Parte dalla Sicilia, con una retrospettiva appositamente pensata per lo spazio Zac-Zisa Arti Contemporanee presso i Cantieri Culturali alla Zisa, il fitto programma di iniziative che la Fondazione Merz mette in campo nel 2023 per commemorare il ventesimo anniversario della scomparsa di Mario Merz avvenuta a Milano il 9 novembre del 2003. Dal primo giugno al 24 settembre l’ex hangar all’interno dei Cantieri Culturali alla Zisa, che dal 2021 è la sede del progetto Zac Centrale targato Fondazione Merz, ospita la mostra «Mario Merz, My home’s wind» a cura di Beatrice Merz.
Diverse le opere di Mario Merz che in questi anni di presenza in Sicilia della Fondazione torinese sono state esposte in occasione di mostre collettive: oltre all’installazione al neon «Pittore in Africa» nell’agorà del Museo Archeologico Salinas nel 2018, la spirale «Un segno nel Foro di Cesare» nell’agorà e la «Fibonacci Sequence» sulle colonne del Tempio di Segesta nel 2022, e la monumentale «Pietra serena sedimentata depositata e schiacciata dal proprio peso, così che tutto quello che è in basso va in alto e tutto quello che è in alto va in basso», che aveva aperto il programma di Zac Centrale nel 2021.
Per la prima volta in Sicilia è possibile vedere una personale interamente dedicata alla figura di Mario Merz, con le diverse tipologie di opere: dagli igloo alle tele, dai disegni ai numeri di Fibonacci al neon, immaginando come l’artista avrebbe affrontato una mostra a Palermo. Prendendo spunto dall’elemento naturale presente nelle sue opere (tra le più note «Vento preistorico dalle montagne gelate» del 1984), la mostra si annuncia come la costruzione di un ambiente «giocato sull’idea mutevole e ingovernabile del vento».
Abbiamo chiesto a Beatrice Merz, figlia dell’artista e curatrice della mostra, di raccontarci in anteprima l’originale approccio alla mostra palermitana: «Eccoci a chiederci ancora una volta dopo tutti questi anni: “Come farebbe Mario, che cosa porterebbe con sé a Palermo?”. Il nostro compito ora è di comporre, con le sue parole e le sue opere, attraverso le nostre mani, una nuova mostra. Un progetto certamente trasversale a come l’avrebbe pensato lui, ma rispettoso, poetico, scientifico, rigoroso, seppur con qualche seme di irrazionalità. Abbiamo scelto igloo, animali pittorici, numeri al neon, strutture metalliche, fantasticando sull’idea che l’insieme di opere, intersecandosi tra loro, costruiranno un ambiente che conterrà il vento. Prendendo a prestito un suo pensiero, “Ciò che verrà è in formazione”, non lo vediamo prima lo vedremo mentre si forma, una meta intensa e integra di meraviglia».
Le iniziative del ventennale proseguiranno in autunno con un palinsesto di eventi negli spazi della Fondazione Merz a Torino e non solo, con la partecipazione di studiosi, amici e figure che hanno condiviso il proprio percorso con quello dell’artista.