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Jenny Dogliani
Leggi i suoi articoliLo specchio e il ritratto sono entrambi legati al tema della condizione umana, da sempre al centro dell’opera di Rosemarie Trockel (1952), protagonista del prossimo appuntamento del ciclo espositivo dedicato dalla Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli al collezionismo. Intitolata «Riflessioni. Rosemarie Trockel e le collezioni torinesi», aperta dal 4 novembre al 26 febbraio e curata da Paolo Colombo, la mostra mette in relazione varie opere dell’artista tedesca con lavori da lei selezionati in alcuni musei torinesi. Mescolando cultura alta e popolare, la Trockel pone l’essere umano di fronte a se stesso, lasciandolo nudo e inerme al cospetto della propria coscienza, in una dimensione sospesa tra l’interpretazione psicologica, emotiva e sociologica.
La mostra è divisa in due sezioni: nella prima, dedicata al ritratto, disegni e dipinti come «Sibilla che legge» di AngeliKa Kauffmann (dalla Galleria Sabauda), «Santa Maria Maddalena leggente» del Giampietrino (da Palazzo Madama), un volto maschile barbuto del XVII secolo di scuola fiamminga (dalla Biblioteca Reale) e «Achille riconosciuto alla corte del re Licomede» della cerchia di Simon Vouet (dalla Pinacoteca Albertina) sono messi a confronto con ritratti maschili e femminili inediti dell’artista. Nella seconda, invece, le sue sculture in ceramica dall’effetto specchiante ottenuto con polveri di platino e argento dialogano a loro volta con specchi e vanitas di varie collezioni cittadine.