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A Nizza la prima monografica di rilievo in Francia dell'artista nigeriana in collaborazione con il Castello di Rivoli
- Luana De Micco
- 19 agosto 2021
- 00’minuti di lettura


Otobong Nkanga durante la performance «Glimmer Fragments» alla Tate di Londra nel 2015) © Otobong Nkanga
Nella terra di Otobong Nkanga
A Nizza la prima monografica di rilievo in Francia dell'artista nigeriana in collaborazione con il Castello di Rivoli
- Luana De Micco
- 19 agosto 2021
- 00’minuti di lettura
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliVilla Arson propone, fino al 19 settembre, la prima monografica di rilievo in Francia di Otobong Nkanga (Kano, Nigeria 1974; vive e lavora ad Anversa) insignita di una Menzione speciale alla 58ma Biennale di Venezia.
«When Looking Across the Sea, do you Dream?» è stata realizzata in collaborazione con il Castello di Rivoli, che produce una serie di opere nuove dell’artista nigeriana, in vista di una mostra che si terrà dal 26 settembre all’8 gennaio. Il museo di Rivoli ne ha del resto acquisito un’opera nel 2017, «Kolanut Tale: Slow Stain», presentata nella mostra «L’emozione dei colori nell’arte».
Attraverso un approccio multidisciplinare, tra scultura, video, performance, Otobong Nkanga esplora il rapporto con il corpo e la terra, interessandosi allo sfruttamento delle sue risorse e in particolare alla mica, un minerale usato nei cosmetici.
A Nizza, in un percorso che privilegia le corrispondenze estetiche, sono allestite fotografie, come «Emptied Remains» sulle miniere in Nigeria, disegni preparatori, arazzi, una grande installazione dedicata alla noce di cola, «Contained Measures of Kolanut Tales», e «Manifest of Strains», una scultura circolare di acciaio, fuoco, acqua e aria.
La Villa Arson espone anche, sempre fino al 19 settembre, due opere recenti della giovane artista francese Camille Lapouge (1989), che s’interessa a sua volta al rapporto col territorio: si tratta di «Honolulu Boreale» e «Sidi Ferruch», entrambe dal ciclo «More shoes more boots more garlic» (2016-20).

Otobong Nkanga durante la performance «Glimmer Fragments» alla Tate di Londra nel 2015) © Otobong Nkanga