La galleria A arte Invernizzi presenta dal 25 febbraio al 29 aprile la personale «Carlo Ciussi. Una danza di tracce e colori», un progetto curato da Lorenzo Madaro che si concentra sulla stagione in cui, tra il 1983 e il 1990, Carlo Ciussi (Udine, 1930-2012) si lascia alle spalle la rigorosa astrazione geometrica cui si era dedicato sin dalla metà degli anni ’60 per abbandonarsi a una nuova libertà e levità del gesto pittorico.
Spesso presente, nel tempo, tanto in galleria quanto nelle mostre istituzionali che A arte Invernizzi ha promosso, avendo lui stretto amicizia sin dal 1964 con l’avvocato e poeta Carlo Invernizzi, Carlo Ciussi è ora in mostra a Milano con una ventina di opere di medio e grande formato e con lavori su carta di quegli anni, che manifestano al tempo stesso «sensualità e controllo», come notava Gillo Dorfles in un saggio dedicato a quella sua stagione.
Nato a Udine, formato al Liceo artistico di Venezia, dove nel 1948 vedrà la prima Biennale del dopoguerra, che esponeva tra l’altro la collezione di Peggy Guggenheim, nei primi anni ’60 Ciussi sarebbe entrato in contatto con il critico Giuseppe Marchiori e con Afro, grazie ai quali nel 1964 avrebbe esposto per la prima volta alla Biennale di Venezia, presentando le opere che, dall’informale, iniziavano a puntare verso le geometrie future. Di qui, presto si trasferirà a Milano dove, negli anni ’80, metterà a punto l’indagine sul segno e sulla traccia che è ora al centro della mostra di A Arte Invernizzi. Evidente, nelle opere esposte, la ricerca continua sulla natura del segno: talora nette e ben delineate, le linee ondulate perdono di volta in volta di consistenza e cambiano il colore, la sinuosità, la densità. A confermare la traiettoria della sua ricerca sono anche i titoli, contrassegnati da una numerazione progressiva, con cui l’artista evidenzia il suo percorso. La mostra è commentata da un catalogo bilingue introdotto da un testo critico di Madaro.

Carlo Ciussi «VI», 1990. Cortesia di A arte Invernizzi, Milano. Foto: Bruno Bani, Milano