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Grande retrospettiva con 140 opere dell’alchimista pop in tre sedi
- Mariella Rossi
- 14 agosto 2019
- 00’minuti di lettura


Una delle tre sedi della retrospettiva di Andy Warhol, il Palazzo Ducale di Martina Franca. © LPLT Wikimedia Commons
Warhol nella Valle d’Itria
Grande retrospettiva con 140 opere dell’alchimista pop in tre sedi
- Mariella Rossi
- 14 agosto 2019
- 00’minuti di lettura
Mariella Rossi
Leggi i suoi articoliSi articola in sei sezioni e tre città la grande retrospettiva «Warhol. L’alchimista degli anni Sessanta», allestita fino al 9 dicembre nel Palazzo Ducale di Martina Franca (Ta), nel Castello Normanno Svevo di Mesagne (Br) e nel Palazzo Tanzarella di Ostuni (Br). Fa parte del programma di grandi mostre a cadenza annuale che la Valle d’Itria dedica ai maggiori artisti del Novecento (lo scorso anno toccò a Picasso) implementando l’offerta storico artistica del territorio.
L’esposizione sul padre della Pop art americana, curata da Maurizio Vanni, è visitabile con un biglietto unico e comprende 140 opere suddivise per temi: «Consumismo, oggetti quotidiani e serialità», «Personaggi celebri. A uso e consumo», «Amore per la musica. Da producer e ideatore», «Rivoluzione sessuale. Dal ’68 a Ladies and Gentleman», «Marilyn, Jackie e John F. Kennedy» e «L’influenza Pop che raggiunge la Puglia».
Tra i molti ritratti in mostra vi sono quelli di Muhammad Alì, Mao Tse-Tung, Marilyn Monroe, Leo Castelli, David Hockney, Man Ray, Liza Minnelli, Truman Capote e Carolina Herrera, icone degli anni Sessanta rese ancor più celebri dalle sue serigrafie, tecnica «meccanica» ispirata alla riproduzione seriale della società dei consumi che teneva occupato un esercito di collaboratori nella leggendaria The Factory, lo studio di Andy Warhol al quinto piano del 231 East 47th Street, affittato per un centinaio di dollari all’anno nel cuore di Manhattan.
Oltre alle serigrafie, la mostra presenta anche opere filmiche tra cui «Women in revolt», ambigua e dissacrante commedia del 1971 prodotta da Andy Warhol, diretta da Paul Morissey e interpretata da tre superstar transgender che gravitavano nella Factory, Jackie Curtis, Candy Darling e Holly Woodlawn.
Un altro ingrediente della mostra è rappresentato dalla musica. Andy Warhol fu creatore di copertine di dischi, ma fu anche produttore, basti ricordare la collaborazione con i Velvet Underground, da molti considerati una sua creazione. Tra le cover esposte quelle realizzate per Diana Ross, i Rolling Stones, John Lennon, Aretha Franklin, Miguel Bosé e Loredana Bertè. Infine, a chiudere il percorso c’è la proiezione dell’ultimo film girato da Andy Warhol nel maggio del 1982 durante un viaggio da New York a Cape Code.
La mostra è prodotta da Puglia Micexperience, Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e dall’Associazione Culturale Spirale D’Idee in collaborazione con l’Associazione Culturale Metamorfosi. Esposta in precedenza nell’Orangerie della Villa Reale di Monza, è frutto di un protocollo d’intesa siglato tra Regione Lombardia e Regione Puglia.

Una delle tre sedi della retrospettiva di Andy Warhol, il Palazzo Ducale di Martina Franca. © LPLT Wikimedia Commons