Quanta acqua è passata sotto i ponti dall’abito con gonna a pieghe e cardigan smanicato disegnato da Jean Patou nel 1920 per la tennista Suzanne Lenglen, giudicato anticonformista per l’epoca, all’aderentissima tuta Black Panther (firmata Nike) sfoggiata da Serena Williams al Roland Garros nel 2018 e vietata dal torneo perché «irrispettosa».
In attesa delle Olimpiadi 2024, il Musée des Arts Décoratifs presenta dal 20 settembre al 7 aprile 2024 la mostra «Moda e sport. Da un podio all’altro»: la storia della moda sportiva, dall’antichità ad oggi, passando per il Medioevo, la corte di Versailles e gli anni tra le due guerre mondiali, quando Jean Patou, Jeanne Lanvin, Gabrielle Chanel ed Elsa Schiaparelli diventano i pionieri dello sportswear.
Da una decina d’anni si sono moltiplicate le collaborazioni tra i big delle sneaker e i brand della moda, come Adidas con Stella McCartney e Gucci o Fila con Fendi, e le star dello sport prestano il loro volto all’alta moda, come Zidane per Dior. Il museo espone 450 oggetti circa, accessori, fotografie, riviste, manifesti, abiti e completi sportivi, tra cui gli sweater Hermès degli anni ’30, i primi bikini degli anni ’30 e ’40 a vita alta, l’iconica polo Lacoste e le scarpe da tennis col tacco a spillo di Cyd Jouny del 1993.