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Al Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste sono affrontati i temi dello spazio e del tempo, attraverso forme simboliche sospese in una dimensione indefinita
- Camilla Bertoni
- 11 giugno 2022
- 00’minuti di lettura


«Il magnifico signore» (1954) di Lucio Saffaro
Lucio Saffaro fra sensibilità estetica e cultura matematica
Al Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste sono affrontati i temi dello spazio e del tempo, attraverso forme simboliche sospese in una dimensione indefinita
- Camilla Bertoni
- 11 giugno 2022
- 00’minuti di lettura
Camilla Bertoni
Leggi i suoi articoliAl pittore, scrittore, poeta e matematico triestino è dedicata la mostra «Ritorno a Trieste. Lucio Saffaro tra arte e scienza» promossa dall’omonima Fondazione al Magazzino 26 del Porto Vecchio, curata da Claudio Cerritelli con la collaborazione di Gisella Vismara (fino al 26 giugno). Con una novantina di opere pittoriche e grafiche si ricostruisce la ricca e sfaccettata personalità di questo artista e intellettuale vissuto tra il 1929 e il 1998 (anno in cui è scomparso a Bologna, la città dove si era trasferito dal 1945 e dove si era laureato in Fisica) che ha coniugato la passione per la pittura e la sensibilità estetica con la cultura matematica.
Ne sono risultate creazioni permeate di cultura classica e citazioni dai maestri del Rinascimento: centrali i temi dello spazio e del tempo, attraverso forme simboliche poliedriche, frutto delle sue ricerche, sospese in una dimensione indefinita. Personalità isolata nel panorama artistico del ’900, è stato invitato alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia che nel 1986 scelse come copertina su sua indicazione la forma del dodecaedro stellato da Saffaro individuato nel pavimento della Basilica di San Marco come autografo di Paolo Uccello.
Importanti esposizioni della sua opera si sono tenute, tra le altre, a Bologna, Verona e Bassano. In parallelo, al quinto piano del Museo Revoltella, è stato allestito un percorso con le opere di Saffaro di proprietà della Galleria d’Arte Moderna che qui ha sede.

«Il magnifico signore» (1954) di Lucio Saffaro