Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Lucia Marcucci, «Pax» (particolare), 1979

Courtesy Frittelli Arte Contemporanea Firenze

Image

Lucia Marcucci, «Pax» (particolare), 1979

Courtesy Frittelli Arte Contemporanea Firenze

Poesia Visiva, l’arte di ascoltare il quotidiano e le sue richieste più profonde

A Palazzo Lombardia-IsolaSET di Milano, 200 opere tracciano la ricchezza e la complessità delle poetiche verbo-visive in Italia e all’estero, «veicolo di scambio interculturale, strumento di resistenza simbolica e terreno di sperimentazione condiviso, oltre le frontiere nazionali»

Daria Berro

Leggi i suoi articoli

La sperimentazione linguistica e l’urgenza di decostruire i codici tradizionali della comunicazione mass-mediatica rappresentano una delle cifre distintive della Poesia Visiva, corrente che ha coniugato rigore concettuale e apertura nei confronti dell’immaginario popolare. La mostra  «Global Visual Poetry: traiettorie transnazionali nella Poesia Visiva», aperta da oggi fino al 31 ottobre con ingresso libero a Palazzo Lombardia- IsolaSET di Milano, restituisce la complessità e la ricchezza di una galassia verbo-visuale che ha saputo superare le tradizionali distinzioni disciplinari tra poesia, arti visive, grafica e comunicazione, attraverso l’adozione di un linguaggio ibrido in cui la parola si fa immagine, corpo, suono e spazio.  

Promossa dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede, in collaborazione con Regione Lombardia, con il contributo di Snam e con il patrocinio della Fondazione di Comunità di Milano e il supporto tecnico della Galleria Frittelli Arte Contemporanea di Firenze, la mostra, curata da Raffaella Perna, docente di Storia dell’arte contemporanea presso La Sapienza Università di Roma, allestisce circa duecento opere, offrendo uno sguardo trasversale sulle sperimentazioni verbo-visive emerse in Italia e all’estero nel secondo dopoguerra, dalla Poesia Concreta alla Poesia Visiva e alla Nuova Scrittura

La scelta delle opere, spesso di piccolo formato e realizzate con mezzi semplici, intende mettere in luce il carattere innovativo e attuale di una delle correnti più incisive dell’arte del secondo Novecento, che, come  sottolinea la curatrice, «ha saputo raccogliere l’eredità delle prime avanguardie per aprirsi, sin dall’esordio, al dialogo tra culture e Paesi diversi. Superando barriere geografiche e identitarie la Poesia Visiva ha promosso un’arte inclusiva e socialmente impegnata». La mostra, dunque, evidenzia la visione di artisti che seppur operanti in diversi contesti geografici, sono accomunati da una forte tensione critica nei confronti della realtà contemporanea. Opere che si fanno portatrici di tematiche quali la dignità della persona, il ruolo della parola nella costruzione dell’ethos sociale, la ricerca della pace, la tessitura complessa ma possibile del dialogo, la valorizzazione delle traiettorie personali ma anche della coesione delle comunità, l’apertura a orizzonti di speranza e di senso.

«Nel 1965, ricorda ancora la curatrice, il filosofo tedesco Max Bense scriveva che la poesia concreta “non separa le lingue, ma le unisce, le mescola”. Questa affermazione si rivela oggi più che mai attuale e significativa: fin dall’inizio, infatti, le poetiche verbo-visive hanno conosciuto una diffusione capillare e internazionale, hanno coinvolto autori e autrici attivi in regioni geograficamente distanti come il Brasile, l’Argentina, gli Stati Uniti, la Germania, la Francia, l’Italia, la Svizzera, il Portogallo, la Cecoslovacchia e il Giappone. In un’epoca segnata dal consolidarsi delle reti di comunicazione globale e dall’espansione dei mass media, la Poesia Visiva ha saputo farsi veicolo di scambio interculturale, strumento di resistenza simbolica e terreno di sperimentazione condiviso, oltre le frontiere nazionali».

Particolarmente significativo è il modo in cui, fin dagli anni Cinquanta e Sessanta, i poeti visivi hanno assunto una posizione critica nei confronti delle derive del capitalismo, scegliendo di utilizzare linguaggi alternativi, materiali poveri e pratiche non elitarie per formulare un’arte capace di ascoltare il quotidiano e le sue richieste più profonde. Al cuore della Poesia Visiva si trovano temi di stretta attualità: l’attenzione verso l’ambiente e la questione ecologica, la condizione della donna, la critica alle derive antidemocratiche, le istanze pacifiste, l’interesse per gli squilibri economici e sociali prodotti dalla modernizzazione, l’attenzione alla parola umana e il rifiuto della sua degradazione a mero mezzo di comunicazione, nella valorizzazione della sua potenzialità poetica. Partendo dalle realtà locali dei propri Paesi di origine, molti artisti legati a questa ricerca hanno saputo guardare oltre i confini nazionali, affrontando tematiche divenute globali come la guerra o le condizioni di povertà nel cosiddetto «Sud del mondo». Tematiche cui si deve anche il rinnovato interesse critico che la Poesia Visiva sta conoscendo a livello internazionale.

