Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Nick Brandt, «Women with Sleeping Children, Jordan, 2024»

© Nick Brandt

Image

Nick Brandt, «Women with Sleeping Children, Jordan, 2024»

© Nick Brandt

Sulla crisi climatica e sulle sue conseguenze umane e ambientali: Nick Brandt a Torino

Fulcro dell’esposizione è il nuovo capitolo della serie, realizzato in Giordania su committenza di Intesa Sanpaolo

Alessia De Michelis

Leggi i suoi articoli

Dal 18 marzo al 6 settembre 2026 le Gallerie d’Italia-Torino ospitano «The echo of our voices», ampia personale di Nick Brandt (Londra, 1964) a cura di Arianna Rinaldo. La mostra riunisce, per la prima volta in modo completo, tutti i capitoli di «The Day May Break», il progetto fotografico avviato dall’artista nel 2000 e diventato nel tempo una potente riflessione visiva sulla crisi climatica e sulle sue conseguenze umane e ambientali.

Fulcro dell’esposizione è il nuovo capitolo della serie, realizzato in Giordania su committenza di Intesa Sanpaolo. Qui Brandt ritrae famiglie di rifugiati siriani, in gran parte agricoltori, costretti a una condizione di perenne migrazione alla ricerca di territori in cui il clima consenta ancora la sopravvivenza e il raccolto. Le immagini restituiscono una precarietà sospesa, in cui l’eco delle voci individuali diventa testimonianza collettiva.

Accanto a queste opere, l’allestimento presenta i capitoli precedenti della trilogia, popolati da persone duramente colpite dal cambiamento climatico e da animali salvati dal bracconaggio. Ne emerge una narrazione coerente e struggente, in cui esseri umani e natura condividono lo stesso destino fragile, invitando lo spettatore a confrontarsi con l’urgenza del presente.

Alessia De Michelis, 29 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Sulla crisi climatica e sulle sue conseguenze umane e ambientali: Nick Brandt a Torino | Alessia De Michelis

Sulla crisi climatica e sulle sue conseguenze umane e ambientali: Nick Brandt a Torino | Alessia De Michelis