto di partenza per ulteriori focus sugli ambienti dell’Appartamento di Etichetta di Palazzo Reale, attraverso una lettura delle collezioni che metta in risalto la dimensione della Reggia come spazio dell’abitato, luogo della vita quotidiana dei Re, indagata sia negli aspetti più ufficiali sia nella dimensione più privata e “domestica”».
Scrittore, diplomatico, scienziato e esoterista, avventuriero, Casanova, soggiornò a Napoli almeno tre volte: la città gli piacque da subito e qui strinse importanti amicizie e relazioni con alcune nobildonne. In occasione della sua seconda visita si recò anche al Palazzo Reale. E nella città partenopea fiorirono gli studi casanovisti di intellettuali come Benedetto Croce (fu lui, in Aneddoti e profili settecenteschi, a dar conto della visita alla reggia del veneziano) e Salvatore Di Giacomo, di cui in mostra compaiono materiali provenienti dalla Biblioteca Nazionale di Napoli. Il poeta e saggista napoletano Di Giacomo (1860-1934) e Il veneziano Aldo Ravà (1879-1923), collezionista e studioso di arte e letteratura del Settecento, diversissimi per provenienza familiare e formazione, per fama e professione, furono però entrambi votati, quasi fino all’ossessione, a ricostruire la «storia vera» delle vicende che portarono Giacomo Casanova a viaggiare in mezza Europa, e a restituire alla sua opera letteraria la dignità che il moralismo delle epoche successive, a loro avviso, gli aveva ingiustamente sottratto.

L’ingresso della mostra, nell’Alcova della Regina del Palazzo Reale di Napoli

«Venere» di Giambattista Pittoni

«Diana», di Giambattista Pittoni