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Inconsueto excursus sulle impalpabili sfere nella storia del'arte
- Stefano Miliani
- 15 marzo 2019
- 00’minuti di lettura


Manifattura fiorentina da un disegno di Giuseppe Zocchi, «L’Aria», dalla serie «Il Fuoco, la Terra, l’Acqua e l’Aria», mosaico di pietre dure, Vienna, Möbel Museum, Bundesmobilienverwaltung – Hofmobiliendepot
Il bello della bolla di sapone
Inconsueto excursus sulle impalpabili sfere nella storia del'arte
- Stefano Miliani
- 15 marzo 2019
- 00’minuti di lettura
Stefano Miliani
Leggi i suoi articoliNella levità e nelle trasparenze delle bolle di sapone i pittori hanno alluso, nel XVI e XVII secolo, alla vita che evapora in un soffio, mentre gli scienziati vi hanno trovato fertili campi di indagine. Ha un duplice registro «Bolle di sapone. Forme dell’utopia tra Vanitas, arte e scienza» alla Galleria Nazionale dell’Umbria dal 16 marzo al 9 giugno, inconsueto excursus sulle impalpabili sfere curato da Marco Pierini, direttore del museo, e Michele Emmer, matematico già docente all’Università La Sapienza di Roma.
«Emmer nel 2009 pubblicò un bellissimo libro per Bollati Boringhieri, “Bolle di sapone. Tra arte e matematica”. Mi suggerì di curare insieme una mostra. Ci siamo riusciti adesso, piuttosto è strano finora che nessuno ne abbia allestita una», confessa Pierini. Il percorso include Guido Reni, Fra’ Galgario, Jan Brueghel il Giovane, Man Ray, Max Beckmann, incisioni, foto, manifesti pubblicitari, un trattato di Isaac Newton, fino al Giulio Paolini che, in un collage del 1990, cita un celebre quadro alla National Gallery di Washington con un ragazzo affacciato alla finestra.
Pierini sceglie come momenti più toccanti due dipinti: proprio un Chardin con un bambino e una lavandaia in prestito dall’Ermitage, che il museo di San Pietroburgo data al 1730, e il ragazzo sulle onde dell’olandese Karel Dujardin (1622/26-1678) dalla Galleria Nazionale della Danimarca a Copenaghen: «Nel ’500 e nel ’600 la bolla è simbolo di caducità e fragilità, chiosa. Nel ’700 e soprattutto nell’800 diventa scena di genere, un gioco, perde forza simbolica. Nel ’900 torna in parte come citazione; penso anche a una macchina di Pipilotti Rist che citiamo ma non possiamo avere perché altererebbe il microclima». Catalogo Silvana Editoriale, più un libro per bambini edito da Emmer.

Manifattura fiorentina da un disegno di Giuseppe Zocchi, «L’Aria», dalla serie «Il Fuoco, la Terra, l’Acqua e l’Aria», mosaico di pietre dure, Vienna, Möbel Museum, Bundesmobilienverwaltung – Hofmobiliendepot