«Luigi Bartolini. Attraverso il colore» è il titolo della mostra monografica dedicata alla produzione pittorica dell’artista, scrittore, poeta e incisore nato a Cupramontana (An) nel 1892 e morto a Roma nel 1963, cui ricorre quest’anno il sessantesimo anniversario della scomparsa, celebrato da Regione Marche e dai comuni legati alla sua vita e produzione. Noto più come incisore e scrittore, autore di Ladri di biciclette, dal quale fu tratto il capolavoro neorealista di De Sica che vinse l’Oscar nel 1948, Bartolini fu anche prolifico pittore, aspetto che la mostra di Macerata, allestita nel Palazzo Buonaccorsi fino al 7 aprile 2024 mette in luce attraverso una ricca selezione di dipinti provenienti da collezioni pubbliche e private.
Forte, curioso, eclettico e dal carattere imperioso, l’artista con la sua figurazione venata di poesia e liricità si contrappose al recupero della tradizione promosso dalla pittura italiana durante il ventennio fascista: tra lo scetticismo dei conservatori e l’entusiasmo della critica più attenta, Bartolini portò avanti la sua idea di pittura espressa con un linguaggio originale e moderno, in grado di coniugare i soggetti della tradizione con la forza del colore e l’impeto del gesto di matrice espressionista propri del ’900.
Arricchito di documenti inediti e fotografie, il percorso espositivo, curato da Manuel Carrera, è articolato in quattro sezioni tematiche. La prima è dedicata a un aspetto nodale della produzione di Bartolini: quello dell’intimismo domestico, attraverso una serie di dipinti raffiguranti interni e ritratti di familiari e amici, permeati da una spiccata tensione espressionista resa con pennellate larghe e intense. Segue un focus sulla pittura di paesaggio, dal quale emerge la sua visione compendiaria della realtà, tutta luce e colore, di forte impatto emotivo ben espressa, nella fase matura della sua carriera, con il dipinto «Periferia» (Macerata, Palazzo Buonaccorsi, 1957) con il quale si aggiudicò il Premio Nazionale Scipione, allora alla sua seconda edizione.
Si continua poi con le nature morte, che rivestono un ruolo di assoluto rilievo all’interno della sua vasta produzione, e con le scene di genere, che documentano l’interpretazione interiorizzata che Bartolini offre della realtà.
All’attività di incisore dell’artista sarà invece dedicata, dal 30 novembre al primo aprile 2024 nelle Sale del Castellare del Palazzo Ducale di Macerata, la mostra «Al vivo nero: segni come poesia. Luigi Bartolini incisore» a cura di Luca Cesari e Alessandro Tosi.
Luigi Bartolini pittore e incisore
«Luigi Bartolini. Attraverso il colore» è il titolo della mostra monografica dedicata alla produzione pittorica dell’artista, scrittore, poeta e incisore nato a Cupramontana (An) nel 1892 e morto a Roma nel 1963, cui ricorre quest’anno il sessantesimo anniversario della scomparsa, celebrato da Regione Marche e dai comuni legati alla sua vita e produzione. Noto più come incisore e scrittore, autore di Ladri di biciclette, dal quale fu tratto il capolavoro neorealista di De Sica che vinse l’Oscar nel 1948, Bartolini fu anche prolifico pittore, aspetto che la mostra di Macerata, allestita nel Palazzo Buonaccorsi fino al 7 aprile 2024 mette in luce attraverso una ricca selezione di dipinti provenienti da collezioni pubbliche e private.
Forte, curioso, eclettico e dal carattere imperioso, l’artista con la sua figurazione venata di poesia e liricità si contrappose al recupero della tradizione promosso dalla pittura italiana durante il ventennio fascista: tra lo scetticismo dei conservatori e l’entusiasmo della critica più attenta, Bartolini portò avanti la sua idea di pittura espressa con un linguaggio originale e moderno, in grado di coniugare i soggetti della tradizione con la forza del colore e l’impeto del gesto di matrice espressionista propri del ’900.
Arricchito di documenti inediti e fotografie, il percorso espositivo, curato da Manuel Carrera, è articolato in quattro sezioni tematiche. La prima è dedicata a un aspetto nodale della produzione di Bartolini: quello dell’intimismo domestico, attraverso una serie di dipinti raffiguranti interni e ritratti di familiari e amici, permeati da una spiccata tensione espressionista resa con pennellate larghe e intense. Segue un focus sulla pittura di paesaggio, dal quale emerge la sua visione compendiaria della realtà, tutta luce e colore, di forte impatto emotivo ben espressa, nella fase matura della sua carriera, con il dipinto «Periferia» (Macerata, Palazzo Buonaccorsi, 1957) con il quale si aggiudicò il Premio Nazionale Scipione, allora alla sua seconda edizione.
Si continua poi con le nature morte, che rivestono un ruolo di assoluto rilievo all’interno della sua vasta produzione, e con le scene di genere, che documentano l’interpretazione interiorizzata che Bartolini offre della realtà.
All’attività di incisore dell’artista sarà invece dedicata, dal 30 novembre al primo aprile 2024 nelle Sale del Castellare del Palazzo Ducale di Macerata, la mostra «Al vivo nero: segni come poesia. Luigi Bartolini incisore» a cura di Luca Cesari e Alessandro Tosi.