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Pierre Huyghe, «Liminal», 2024-in corso

Courtesy the artist and Galerie Chantal Crousel, Marian Goodman Gallery, Hauser & Wirth, Esther Schipper, Taro Nasu and Anna Lena Films

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Pierre Huyghe, «Liminal», 2024-in corso

Courtesy the artist and Galerie Chantal Crousel, Marian Goodman Gallery, Hauser & Wirth, Esther Schipper, Taro Nasu and Anna Lena Films

Le visioni ibride di Pierre Huyghe alla Fondation Beyeler

La primavera dell’istituzione di Basilea sarà segnata da una mostra dedicata all’artista francese

Alessia De Michelis

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L’artista concettuale francese che ha ridefinito il concetto di opera d’arte trasformandola in un ecosistema dinamico e aperto sarà protagonista della Fondation Beyeler dal 24 maggio al 13 settembre 2026.

Nato a Parigi nel 1962, Pierre Huyghe è diventato uno degli artisti contemporanei più innovativi e influenti, le cui creazioni sono sistemi viventi che incorporano organismi reali (animali, batteri e piante) e processi in continua evoluzione (dall’IA all’imprevedibilità del clima). «Non è interessato tanto alla tecnologia in sé stessa, ma la considera un mezzo di decentralizzazione del sé, la creatura che guarda il creatore o la creatrice, come premessa di una finzione speculativa che conduce verso situazioni sconosciute», raccontava a «Il Giornale dell’Arte» Anne Stenne, la curatrice della mostra a lui dedicata nel 2024 a Punta della Dogana (Ve).

Nell’istituzione di Basilea saranno allestite opere realizzate per l’occasione al fianco di lavori che hanno segnato gli anni di più recenti della sua produzione. Huyghe rigetta la distinzione tra realtà e finzione, creando installazioni ibride che sfidano la nostra percezione di tempo e controllo. A tal fine, adotta varie discipline, combinando elementi cinematografici, tecnologici, biologici, fisici e digitali.

Alessia De Michelis, 10 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

Le visioni ibride di Pierre Huyghe alla Fondation Beyeler | Alessia De Michelis

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