A sinistra, «Interno rosso con nuvole e mosca», 2020 (particolare); a destra, «Il giocatore di Zardo», 2025 (particolare); entrambe opere di Luigi Serafini

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A sinistra, «Interno rosso con nuvole e mosca», 2020 (particolare); a destra, «Il giocatore di Zardo», 2025 (particolare); entrambe opere di Luigi Serafini

Nel Labirinto della Masone tutto Luigi Serafini

Nel decimo anniversario del museo voluto dall’editore Franco Maria Ricci una settantina di opere del suo artista di riferimento 

Nel decimo anniversario della sua apertura, il Labirinto della Masone di Fontanellato (Pr) voluto da Franco Maria Ricci (1937-2020) ospita, dal 29 marzo al 13 luglio, la mostra «Da Serafini a Luigi. L’uovo, lo scheletro, l’arcobaleno», dedicata a Luigi Serafini (Roma, 1949), l’artista di riferimento dell’editore parmense soprattutto per il suo volume-libro d’artista più noto, il celeberrimo «Codex Seraphinianus» (prima edizione, 1981). Opera di riferimento per svariati motivi, è una surreale enciclopedia di figure alternate a scrittura visiva, non comprensibile ma ugualmente percepita come chiara, che subito affascinò Italo Calvino, Federico Fellini, Tim Burton e le loro penne e immagini.

«Le opere esposte in mostra, spiega il direttore del Labirinto Edoardo Pepino, vogliono dare testimonianza di questa forza creativa, immaginifica, iniziata con il “Codex” e, per affinità elettiva, con il suo editore Franco Maria Ricci. Qui raccontiamo la genesi di questo strano capolavoro, ma anche la sua successiva proliferazione in molte forme e soggetti, che negli anni Serafini ha modellato seguendo traiettorie labirintiche. L’uovo, lo scheletro, L’arcobaleno... Il Labirinto: quello di Franco Maria Ricci, di Borges, del Minotauro, che con i suoi infiniti percorsi, con le sue prospettive metafisiche, con gli esseri viventi variegati e perplessi che vi si incontrano o che lì dimorano, è di per sé patafisico, anzi Serafiniano». 

La rassegna, al cui allestimento ha partecipato lo stesso Serafini con Maddalena Casalis, ripercorre quindi la carriera dell’artista suddividendola nelle fasi preCodex, Codex e pos Codex ed esemplificandola attraverso una settantina di pezzi il cui nucleo principale è rappresentato ovviamente dai disegni preparatori, realizzati con matite colorate su carta nel 1976-78, che hanno dato vita al volume del 1981. Sono esposte, a esempio, le pagine dedicata all’uovo, all’arcobaleno e allo scheletro, nonché tutte le tavole della prima edizione alternate con figure tridimensionali in resina e legno ricavate dalle figure, com’è il caso dei recentissimi «Cavallo-Codex» e «Pesceocchio-Codex» o di «Leopardo integrale» del 1993.

Il percorso inizia però con la produzione precedente di Serafini, compresa la prima opera compiuta che raffigura la casa di famiglia a Pedaso nelle Marche, luogo che segna il suo immaginario estetico e poetico, esposta insieme a disegni, sculture e fotografie scattate dall’autore nel 1971 nel corso di un viaggio in America. Svariati, infine, i dipinti degli anni Duemila provenienti dalla casa romana di Serafini, la «Domus Seraphiniana», vera e propria opera d’arte totale che oggi rischia il disallestimento

Stefano Luppi, 15 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

Nel Labirinto della Masone tutto Luigi Serafini | Stefano Luppi

Nel Labirinto della Masone tutto Luigi Serafini | Stefano Luppi