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Oltre a venti dipinti e disegni, si visitano gli affreschi della cupola
- Stefano Luppi
- 22 aprile 2017
- 00’minuti di lettura


Guercino a distanza ravvicinata
Oltre a venti dipinti e disegni, si visitano gli affreschi della cupola
- Stefano Luppi
- 22 aprile 2017
- 00’minuti di lettura
Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliVenti dipinti e disegni di Giovanni Francesco Barbieri (Cento, 1591-Bologna, 1666) esposti nella Cappella ducale di Palazzo Farnese, dedicata all’intera produzione di Guercino, fanno da «introduzione» alla visione ravvicinata, grazie a percorsi interni del tamburo, degli affreschi che il maestro emiliano realizzò nel 1626-27 sulla cupola della Cattedrale, dotata di una nuova illuminazione realizzata da Davide Groppi. Sono questi i contenuti del progetto «Guercino a Piacenza», visibile fino al 4 giugno e promossa dalla Fondazione Piacenza e Vigevano, dalla Diocesi di Piacenza-Bobbio e dal Comune di Piacenza e affidata alla curatela di Daniele Benati e Antonella Gigli, grazie ai quali viene analizzata la produzione in terra piacentina e non solo del maestro (catalogo Skira).
La mostra a Palazzo Farnese, che i curatori hanno voluto dedicare al «riscopritore novecentesco» del maestro emiliano Denis Mahon, presenta alcune opere note suddivise lungo un percorso temporale. Molti lavori, come ad esempio «Madonna con Bambino e santi Pancrazio e Chiara» (1615) o «San Bernardino e san Francesco in preghiera davanti alla Madonna di Loreto» (1618) arrivano dal territorio centese, ma il percorso include anche prestiti da altri musei e collezioni: tra gli altri, «Et in Arcadia ego» (1618) da Palazzo Barberini di Roma, «San Martino e l’angelo» (1622) dai Musei Capitolini, «Cleopatra morente» (1648) da Palazzo Rosso di Genova, «Susanna e i vecchioni» (1649-50) dalla Galleria nazionale di Parma. Il «pezzo forte» dell’appuntamento è comunque la visita agli affreschi della cattedrale piacentina che il pittore realizzò dal maggio 1626 sostituendo Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone, che aveva iniziato il lavoro prima di morire.
Per «millenovecento ducatoni» e una casa in «domo claustrum» (lo dicono i documenti esposti nel Duomo), Guercino affrescò sei scomparti con le immagini dei profeti Aggeo, Osea, Zaccaria, Ezechiele, Michea, Geremia, otto lunette in cui si alternano episodi dell’infanzia di Gesù («Annuncio ai pastori», «Adorazione dei pastori», «Presentazione al Tempio» e «Fuga in Egitto») e affascinanti Sibille, nonché il fregio del tamburo affidato ad aiuti. Infine, riguardo le dipinture della cattedrale, è stata realizzata una proiezione multimediale che riproduce gli affreschi della cupola e i disegni preparatori in scala 1:2.