Nell’evidenziare il ruolo cruciale della Poesia Visiva nel dibattito sugli effetti sociali e culturali prodotti dalla società dei consumi e dal boom economico, il percorso espositivo si prefigge di fare emergere una poetica di riscatto dell’umano che coniuga le ferramenta simboliche della parola e dell’immagine nella creazione di nuovi spazi di libertà espressiva e nell’elaborazione di immaginari personali e collettivi non massificati e non omologati, aperti al mistero del soggetto e alla sua rivelazione nella parola.

Ampio spazio è dato alle esperienze di artisti nati o attivi a Milano. È  il caso di Emilio Villa (Affori, 1914-Rieti, 2003), tra le voci più radicali e originali della letteratura del secondo Novecento. Scrittore, filologo, critico d’arte e poeta visivo, nella sua scrittura sono centrali le origini lombarde e l’uso del dialetto, elementi che contribuiscono alla sua ricerca di una parola poetica capace di attraversare i confini della lingua e del segno. In mostra anche Ugo Carrega (Genova, 1935-Milano, 2014) a lui si deve, nel 1971, la nascita nel capoluogo lombardo del Centro Tool in via Borgonuovo 20, spazio dedicato alla ricerca artistica e letteraria d’avanguardia, che nel 1974 si trasforma nel Mercato del Sale, attivo fino al 1990. Nel gennaio del 1972, proprio al Centro Tool viene ospitata l’Esposizione Internazionale di Operatrici Visuali, prima mostra dedicata interamente alle poetesse visive, curata da Mirella Bentivoglio (Klagenfurt, 1922- Roma, 2017). Nel capoluogo lombardo, poi, operano da decenni anche Giancarlo Pavanello (Venezia, 1944) ed Emilio Isgrò (Barcellona Pozzo di Gotto, Me, 1937)

L’esposizione è accompagnata da un catalogo, in italiano e inglese, con testi del Cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione della Santa Sede e della curatrice Raffaella Perna, pubblicato dalla Società Editrice Allemandi.

L’apertura della mostra al pubblico è preceduta da una Tavola rotonda (ore 17.00-18.30, 39° piano, Belvedere Palazzo Lombardia) con interventi di Marco Alparone, Vicepresidente Regione Lombardia; Card. José Tolentino de Mendonça; Raffaella Perna, curatrice della mostra; Giorgio Bacci, docente Storia dell’arte contemporanea, Università di Firenze; Frida Carazzato, curatrice scientifica Fondazione Museion - Museo d’arte moderna e
contemporanea di Bolzano; Cristiana Casero, docente Storia dell’arte contemporanea, Università degli studi di Parma; Giancarlo Pavanello, artista; Patrizio Peterlini, direttore Fondazione Bonotto; Stefano Pezzato, conservatore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato.

 

 

 

 

Gli artisti in mostra

Vincenzo Accame, Vincenzo Agnetti, Ruth Aklander, Elvira Alfageme, Alain Arias-Misson, Carlo Belloli, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Julien Blaine, Achille Bonito Oliva, Jean François Bory, George Brecht, Joan Brossa, John Cage, Julio Campal, Ugo Carrega, Luciano Caruso, Giuseppe
Chiari, Henri Chopin, Herman Damen, Betty Danon, Augusto De Campos, Vicente De Percia, Álvaro De Sá, Paul De Vree, Stanislaw Dróżdż, Jean Dupuy, Pablo Echaurren, Anna Esposito, Amelia Etlinger, Heinz Gappmayr, Klaus Groh, Elisabetta Gut, Graciela Gutierrez Marx, Bernard Heidsieck,
Dom Sylvester Houédard, Emilio Isgrò, Motoyuki Ito, Ernst Jandl, Hiroo Kamimura, Katué Kitasono, Etsushi Kiyohara, Annalies Klophaus, Milan Knížák, Jiří Kocman, Jiří Kolář, Maria Lai, Liliana Landi, Maurice Lemaître, Claudio Locatelli, Arrigo Lora Totino, Roberto Malquori, Lucia Marcucci, Stelio Maria Martini, Dóra Maurer, Hansjörg Mayer, Eugenio Miccini, Fernando Millán, Magdalo Mussio, Giulia Niccolai, Seiichi Nikuni, Anna Oberto, Martino Oberto, Luciano Ori, Claudio Parmiggiani, Giancarlo Pavanello, Rudolf Pawell, Michele Perfetti, Michael Joseph Phillips, Décio Pignatari,
Lamberto Pignotti, Marko Pogacnik, Roland Sabatier, Sarenco, Alain Satié, Greta Schödl, Toshihiko Shimizu, Berty Skuber, Mary Ellen Solt, Adriano Spatola, Chima Sunada, Luigi Tola, Endre Tót, Timm Ulrichs, Franco Vaccari, Emilio Villa, Rodolfo Vitone, Simona Weller, Syoji Yoshizawa,
Franci Zagoričnik.

Daria Berro, 07 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

Poesia Visiva, l’arte di ascoltare il quotidiano e le sue richieste più profonde | Daria Berro

Poesia Visiva, l’arte di ascoltare il quotidiano e le sue richieste più profonde | Daria Berro