Curata da Cornelia Homburg e Christopher Riopelle, «Van Gogh: poeti e amanti», dal 14 settembre al 19 gennaio 2025, non è solo la mostra più significativa con cui la National Gallery festeggia il proprio bicentenario, ma anche un omaggio ai cento anni dall’acquisizione di due tra le opere più celebri del maestro olandese, il «Vaso di girasoli» e «La sedia di Van Gogh», entrambi dipinti ad Arles nel 1888. Si tratta inoltre della prima mostra in assoluto che il grande museo dedica all’artista, di cui possiede altri celebri capolavori come «Campo di grano con cipressi» (1889), acquisito nel 1923, e «Erba alta con farfalle» (1890), entrato in collezione nel 1926.
Le oltre 50 opere esposte sono focalizzate sul periodo trascorso da Van Gogh nel Sud della Francia, tra Arles e Saint-Rémy (1888-90), e provengono da musei internazionali come il Kröller Müller di Otterlo, il Van Gogh di Amsterdam e il Musée d’Orsay di Parigi. Per l’occasione esce inoltre per la prima volta dagli Stati Uniti dal 1935, quando fu acquistata da Carroll Tyson, la versione dei «Girasoli» (1889) oggi al Philadelphia Museum of Art, che ritorna ad affiancarsi, come documentato nello studio di Van Gogh nel 1889, alla versione acquistata dal museo londinese direttamente dalla famiglia dell’artista. La diversa datazione dimostra non solo la profonda fascinazione esercitata su Van Gogh da questo soggetto, di cui eseguì oltre dieci versioni, ma anche il suo interesse per il tema della serie, intesa come precisa sequenza estetica e figurativa da esporre unitariamente. L’artista avrebbe infatti voluto presentare le varie versioni dei Girasoli in una mostra a Parigi, nell’ambito dell’Esposizione Universale, insieme alle opere di altri artisti d’avanguardia. Ulteriore importante prestito è rappresentato da «La Berceuse» (1889) proveniente dal Museum of Fine Arts di Boston, che dimostra l’interesse dell’artista per il mondo del ritratto. «Quando arrivò a Parigi nel 1886, Van Gogh iniziò a cambiare il suo modo di rappresentare la natura, ha avuto occasione di affermare Homburg, tra le principali esperte internazionali dell’artista e curatrice di numerose mostre a lui dedicate. Come un fotografo, zoomava sugli oggetti, con un particolarissimo uso selettivo di erbe e fiori. Il risultato sono composizioni molto insolite, spesso dedicate a paesaggi di cui una parte risulta molto vicina e il resto lontanissimo».
Il titolo della mostra allude all’influenza dell’immaginario poetico e romantico sull’ispirazione dell’artista. Ad Arles infatti Van Gogh immaginava Petrarca e Boccaccio passeggiare nel giardino pubblico antistante la Casa gialla in cui abitava, tanto da vagheggiarlo come Giardino dei Poeti. Coppie di innamorati compaiono poi in opere come «Notte stellata» del Musée d’Orsay (1888), mentre proprio poesia e amore sarebbero dovuti essere i soggetti della decorazione della Casa gialla. Il tema dell’amore ritornerà in maniera più drammatica nell’estate del 1889 quando, dopo il ricovero all’ospedale psichiatrico Saint-Paul-de-Mausole di Saint-Rémy, Van Gogh ne immaginò il giardino incolto come appartato luogo ideale per gli innamorati, dipingendone spettacolari vedute in netto contrasto con quelle realizzate in autunno, anch’esse in mostra a Londra, quando ormai l’artista associava manicomio e giardino a luoghi di dolore per sé e per gli altri pazienti.