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Johann Joachim Winckelmann fu uno studioso raffinato, il coltissimo bibliotecario del cardinale Alessandro Albani, il «prefetto delle Antichità» di Roma e il teorico del Neoclassicismo, autore della Storia dell’arte nell’antichità (1763), eppure morì solo, in viaggio, a Trieste, accoltellato in una locanda da un malfattore.
Dopo il volume del 1763, si dedicò a una nuova impresa editoriale, i Monumenti inediti antichi, commissionando le incisioni ai maggiori artisti del tempo: un «museo di carta», in cui si affiancano testo e immagini, poi preso a modello da tanti seguaci, da Leopoldo Cicognara a Giovanni Volpato.
Nei 300 anni dalla nascita, le 208 tavole incise dell’«editio princeps» (due volumi, 1767) e dei manoscritti preparatori sono esposte dal 5 febbraio al 7 maggio al m.a.x. museo nella mostra «J.J. Winckelmann (1717-1768). I “Monumenti antichi inediti”. Storia di un’opera illustrata», curata da Stefano Ferrari e Nicoletta Ossanna Cavadini e realizzata con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dove si trasferirà dal 24 giugno al 25 settembre (catalogo Skira).
Insieme alle incisioni, del m.a.x. museo, sono in mostra le prime due edizioni italiane del libro (1767 e 1820), gli addenda del 1823 e i due manoscritti preparatori, mai esposti prima, oltre a 20 matrici di rame e 14 prove di stampa. Con essi sono esposti una gemma incisa, un rilievo di marmo e un affresco dal Museo Archeologico di Napoli, ritratti incisi di Winckelmann e un dipinto dell’atelier di Angelika Kauffmann.