Come sempre è multipla e varia la programmazione espositiva al Forte di Bard. Ultimi giorni per visitare (fino al 17 novembre) «China. Dalla rivoluzione culturale alla superpotenza globale», un progetto fotografico inedito curato dal fotografo Martin Parr con oltre 70 scatti dello stesso Parr e di Marc Riboud (1923-2016), autori di diversi reportage sulla Cina per conto dell’agenzia Magnum. Le fotografie richiamano l’attenzione sulle trasformazioni sociali ed economiche del Paese negli ultimi sei decenni. Il primo viaggio di Marc Riboud risale al 1956, al 1986 il primo di Parr che da quel momento in poi è diventato il testimone del passaggio dall’economia comunista al nuovo sviluppo che nel 1997 lo indusse ad affermare che: «La Cina di oggi assomiglia molto a Chicago».
Chiude il 24 novembre l’esposizione di «Dx Peace Sx», una monumentale installazione di Paolo Barichello (Biella, 1965), presentata a Bard il 22 settembre scorso. Alta 7,80 metri, reca al centro una colomba in acciaio con le ali spiegate formata dalla sagoma dei continenti e affiancata da una serie di sculture e quadri dipinti su metallo dall’artista. L’invito a credere sempre che la pace è possibile è chiaro, così come forte è il messaggio di speranza e fratellanza che questo lavoro emana.
Nathan Never, l’eroe del futuro uscito dalla matita di Romeo Toffanetti, fa da guida a «SuperFantaRobot, la Fantascienza a fumetti», mostra curata da Bruno Testa aperta fino al 6 gennaio. Rendendo omaggio a personaggi entrati nella memoria collettiva, tra fumetto e cinema, una carrellata di oltre cento tra illustrazioni e disegni di artisti come Rita Carlini, Sergio Cabello, Paolo Barbieri, Grazia Nidasio, Mino Milani, ci guida in un viaggio attraverso mondi visionari e fantascientifici. Un’intera sala è riservata agli incontri fumettistici tra Nathan Never e l’astronauta dell’Esa (Agenzia Spaziale Europea) Luca Parmitano, dedicati alla custodia e salvaguardia del nostro pianeta. Presente nel percorso espositivo anche uno spazio interattivo per disegnare astronavi e alieni, colorare, indossare la propria maschera-robot da portarsi via come ricordo.
Per gli approfondimenti sulla montagna e su coloro che l’hanno vissuta e raccontata, nelle sale degli Alloggiamenti del Museo delle Alpi proseguirà fino al 28 settembre 2025 un’antologica di Davide Camisasca, fotografo e guida alpina milanese residente a Gressoney-Saint-Jean da oltre cinquant’anni. La mostra, dal titolo «Terre bianche», documenta la ricerca dell’artista nell’ambito del reportage e della fotografia di montagna. Notevole la sezione che ha per soggetto il ghiaccio. Un’appendice della mostra, con quattro gigantografie che ritraggono il Monte Rosa, sarà ospitata nella Cappella del Forte.
Sono infine previste tra fine novembre e inizio dicembre due inaugurazioni: il 30 novembre «Emilio Vedova. Questa è pittura», monografica dedicata al protagonista dell’Informale a cura di Gabriella Belli (fino al 2 giugno 2025), e il 6 dicembre «Gianfranco Ferré. Dentro l’obiettivo», mostra sullo stilista scomparso a 63 anni nel 2007, a cura di Rita Airaghi, Paola Bertola, Giulia Zanichelli e Catia Zucchetti. La rassegna su Ferré, «architetto dello stile» che in tre decenni di carriera si era affermato tra le firme più riconosciute del Made in Italy, sarà visitabile fino al 9 marzo 2025.