Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Uno still dal film «45th Parallel» (Regno Unito, 2022, 15’) di Lawrence Abu Hamdan

Image

Uno still dal film «45th Parallel» (Regno Unito, 2022, 15’) di Lawrence Abu Hamdan

Un grande schermo per l’arte

Giunge alla XV edizione il festival fiorentino «Lo Schermo dell’arte» e quest’anno propone oltre 30 film con un focus speciale su Rosa Barba e l’immancabile Visio. Alcuni consigli su cosa vedere nei teatri di Firenze o in streaming su Mymovies

Image

Laura Lombardi

Leggi i suoi articoli

Giunge alla XV edizione «Lo Schermo dell’arte», festival ideato e diretto da Silvia Lucchesi e, dal 16 al 20 novembre, propone al Cinema La Compagnia e in altri luoghi di Firenze oltre 30 film che affrontano temi sociali, politici, ambientali, identitari. Anteprime internazionali e italiane prodotte tra il 2020 e il 2021, che vedono la partecipazione di oltre 40 artisti, autori e curatori e vanno a costituire una «piattaforma di progettazione e programmazione intorno alla pratica delle immagini in movimento aperta alle nuove esperienze dell’arte e del cinema», come spiega la direttrice. Gli artisti «sperimentali, poetici, narrativi, provocatòri varcano liberamente i limiti tra i generi cinematografici e ci sfidano con la loro forza arrivando talvolta a mettere in crisi la nostra idea di cosa debba essere un’opera d’arte».

Il focus di quest’anno è dedicato a Rosa Barba, artista che ha fatto del film un’opera scultorea, presente con cinque produzioni tra il 2020 e il 2021 e una prima italiana dell’installazione «Inset the Outset: Evoking a Space of Passage» presso Cango, sede del Centro Nazionale di produzione diretto da Virgilio Sieni: una meditazione sul mar Mediterraneo quale luogo di collegamento dei commerci ma anche di separazione tra nord e sud del mondo.

Tra gli highlights Silvia Lucchesi segnala «Insurrection» (2022), film «potente e duro» dedicato all’assalto a Capitol Hill, esordio cinematografico del noto artista fotografo Andres Serrano, che sarà presente alla proiezione. C’è poi il fantascientifico e immersivo «La quinta del sordo» (2021) di Philippe Parreno, che comprende una performance dal vivo con una violoncellista e l’artista presente. «A vendredi Robinson» (2022) di Mitra Farahani è invece un omaggio nel dialogo tra Jean-Luc Godard, probabilmente alla sua ultima apparizione sullo schermo, e il regista iraniano Ebrahim Golestan. Ma anche la riflessione di Theaster Gates sulla storia del colonialismo e delle comunità africane, in «A Clay Sermon» ( 2021).

Lo «schermo dell’arte» da tre edizioni a questa parte è anche in streaming su mymovies con una parte di film disponibili fino al 27 novembre. Una scelta legata inizialmente alla pandemia ma proseguita per raggiungere un pubblico più ampio. Tra i vari disponibili in streaming, Lucchesi indica «45th Parallel» del giordano Lawrence Abu Hamdan (artista ora in mostra alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino), che indaga il rapporto tra libera circolazione e libertà di pensiero, ma anche «Icarus» (2021) di Giorgio Andreotta Calò.
IMG20221114105503154_130_130.jpeg
«Icarus è un film molto poetico, commenta Alessandro Rabottini, esperto di video e direttore della Fondazione in Between Art and Film, ed è davvero impressionante che un artista dedito perlopiù alla scultura e all’installazione mostri una tale padronanza alla regia di immagini in movimento». Altri film? «Conosco bene il lavoro di Rosa Barba, ma sarà importante poter godere di più opere insieme. Capisco che solo uno dei titoli («The Empirical Effect», 2010), possa andare in streaming, perché il lavoro di Barba sul suono è molto percettivo, tattile e solo in sala si può apprezzare nella sua pienezza. E poi, ça va sans dire, consiglio «A flower in the mounth» (2022) di Eric Baudelaire».

Il Festival, che quest’anno, grazie al sostegno di Gucci, sarà gratuito per gli under 30, propone inoltre documentari sul lavori di singoli artisti, scelti con rigore e attenzione alla regia, come nel caso di quello su David Hammons, «The melt goes on Forever» (2022) di Harold Crooks e Judd Tully, o dell’autoritratto (in questo caso dunque a metà tra documentario e opera d’artista) di William Kentridge «Self Portrait as a Coffee Pot» (2022), ma anche nuove produzioni su due big quali Marina Abramovic e Basquiat.

Nell’ambito de «Lo Schermo dell’arte», si svolge «Visio European Project on Artists Moving Images», il progetto ideato e curato da Leonardo Bigazzi giunto alla sua XI edizione e in attesa per gennaio di una pubblicazione che ne documenterà il primo decennio. Dedicato agli under 35, «Visio» quest’anno fa un decisivo salto in avanti grazie alla partnership con il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, la Fondazione in Between Art and Film, FRAC Bretagne e Seven Gravity Collection, con l’importante novità del «Visio Production Fund», un fondo di produzione di 40.000 euro che sarà suddiviso tra i quattro vincitori scelti tra gli otto giunti alla fine di una rigorosa selezione: Maryam Tafaroky, Randa Maroufi, Aziz Hazara, Simon Liu, Paul Heintz, Wang Yuyan, Jérémie Danon Gerard e Ortin Castellivi, che ritroviamo anche nel programma principale con «Agrilogistics».

Rabottini sottolinea l’importante funzione di Visio quale serbatoio di scouting ma anche momento di svolta nella carriera di alcuni giovani già affermati. E Bigazzi aggiunge: «Visio è un progetto che ha sempre cercato di rispondere alle necessità del contesto nel quale operava. Oggi gli artisti, dopo due anni di pandemia, hanno bisogno della costruzione di dialogo, di una rete di collaborazione intorno ai propri progetti. Ne è prova il fatto che abbiano risposto alla call giovani che pur già hanno raggiunto alti livelli sulla scena internazionale».

Infine i talk: da quello con Rosa Barba e Roberta Tenconi, a quello con Barbara Grespi e Andrea Pinotti sulle forme di sperimentazioni emergenti tra arte e cinema (cui seguirà poi la proiezione di «Unseen Skeis» sul lavoro di Trevor Paglen) ed anche il talk «Curating the Immaterial» cui partecipano Sophie Cavoulacos (MOMa) Andrea Lissoni (Haus der Kunst, Monaco), Valentine Umanansky (Tate Modern).

Uno still dal film «Icarus» (Paesi Bassi, Italia, 2021, 30’ 23”) di Giorgio Andreotta Calò. Cortesia dell’artista e ZERO…

Laura Lombardi, 14 novembre 2022 | © Riproduzione riservata

Un grande schermo per l’arte | Laura Lombardi

Un grande schermo per l’arte | Laura Lombardi