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Una delle sale del Museo Nazionale di Arte Moderna di Tokyo, una delle sedi pubbliche coinvolte in Art Week Tokyo

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Una delle sale del Museo Nazionale di Arte Moderna di Tokyo, una delle sedi pubbliche coinvolte in Art Week Tokyo

Tra dopoguerra storicizzato e arte giovane nipponica emergente

Intervista ad Atsuko Ninagawa, cofondatrice e direttrice di Art Week Tokyo, la cui terza edizione si terrà, in collaborazione con Art Basel, tra il 2 e il 5 novembre nella capitale giapponese

Francesca Interlenghi

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Si svolge dal 2 al 5 novembre la terza edizione di Art Week Tokyo. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con Art Basel, in breve tempo si è affermata con successo come uno dei nuovi punti di incontro per la comunità artistica non solo asiatica ma anche internazionale. La rassegna, guidata dalla cofondatrice e direttrice Atsuko Ninagawa, già proprietaria e direttrice della galleria Take Ninagawa, coinvolgerà 50 sedi, comprendenti 11 istituzioni e 39 gallerie, tra cui il Museo Nazionale di Arte Moderna, il Museo di Arte Contemporanea di Tokyo e il Mori Art Museum. In aggiunta da quest’anno anche una nuova piattaforma di vendita curata, Awt Focus, che attraverso opere delle gallerie partecipanti si propone una rilettura della storia dell’arte giapponese, a beneficio della generazione emergente di collezionisti e appassionati.

Con l’obiettivo di accendere i riflettori sulla scena dell’arte contemporanea, Art Week Tokyo riunisce musei e gallerie e organizza una serie di attività in tutta la città. Quali sono i valori fondanti dell’evento?
Art Week Tokyo mira a coinvolgere l’intera comunità e ad attivare l’ecosistema di Tokyo. Consideriamo le istituzioni, le gallerie, il mercato, il discorso critico, l’istruzione e l’ampia partecipazione del pubblico elementi di pari importanza per un sano sviluppo della scena artistica. Ad esempio, la nostra programmazione di conferenze affronta argomenti che si rivolgono sia ai professionisti dell’arte che al pubblico in generale. Mentre l’Awt Bar, dove i visitatori possono intrattenere conversazioni informali sull’arte in uno spazio progettato da un architetto emergente, può anche essere pensato come un’estensione della nostra programmazione di conferenze. L’obiettivo è quello di interessare tutte le figure che gravitano intorno al mondo dell’arte. Allo stesso modo, immaginiamo Art Week Tokyo come una piattaforma condivisa che utilizza il potere di attrazione delle gallerie affermate per portare nuovi visitatori locali e internazionali alle gallerie emergenti, il che a sua volta prepara la strada affinché queste entrino nel circuito artistico internazionale, agevolando così il loro processo di espansione. L’idea del servizio gratuito Awt Bus, che collega tra loro tutti i luoghi espositivi, nasce dalla volontà di creare un sistema interconnesso, perché senza di esso i visitatori tendono a privilegiare le zone della città in cui si concentrano le sedi principali.

Art Week Tokyo si inscrive nell’ambito di una serie di nuove iniziative in accordo non solo con le misure di ripresa post-Covid, ma anche con il tentativo del Giappone di ristabilire il proprio ruolo sulla scena culturale internazionale. Me ne può parlare?
Prima della pandemia abbiamo sempre avuto in Giappone un flusso costante di artisti, professionisti dell’arte e collezionisti provenienti da altre parti del Paese o dal resto del mondo durante tutto l’anno, ma non c’è mai stato un unico momento in cui tutti si potessero riunire contemporaneamente. Una delle motivazioni che ha visto nascere Art Week Tokyo è stata proprio la volontà di dare vita a un evento capace di radunare nello stesso momento un flusso importante di persone, offrendo loro una massa critica di mostre ed eventi e la possibilità di incontrare colleghi nazionali e internazionali. Penso che la pandemia abbia anche mostrato a tutti, in tutto il mondo, quanto dobbiamo impegnarci per rimanere in contatto gli uni con gli altri. Il Giappone ha registrato un significativo mutamento della sua scena artistica ed è importante aprire varchi di comunicazione con chi ha prospettive e modi di pensare differenti, anche se è una sfida. Ma siamo pronti a svolgere il complesso lavoro di traduzione necessario a condividere, con i visitatori provenienti da altri luoghi, il senso della nuova espressione artistica del Giappone.

Nonostante le frequenti oscillazioni, il mercato dell’arte giapponese sembra aver trovato una certa stabilità nell’ultimo decennio. Qual è la situazione attuale e quali le prospettive per il prossimo futuro?
Dopo la crisi finanziaria globale del 2008 abbiamo registrato un grande interesse del mercato per l’arte d'avanguardia giapponese del dopoguerra, a cominciare da Gutai. E mentre quella ricalibrazione ha brevemente distolto l’attenzione dagli artisti più giovani, penso che nel lungo periodo abbia fornito una stabilità di base per il mercato, poiché sia ​​i collezionisti giapponesi sia quelli internazionali riconoscono il valore delle opere storiche. Da allora, le agenzie governative, come l’Agenzia per gli Affari Culturali, si sono interessate a sostenere il mercato, fornendo sovvenzioni alle gallerie per partecipare a fiere d’arte internazionali e facendo pressioni sul governo per creare un ambiente economicamente più incoraggiante. Stiamo anche assistendo all’emergere di una nuova generazione di collezionisti, che hanno un forte senso etico e considerano la loro attività alla stregua di una missione sociale.

Se è vero che l’interesse globale per l’arte giapponese contemporanea sta crescendo, è altrettanto vero che accanto alle icone si stanno affermando anche i giovani artisti. Qual è lo spazio a loro riservato durante Art Week Tokyo?
Il nostro intento è dare visibilità alla molteplicità di espressioni dell’arte contemporanea a Tokyo. Per questo motivo sono inclusi sia spazi gestiti da artisti come Fig. e 4649 insieme ad altri come la pionieristica Tokyo Gallery + Btap, fondata nel 1950 e annoverata in tutti i libri di storia. Molti giovani artisti sperimentano al di fuori dell’arte vera e propria, confrontandosi con i manga o l’artigianato, i videogiochi o pratiche sociali, e potrebbe volerci un po' di tempo prima che la critica e le istituzioni si mettano al passo. D’altra parte, sembra che la storia dell’arte giapponese abbia ancora tanto da dire, con molti artisti all’avanguardia che aspettano di essere pienamente apprezzati. La nostra nuova piattaforma di vendita curata, Awt Focus, che si terrà presso lo storico Okura Museum of Art con opere tratte dalle gallerie partecipanti, sarà una sorta di arena per mostrare come i precedenti storici anticipino ciò che sta accadendo ora. Per l’edizione inaugurale, Kenjiro Hosaka, direttore dello Shiga Museum of Art di Otsu, ha scelto il tema «Mondi in equilibrio: Arte in Giappone dal dopoguerra al giorno d’oggi». La mostra intende esplorare le tensioni produttive che guidano la nuova espressione artistica in Giappone, come quelle tra arte e artigianato o astrazione e figurazione, mettendo in dialogo tra loro una vasta gamma di pratiche e artisti di diverse generazioni.
 

Una delle sale del Museo Nazionale di Arte Moderna di Tokyo, una delle sedi pubbliche coinvolte in Art Week Tokyo

Francesca Interlenghi, 21 agosto 2023 | © Riproduzione riservata

Tra dopoguerra storicizzato e arte giovane nipponica emergente | Francesca Interlenghi

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