Dall’1 al 4 settembre Monopoli sarà lo scenario per la seconda edizione di Panorama, la mostra diffusa ideata dal consorzio Italics, che riunisce le principali gallerie d’arte italiana antica, moderna e contemporanea. La mostra si sviluppa come un itinerario di 20 luoghi espositivi nel centro storico di Monopoli in cui sono presentate 70 opere, dal Quattrocento a oggi, di circa 60 artisti, tra cui 7 lavori performativi. Panorama Monopoli include anche un ricco public program progettato in collaborazione con Treccani e ha sviluppato con PhEST la realizzazione di un focus specifico dedicato a Lisetta Carmi alla cui memoria sarà conferito il premio Italics d’Oro. Per il secondo anno «Il Giornale dell’Arte» è media partner dell’evento: riattiveremo la chat whatsapp per lasciar parlare direttamente le voci dei protagonisti e seguiremo in diretta la mostra diffusa nelle storie di Instagram.
Il racconto che si sviluppa tra palazzi, chiese e luoghi all’aperto è legato al tema lanciato dal curatore, il pugliese Vincenzo de Bellis, rientrato da Minneapolis e in procinto di assumere il ruolo di direttore delle fiere e delle piattaforme espositive di Art Basel: «Ho scelto di lavorare sul tema dell’ospitalità, sulla xenia che è un concetto di origine greca, un tema che affronta il nostro rapporto con gli altri. È un argomento di grande attualità per tutto quello che sta succedendo nel mondo e ha a che fare molto con l’identità anche geografica del posto, della Puglia in generale e di tutte le zone costiere, soggette a migrazioni, immigrazioni e invasioni. Monopoli ha un centro storico medievale che ha avuto tantissime vicende legate alle invasioni bizantine e a quelle normanne e pertanto questo suo essere luogo di incontro e scontro mi ha fatto pensare alla xenia».
La scelta di Monopoli si presenta logisticamente ideale anche per il tipo di fruizione promosso da Italics. «Il centro storico di Monopoli è molto facile da girare, continua de Bellis, è in pianura, si affaccia sul mare e i luoghi scelti sono collocati a pochissima distanza tra di loro per stimolare il più possibile il movimento pedonale. Monopoli ha anche tanti immobili che sono chiusi da anni e Italics si prefigge non solo di porre l’accento sull’arte ma anche di valorizzare luoghi che non sono noti al grande pubblico e così apriamo palazzi o chiese chiusi da 50 anni in condizioni di vero degrado, noi li apriamo per far capire qual è lo stato delle cose».
Un progetto accolto dalle gallerie che trovano «vincente l’idea di promuovere la cultura e la bellezza diffusa del territorio italiano, attraverso la percezione di noi mercanti d’arte antica, moderna e contemporanea. Con itinerari che conducono il pubblico internazionale di collezionisti e appassionati alla scoperta di curiosità e aspetti meno conosciuti d’Italia», come asserisce Alessandra Di Castro. Per Lia Rumma «Italics è un’esperienza unica nel suo genere. Sono felice di prendere parte a questa iniziativa che vede le gallerie italiane unite in un fronte comune, il passato ci ha insegnato in più di un’occasione che l’Arte unisce e fortifica». Concorde la Galleria Dello Scudo: «Un’inedita e costruttiva esperienza che dà vita a un dialogo oggi necessario tra i colleghi di antico, moderno e contemporaneo. Ne scaturiscono idee, progetti, iniziative altrimenti di non facile realizzazione».
Anche la Galleria Carlo Orsi apprezza la coralità: «Italics dimostra la capacità del settore privato di creare sinergie con le istituzioni del proprio Paese: è la prima volta che gallerie d’arte antica, moderna e contemporanea si trovano a collaborare per la creazioni di progetti di così ampio respiro e con una dichiarata valenza sociale. Il consorzio porta l’attenzione del pubblico internazionale lontano dai mega hub dell’arte, stimolando un turismo slow e consapevole, premiato anche dal patrocinio dell’Unesco». Per la Galleria ADA «Italics rappresenta uno statement di qualità rispetto al programma e alle modalità di lavoro delle gallerie che ne fanno parte. Si propone l’obiettivo di puntare i riflettori su luoghi, cultura ed eccellenze italiane attraverso la voce dei galleristi, valorizzando quindi l’identità di ognuna delle gallerie consorziate e avvicinando il pubblico internazionale al nostro territorio».
