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L’eleganza dà spettacolo

40 opere di Gian Paolo Barbieri in una retrospettiva del fotografo le cui immagini accompagnarono il decollo internazionale del Made in Italy. Tra le sue modelle, Audrey Hepburn, Anjelica Huston e Monica Bellucci

Chiara Coronelli

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Mai come negli anni Sessanta la storia della moda diventa sinonimo di rivoluzione, quando una consapevolezza nuova apre la strada al bisogno di scegliere liberamente quello che si indossa. La haute couture non tiene più il passo con la domanda e sono i tempi in cui l’Italia prepara l’esplosione del prêt-à-porter, nel 1972. È in quel clima che nel 1964, da poco rientrato da Parigi, il fotografo Gian Paolo Barbieri (1938) apre uno studio a Milano. «Era un periodo, ha dichiarato, in cui ci si trovava nell’ufficio di Armani in corso Venezia, c’era anche Ferré e poi arrivarono Dolce&Gabbana, Versace, Krizia. In sintesi, l’argomento era questo: noi siamo italiani, abbiamo un retaggio storico che ci invidia tutto il mondo, perché non possiamo dare scacco matto alla Francia?».

Da questi incontri, insieme al Made in Italy, nasce la volontà di tradurne lo spirito in icone senza tempo, immagini dove confluiscono le suggestioni di una formazione eccentrica ed eterogenea. Dal magazzino di tessuti del padre, dove coltiva il gusto per stoffe e colori, si ritrova tra 1956 e 1957 a studiare recitazione al Teatro Filodrammatici, finché la passione per il cinema americano lo chiama nella Roma felliniana, dove vive facendo ritratti alle starlette. Alla fotografia come scelta di vita arriva poco dopo, con la breve esperienza parigina come assistente di un asso dell’immagine di «Harper’s Bazaar», Tom Kublin. Questo lo snodo da cui il suo innato senso per la teatralità e per lo spettacolo dell’eleganza si rivelerà come uno degli sguardi più suggestivi puntati sulla moda, uno tra i quattordici autori che nel 1978 la rivista «Stern» indica come padri della fashion photography.

Dal 23 novembre al 20 dicembre, nell’ambito del Photo Vogue Festival, la galleria 29 Arts in Progress di Milano gli dedica «Gian Paolo Barbieri. Occhio, cuore e mente: cinquant’anni di bellezza nella fotografia di moda», rassegna curata da Nikolaos Velissiotis, con 40 opere, tra vintage ai sali d’argento e polaroid, e con alcuni inediti, per un cinquantennio di attività. Dopo le prime prove, nel 1965 «Vogue Italia» gli affida la copertina del primo numero. Da allora continuerà collaborando anche alle edizioni americana e francese di «Vogue», firmando campagne per Valentino, Ferré, Armani, Saint Laurent, Missoni, Vivienne Westwood, Versace, Dolce&Gabbana.

La sperimentazione nell’allestimento dei set, la sapienza nell’uso delle luci, i rimandi all’arte e al cinema, si ritrovano nella sospensione tra realtà e sogno, nella purezza delle composizioni come nella loro provocazione. In mostra ci sono Audrey Hepburn in Valentino, avvolta di bianco e poi di nero, fotografata nel 1969, e un’impertinente Isa Stoppi che un anno prima si fa riprendere con un seno nudo. Immortalate anche Anjelica Huston, Eva Malmstrom, Aly Dunne, Mary Jonasson, e una strepitosa Monica Bellucci per D&G nel 2000.

Chiara Coronelli, 15 novembre 2016 | © Riproduzione riservata

L’eleganza dà spettacolo | Chiara Coronelli

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