Shubigi Rao, «River of Ink», 2008

© Shubigi Rao. Cortesia dell’artista

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Shubigi Rao, «River of Ink», 2008

© Shubigi Rao. Cortesia dell’artista

Shubigi Rao insegna a sopravvivere alla censura

Il libro come forma d’arte e atto di resistenza è al centro del progetto decennale «Pulp» dell’artista singaporiana presentato nel Bildmuseet di Umeå, in Svezia

Dal 14 marzo all’11 gennaio 2026, il Bildmuseet di Umeå, in Svezia, ospita «Shubigi Rao / Pulp I-IV», la prima rassegna completa del decennale progetto «Pulp» dell’artista singaporiana di origine indiana (Mumbai, 1975). Si tratta di un percorso artistico e di ricerca sui temi della censura, della distruzione dei libri, dell’obliterazione culturale, degli assalti alle biblioteche, della cancellazione delle voci femminili e della perdita delle lingue, reso attraverso libri, film, disegni e fotografie. Shubigi Rao condivide le strategie di sopravvivenza e resistenza che ha registrato incontrando bibliotecari, ricercatori e attivisti in biblioteche pubbliche, private, pirata e anarchiche in tutto il mondo, con particolare attenzione alle regioni segnate da conflitti storici o contemporanei. Partendo dalla concezione del libro come soggetto, forma d’arte e atto di resistenza, Shubigi Rao ha iniziato la sua ricerca a Sarajevo, dove il bombardamento della Biblioteca Nazionale di Bosnia ed Erzegovina nel 1992 ha distrutto quasi due milioni di libri.

Con lei entriamo in un mondo di resistenza di carta, popolato da attivisti che nascondono libri, recuperano collezioni danneggiate, pubblicano manoscritti proibiti, creano biblioteche ombra e reti alternative per la conoscenza condivisa. Sebbene articolata in una narrazione che comprende film, fotografie e opere su carta, il libro resta sempre la colonna portante della mostra, così come dell’intero lavoro dell’artista.

Shubigi Rao, che nel 2022 ha rappresentato Singapore alla Biennale di Venezia ed è stata direttrice artistica della Biennale di Kochi-Muziris, ha articolato «Pulp» in quattro volumi (per il secondo e il terzo è stata premiata con il Singapore Literature Prize for Non-Fiction, il quinto è tutt’ora in corso).

«Pulp I: A Short Biography of the Banished Book» (2016) studia la propensione dell’umanità alla distruzione, prendendo il libro come caso di studio. «Pulp II: A Visual Bibliography of the Banished Book» (2018) raccoglie incontri e interviste sul tema, da Anversa a Delhi. «Pulp III: An Intimate Inventory of the Banished Book» (2022) esamina le lingue in pericolo e la creazione di archivi di resistenza.

La mostra accompagna il visitatore verso la nuova tappa di «Pulp» con il lancio dell’ultimo film dell’artista, «Shadowstitch», girato nelle Filippine nel 2024, e la presentazione del nuovo volume in uscita, «Pulp Vol. IV», in formato non rilegato, offrendo così uno sguardo sul suo processo di realizzazione. Il film «Shadowstitch» mette in luce la resistenza delle donne come autrici, operatrici culturali, organizzatrici di comunità, attiviste rurali ed editrici indipendenti, partendo dal concetto di «speranza azionabile» della poetessa filippina Marjorie Evasco, che si sposa perfettamente con la visione di Rao: «Quando scriviamo, siamo collettivi».

Lungo i cinque piani espositivi, lo spirito di «Pulp» prende vita in una serie di opere sviluppate parallelamente al progetto, a partire da «Il fiume d’inchiostro», il primo lavoro realizzato dall’artista nel 2008. Lo sviluppo dei volumi che compongono il progetto si frammenta e si amplifica attraverso la correlazione tra libri e film, fino all’installazione «Pulp IV, Unbound and Abridged», che assume una forma architettonica: le pagine di un libro aperto vengono ingrandite e si estendono sulle pareti della galleria.

Shubigi Rao, «The Pelagic Tracts», 2018. © Shubigi Rao. Cortesia dell’artista

Giulia Grimaldi, 09 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

Shubigi Rao insegna a sopravvivere alla censura | Giulia Grimaldi

Shubigi Rao insegna a sopravvivere alla censura | Giulia Grimaldi