La mostra accosta in un dialogo continuo ambienti e opere che siano temporalmente vicini o di periodi differenti come nel caso della Galleria Orsi che presenta «Carlo Manieri, pittore pugliese attivo a Roma nella seconda metà del ’600. L’artista è presente con una grande natura morta barocca, un’opera iperrealista, di dimensioni monumentali che Vincenzo de Bellis ha messo in dialogo con un progetto di Natalie Djurberg & Hans Berg. Si tratta di una riflessione sul tema del gigantismo, sul potenziale narrativo e celebrativo dell’opera d’arte in relazione al contesto sociale in cui è inserita e sull’incerto confine tra presentazione e rappresentazione».
Nella grande tela di Giovanni Lanfranco proposta dalla Galleria Alessandra Di Castro, «il concetto di “xenia” riassume il rapporto con lo straniero, ne indaga un aspetto intimo e molto attuale, quello dell’amore tra giovani di origini diverse, Angelica, principessa del Catai, con il guerriero saraceno Medoro, raccontato nell’Orlando Furioso». La Galleria Dello Scudo ha «condiviso con il curatore de Bellis la scelta di un artista, Antonio Sanfilippo, tra i protagonisti di Forma 1, il gruppo cui si deve un contributo determinante all’avvio della sperimentazione astratta in Italia nel secondo dopoguerra».
Mentre la Galleria ADA espone le opere di Gaia Di Lorenzo che «sono parte di “Temmatemenetè”, 2021. Le grandi tende in alluminio richiamano le tradizionali moschiere diffuse nel meridione (Scendelìlle nel dialetto locale) e sono sormontate da travi in legno intarsiato, sulle quali troviamo incise brevi frasi. Tali frasi o motti derivano dagli sciàmbule, una forma di canto tradizionale diffusa in Puglia». Lia Rumma presenta «un progetto di Alfredo Jaar dedicato alle miniere d’oro a cielo aperto nella Serra Pelada e alle terribili condizioni dei lavoratori che ogni giorno danno la vita per una pepita d’oro. Con questa opera, emerge l’aspetto contraddittorio e disumano dei contesti in cui la ricchezza di pochi grava sulla miseria di molti, sacrificati sull’altare del mito dell’oro».
Panorama Monopoli rappresenta un momento importante per la seconda metà del 2022, con le sue aspettative e gli imminenti programmi per le gallerie coinvolte, così, alcune, prefigurano l’attività futura.
La Galleria Dello Scudo «prosegue con impegno nel realizzare nuovi progetti come quello, inedito, dedicato a Piero Dorazio e alla sua “nuova pittura” tra il 1963 e il 1968, a cura di Francesco Tedeschi e in collaborazione con l’Archivio Piero Dorazio». La Galleria Carlo Orsi «sta lavorando ad una mostra su Canova curata da Fernando Mazzocca, riportando alla luce opere raramente esposte in pubblico, custodite nelle collezioni private e nei depositi dei nostri musei pubblici. Una piccola mostra gioiello programmata per novembre 2022».
Per Lia Rumma «Ormai il mondo dell’arte ha ripreso le sue attività a pieno ritmo. Abbiamo fiere e ovviamente mostre impegnative: Giovanni Anselmo a Milano e Marzia Migliora a Napoli». La Galleria Alessandra Di Castro «continua nella seconda metà di settembre con l’importantissimo, attesissimo appuntamento con la Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze a Palazzo Corsini. E ancora, a inizio novembre, a Torino per la decima edizione di Flashback». La Galleria ADA ha «in programma la mostra personale di Gaia Di Lorenzo a fine settembre, a seguire una live performance di Xenia Perek e la seconda personale in galleria di Diego Gualandris. Inoltre si sta lavorando a un progetto editoriale e a novembre ad Artissima uno stand con opere inedite di due artiste in dialogo».