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Nicoletta Biglietti
Leggi i suoi articoliVentisei secondi. È questo l’intervallo tra un battito e l’altro. La Terra pulsa. Lo chiamiamo Earth’s Pulse: un microtremore regolare, debole, quasi impercettibile, ma misurabile dai sismologi di tutto il mondo. Non scuote palazzi. Non fa rumore. Eppure attraversa continenti, silenzioso e persistente. Questo battito nascosto diventa lente e guida per la mostra «Sensing» di Allora & Calzadilla, alla Galerie Chantal Crousel di Parigi dal 29 novembre 2025 al 15 gennaio 2026. I due artisti portoricani esplorano il limite poroso tra percezione organica e misurazione tecnologica. Trasformano dati sismici e segnali invisibili in esperienze visive, corporee e poetiche. Non si limitano a mostrare ciò che può essere registrato: indagano ciò che può essere percepito. Flussi di emozione, intuizione e memoria emergono tra linee, luce e vetro. Ciò che sfugge alla misurazione tecnica, qui diventa esperienza condivisa. Al centro dello spazio espositivo c’è la serie Pulse (2025). Ogni opera parte da stampe di 24 ore del «pouls de la Terre», segnale sismico rilevato ogni 26 secondi dalle stazioni globali. I dati sono organizzati in griglie precise, ma non restano solo numeri o grafici. Sottili linee tracciate a mano attraversano i sismogrammi, introducendo nuovi marcatori temporali e connessioni estetiche.
Documento scientifico e disegno gestuale si fondono: il battito impercettibile della Terra si intreccia con il gesto umano e l’espressione corporea. Pulse esplora la sintonia tra corpo e pianeta, tra percezione immediata e vibrazione profonda, e suggerisce una connessione tra l’uomo e le forze invisibili che attraversano la Terra. Nello stesso spazio, la serie Lightbound (2025) amplia questa ricerca nel mondo tridimensionale. I volumi sinuosi e allungati, ispirati alle liane tropicali delle foreste caraibiche, reagiscono alla luce, ai filamenti di fibra ottica collegati alla rete elettrica e alla presenza dei visitatori. Non si muovono fisicamente, ma la loro luce e la loro percezione cambiano in relazione all’ambiente: reagiscono alle variazioni energetiche della città, alla luminosità dello spazio, alla presenza dei visitatori. La loro apparenza si modula con ciò che le circonda. Non sono rappresentazioni della natura: sono organismi. Il vetro fuso viene plasmato insieme a maestri vetrai in una coreografia di calore, gravità e respiro. Il soffio del vetraio diventa strumento di trasformazione, dando forma all’energia. Fili di fibra ottica collegati alla rete elettrica di Parigi producono una luce pulsatoria che varia in tempo reale secondo le fluttuazioni della città. Lightbound rende visibili infrastrutture solitamente invisibili, mostrando la convergenza tra adattamento corporeo, mediazione tecnologica e resilienza degli ecosistemi. La serie riflette l’ecopoetica della luce: l’energia non è solo informazione, ma forza planetaria plasmata da storia, capitale e vulnerabilità ecologica.
Allora & Calzadilla, Pulse, 2024.
Jennifer Allora, nata a Philadelphia nel 1974, e Guillermo Calzadilla, nato a L’Avana nel 1971, collaborano dal 1995. Due percorsi diversi, stessa visione: usare l’arte come strumento di relazione con storia, politica, corpo e natura. Hanno rappresentato gli Stati Uniti alla Biennale di Venezia 2011 e partecipato a Documenta 13. La loro carriera combina dati, corpo umano, storia e presente, tra precisione tecnica e improvvisazione. Ogni opera è un dialogo tra misurazione e percezione, tra gesto individuale e ritmo universale. Nei lavori precedenti, da «Stop, Repair, Prepare» (2008) a «Apotome» (2013) e «The Great Silence» (2014), esplorano la tensione tra gesto umano, suono, tecnologia e tempo storico. In «Stop, Repair, Prepare», un pianoforte Bechstein modificato e posto su ruote obbliga i musicisti a suonare al contrario e in movimento. In «Apotome», un cantante produce note subsoniche tra animali tassidermizzati, creando un ponte tra suono umano e memoria storica. Ogni opera sfida i limiti tra corpo, tecnica, percezione e memoria. In «Sensing» Pulse e Lightbound condensano questa tensione. Il segnale impercettibile diventa esperienza. Il dato scientifico diventa gesto. Il ritmo geologico diventa pulsazione corporea. Sismogrammi attraversati a mano, vetri che crescono come liane tropicali, luce che pulsa in tempo reale: tutto diventa un ecosistema poetico che lega spettatore e pianeta. Gli artisti mettono in primo piano ciò che le registrazioni tecniche non possono catturare: emozione, intuizione, memoria, texture sottili dell’esperienza somatica.
La Terra pulsa. I dati diventano poesia. Il corpo risponde. La luce, il vetro, il segno, il respiro e il suono si intrecciano con la vibrazione del pianeta. Pulse e Lightbound non mostrano solo ciò che si misura: rivelano ciò che si sente.
Allora & Calzadilla, «Stop, Repair, Prepare», 2008.