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La prima metà dell'Ottocento è stata l'epoca aurea dell'arte scandinava
- Luana De Micco
- 21 ottobre 2020
- 00’minuti di lettura


«Bambina con tazza», di Constantin Hansen (particolare). Copenaghen, Statens Museum for Kunst
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliIl Petit Palais dedica una mostra all’età d’oro della pittura danese: periodo che viene in genere fissato tra il 1801 e il 1846 e che il museo parigino estende fino al 1864, anno della seconda guerra dello Schleswig e della sconfitta della Danimarca contro le truppe prussiane. Un anno considerato di «rottura» anche nel mondo dell’arte.
La mostra si organizza in sezioni tematiche: la vita a Copenaghen, culturale e borghese, l’osservazione della natura, il paesaggio, i viaggi degli artisti in Francia, in Italia e nei Paesi scandinavi, i ritratti di famiglia e di bambini ben educati, l’artista al lavoro, sono alcuni dei temi trattati.
Il percorso si apre sulla figura del pittore neoclassico Christoffer W. Eckersberg, capofila della scuola di Copenaghen. Eckersberg, che aveva studiato nell’atelier di Jacques-Louis David e viaggiò a Roma, divenne professore all’Accademia di Belle Arti nel 1818 e fu il maestro di tutta la nuova generazione di pittori danesi. Eckersberg riformò l’insegnamento accademico, incoraggiò la pittura en plein air e introdusse lo studio del nudo femminile.
Il Petit Palais, in collaborazione con lo Statens Museum for Kunst di Copenaghen e il Nationalmuseum di Stoccolma, espone più di 200 opere di artisti come Christen Købk, Martinus Rørbye o ancora Constantin Hansen. La mostra «L’età d’oro della pittura danese», rinviata all’autunno dopo la crisi sanitaria, è presentata fino al 3 gennaio.

«Bambina con tazza», di Constantin Hansen (particolare). Copenaghen, Statens Museum for Kunst