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Stefano Caimi, «Fairy Ring»

Photo: Letizia Toscano

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Stefano Caimi, «Fairy Ring»

Photo: Letizia Toscano

Olimpia - Prova d’Orchestra: la nuova Biennale in Alta Langa

Sino al 31 agosto, 7 comuni delle Langhe ospitano interventi artistici concepiti per integrare e valorizzare il contesto naturale e architettonico in cui sono collocati

Margherita Panaciciu

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In un contesto naturale straordinario come quello dell’Alta Langa, la nuova iniziativa culturale Olimpia si prefigge l’ambizioso obiettivo di ridefinire il concetto di arte contemporanea come esperienza sensoriale e collettiva. «Prova d’Orchestra», titolo emblematico della sua edizione zero, è una biennale che abbatte le convenzioni del formato espositivo tradizionale, proponendo un percorso diffuso che si snoda tra borghi e paesaggi, coinvolgendo artisti e spettatori in una vera e propria sinfonia di linguaggi visivi, sonori e letterari. Organizzata dall’Unione Montana Alta Langa e curata dalla Galleria Lunetta11, Olimpia si affida alla collaborazione di realtà prestigiose come la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, la Fondazione Recontemporary di Torino e il Firenze Jazz Festival, e si inserisce all’interno di una rete internazionale che punta sulla sinergia tra arte e territorio.

Dal 5 luglio al 31 agosto 2025, sette comuni delle Langhe ospitano una serie di interventi artistici concepiti per integrare e valorizzare il contesto naturale e architettonico in cui sono collocati. Non si tratta di un’esposizione in senso stretto ma di un laboratorio in cui ogni singola opera diventa parte integrante di un paesaggio culturale e umano, mettendo in gioco le relazioni tra l’ambiente, la memoria storica e l’arte contemporanea. L’installazione di apertura, «Fairy Ring» di Stefano Caimi, a Cortemilia, si propone come una riflessione sulla potenza simbolica della natura. Il cerchio delle streghe, evocato da Caimi, è il pretesto per un lavoro che mescola scienza e mito, arte e folklore. Il fenomeno naturale dei funghi diventa una metafora della connessione invisibile tra l’uomo e il paesaggio, un gioco tra il razionale e il soprannaturale, in cui l’arte diventa una porta verso dimensioni enigmatiche. Il giardino dell’Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite, con la sua storia agricola millenaria, diventa così il palcoscenico perfetto per questo racconto di trasformazione e mistero. A Serravalle Langhe, l’Oratorio di San Michele, affrescato dal celebre artista David Tremlett, diventa il centro di una residenza d’artista aperta al pubblico. Emma Scarafiotti, videoartista, e Paolo Dellapiana, musicista, intrecciano qui il linguaggio delle immagini e dei suoni in un dialogo continuo tra visione e percezione sensoriale. L’opera, concepita in un processo collaborativo, invita il pubblico a vivere l’arte in modo immersivo, esplorando la relazione tra materia, suono e spazio attraverso il filtro della contemporaneità.

 

 

Oliviero Fiorenzi, «LA RICERCA - Le Mani» (2022). Photo: Matteo Natalucci

Il programma della Biennale ha incluso una giornata dedicata all’arte performativa al Castello di Prunetto, il 6 luglio, dove la scultura e il movimento si incontrano nelle «sculture volanti» di Oliviero Fiorenzi. La sua ricerca sul volo degli aquiloni, intitolato «Otto Cieli», invita il pubblico a partecipare attivamente, mettendo in scena una performance collettiva che strizza l’occhio alle pratiche di land art e alle dimensioni rituali della creazione. Anche la scultura trova una nuova espressione a Niella Belbo, dove Edoardo Manzoni realizza un’opera permanente, «Promessa», una riflessione sulla memoria e sulla rinascita. L’utilizzo di materiali durevoli come bronzo e pietra allude alla permanenza dell’opera nel tempo, ma anche alla sua inevitabile relazione con il cambiamento e con l’ambiente naturale circostante. In un contesto che promuove l’interazione tra arte e comunità, questa scultura assume il valore di un impegno tra l’artista, la terra e la collettività che fruirà del lavoro nel corso degli anni.

 

Edoardo Manzoni, «Fioritura», 2023

Il 12 luglio è stata la volta di Dora Perini, ospite della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, che ha realizzato un’opera site-specific nella torre medievale di Camerana, mentre a Paroldo l’arte contemporanea si confronta con i linguaggi innovativi della videoarte, grazie alla collaborazione con la Fondazione Recontemporary di Torino, che porta il lavoro della fotografa e videoartista Mara Palena. Entrambe le proposte sono espressioni di una ricerca sull’immaterialità e sulla temporalità, che trovano nel supporto digitale e nell’architettura storica un punto di incontro tra passato e presente. Il 13 luglio, la biennale ha raggiunto il suo culmine con una performance che ha unito letteratura e musica nella piazza di San Bovo di Castino. Lo scrittore Giuseppe Culicchia e il trombettista Giorgio Li Calzi hanno reinterpretato 1984 di George Orwell in un reading-spettacolo che ha tradotto il classico della letteratura distopica in una riflessione viva e pulsante, capace di dialogare con la nostra contemporaneità, mettendo in gioco la relazione tra suono, parola e memoria storica.

Le opere di Olimpia saranno visibili fino al 31 agosto, aprendo così un lungo periodo di esposizione che invita il pubblico a scoprire il territorio attraverso un’esperienza estetica che mescola la bellezza naturale a quella creata dall’uomo. La scelta di dislocare le opere in spazi pubblici, tra giardini, piazze e castelli, rinforza l’idea che l’arte debba essere accessibile e partecipata, rompendo le barriere tra il museo e il mondo esterno. L’iniziativa intende restituire centralità all’arte come strumento di conoscenza e di relazione, offrendo una piattaforma per la creatività emergente e per l’esplorazione di nuove modalità di fruizione.

Paolo Dellapiana, «Preludio», 2021. Performance presso Lunetta11

Margherita Panaciciu, 14 luglio 2025 | © Riproduzione riservata

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