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Alla Galleria Michela Rizzo è allestita la mostra dell’artista milanese che stupisce quanto a ricerca varia ed eterogenea
- Camilla Bertoni
- 23 novembre 2022
- 00’minuti di lettura


Una veduta della mostra alla Galleria Michela Rizzo di Venezia
Lucio Pozzi, il multiforme
Alla Galleria Michela Rizzo è allestita la mostra dell’artista milanese che stupisce quanto a ricerca varia ed eterogenea
- Camilla Bertoni
- 23 novembre 2022
- 00’minuti di lettura
Camilla Bertoni
Leggi i suoi articoli«Il vento di Mercurio», ovvero la variabilità stilistica come cifra di un artista, è il titolo della personale di Lucio Pozzi, le cui opere recenti, alternate con lavori del passato, sono esposte fino a metà dicembre alla Galleria Michela Rizzo (Isola della Giudecca, 800 Q).
«Dice Michela Rizzo, scrive il curatore Davide Ferri, che ogni mostra personale di Lucio Pozzi corre il rischio di somigliare a una collettiva. “Il vento di Mercurio”, anziché diminuire questa impressione, ribadisce che la sola, vera possibilità di lettura del suo lavoro sta proprio nella disarticolazione, nella multiformità, nella deviazione e nelle parentesi. Del resto, il titolo parla chiaro: Mercurio è il dio dal carattere cangevole, della volubilità e della leggerezza […]».
Se nei «Level Group» prevale il gesto, fondante è la direzione delle pennellate, altri lavori hanno una base e un’origine fotografica, mentre gli «Scatter paintings» mostrano uno sparpagliamento di linee e segni. «Storia» è un lavoro a base figurativa mentre gli «Overlap Paintings» rappresentano una deriva astratta. Infine appaiono in mostra forme di natura scultorea e installativa.
Nato a Milano nel 1935, con una prima formazione di studi di architettura a Roma, dal 1962 ad Harvard e poi per molti anni cittadino americano a New York, dove ha avuto riconoscimenti dal MoMa e ha insegnato alla Cooper Union di New York, oltre che a Yale, a Princeton, al Maryland Institute of Art e all’Accademia di Brera, ora vive tra Hudson, cittadina a nord di New York, e Valeggio sul Mincio, piccola realtà di provincia tra Mantova e Verona.
«La mostra, sottolinea Ferri, solleva alcune domande: il lavoro di Pozzi è astratto o figurativo? Valgono ancora queste due categorie per definire la pittura? Che cos’è l’autorialità in pittura se non si traduce in uno stile definito? È possibile definire il suo lavoro all’interno di un qualche periodo o storicizzazione?» Domande che valgono come tracce di un pensiero critico generale sull’arte contemporanea.

Una veduta della mostra alla Galleria Michela Rizzo di Venezia