Lucas Arruda, «Untitled (from the “Deserto-Modelo series”)», 2024

Foto: Everton Ballardin

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Lucas Arruda, «Untitled (from the “Deserto-Modelo series”)», 2024

Foto: Everton Ballardin

Tra Parigi e Nîmes i luoghi mentali di Lucas Arruda

Al Musée d’Orsay i paesaggi dell’artista brasiliano dialogano con le ninfee di Monet; al Carré d’Art è invece protagonista la dimensione multimediale delle sue immagini in movimento

«La luce è al centro del mio lavoro, è movimento. È la luce che guida il mio pennello, che dà intensità e finisce per creare spazi né astratti né figurativi»: per Lucas Arruda la luce è lo strumento per dare vita alla tela, è forza vibrante che dissolve i contorni. Nel 2022, la Fondation Beyeler di Basilea tentò un parallelo riuscito tra l’opera di Claude Monet a quella dell’artista brasiliano, che con il maestro impressionista condivide un approccio simile alla natura e all’uso del colore. Ora è il Musée d’Orsay, il tempio stesso dell’Impressionismo, ad aprire le porte a Lucas Arruda e a creare per la prima volta un vero dialogo tra i due artisti, di generazioni diverse, accostando le tele dell’uno dell’altro nelle sue sale. La monografica parigina, dall’8 aprile al 20 luglio, fa eco a un’altra mostra organizzata al Carré d’Art di Nîmes dal 30 aprile al 5 ottobre

È dunque un anno d’oro per l’artista 42nne di São Paulo, dove vive e lavora, difeso da gallerie come David Zwirner, che sta crescendo nel panorama artistico internazionale. In Italia i suoi lavori sono stati visti tra l’altro alla Biennale di Venezia del 2019 nella collettiva di Punta della Dogana «Luogo e segni». Il Musée d’Orsay allestisce essenzialmente i «Deserto-Modelo», una serie di piccole tele, dalle tonalità tenui e sfumate, su cui l’artista lavora da una decina di anni e il cui nome è preso in prestito dal poeta brasiliano João Cabral de Melo Neto. Il Carré d’Art, che invece è un museo d’arte contemporanea, si interessa anche all’opera multimediale di Arruda, allestendo film e installazioni recenti, meno conosciute rispetto alle tele, e alcune opere realizzate appositamente per l’occasione. 

Al centro della ricerca artistica di Arruda c’è il concetto di viaggio, non solo viaggio fisico, ma anche interiore, che non è dunque mai solo una destinazione, ma anche un processo che implica l’esperienza del cambiamento e della trasformazione. I paesaggi che emergono, come nella sua seria più nota dei «Deserto-Modelo», non rappresentano mai un luogo specifico o riconoscibile, ma sono luoghi mentali, che giocano con il ricordo e l’immaginazione. Non sono dunque i paesaggi di Monet, che lavorava in plein air, ma, come il maestro impressionista, Arruda non vuole descrivere, bensì evocare. Queste piccole tele sono come finestre aperte su spazi infiniti, mari, cieli, deserti: «Alla maniera degli impressionisti, la questione della luce e la proiezione sensibile di una forma di introspezione sono particolarmente percepibili, sottolinea il museo in una nota. Pur essendo piccoli, i dipinti di Lucas Arruda sono carichi di tensione drammatica ed ogni pennellata è decisiva». 

La poetica contemplativa dei dipinti si ritrova nelle opere video di Lucas Arruda. Il Carré d’Art ha il merito di presentare anche questa parte meno esplorata della sua produzione artistica, più sperimentale e concettuale. Anche nel caso dei video, l’artista costruisce ambienti sospesi e rarefatti, sono paesaggi in movimento. Nîmes presenta, tra gli altri, «Untitled. (Neutral Corner)», un breve film in bianco e nero del 2018 che si inserisce nel contesto della ricerca sul tempo, sulla percezione e la resistenza umana portata avanti da Arruda. Il film riprende le vere immagini di uno storico incontro di box al Madison Square Garden del 1962, ma l’artista le manipola, cambia l’ordine delle sequenze e si concentra su alcuni dettagli, le mani, le braccia, le corde tese del bordo del ring, il respiro che segue la caduta. L’azione improvvisamente avviene in un tempo dilatato.

Lucas Arruda, «Untitled (from the “Deserto-Modelo series”)», 2024. Foto: Everton Ballardin

Luana De Micco, 12 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

Tra Parigi e Nîmes i luoghi mentali di Lucas Arruda | Luana De Micco

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