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A Palazzo Reale una spettacolare retrospettiva e un film per il centenario dell’artista
- Ada Masoero
- 05 dicembre 2019
- 00’minuti di lettura


Emilio Vedova fotografato da Aurelio Amendola. © Cortesia della Galleria Minini
Vedova si scontra con le Cariatidi
A Palazzo Reale una spettacolare retrospettiva e un film per il centenario dell’artista
- Ada Masoero
- 05 dicembre 2019
- 00’minuti di lettura
Le celebrazioni per il centenario della nascita di Emilio Vedova (Venezia 1919-2006), promosse dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, guidata da Alfredo Bianchini, si chiudono con una mostra curata da Germano Celant e prodotta dalla Fondazione stessa con la collaborazione di Comune Milano-Cultura e Palazzo Reale, che si apre, dal 6 dicembre al 9 febbraio, nella neoclassica Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale.
La stessa sala in cui nel 1953, quand’era ancora devastata dalla guerra, per volontà di Picasso fu esposto «Guernica». Il curatore ha scelto due cicli del lavoro, degli anni ’60 il primo, il secondo degli anni ’80, identificando in essi gli snodi più radicali del rinnovamento del linguaggio artistico realizzato da Vedova. E anche l’allestimento, dello studio Alvisi Kirimoto di Roma, che vede una parete (lunga trenta metri e alta cinque) attraversare in diagonale il salone, sembra voler evocare il modello di quegli «scontri di situazioni» cui Vedova intitolò un famoso ciclo di suoi lavori.
Degli anni ’60 vanno in scena i «Plurimi» realizzati nel suo soggiorno del 1963-64 a Berlino, nei quali, dopo avere spezzato le rigidità dell’astrazione neocubista e avere adottato una drammatica gestualità, Vedova prese a smembrare anche la superficie del dipinto, articolandola in grandi frammenti densi di emozioni. Dapprima liberi poi, nel decennio successivo, «costretti» a scorrere su binari («Plurimi Binari»), questi lavori si connettono all’architettura scenica elaborata da Vedova per le composizioni di Luigi Nono «Intolleranza ’60» e poi «Prometeo», 1981.
Ed è proprio negli anni ’80 che vedono la luce i «Dischi», tondi dipinti su entrambe le facce e collocati a pavimento o a muro, cui è dedicata la seconda parte della mostra milanese. Che è accompagnata non da un catalogo ma da una monografia curata da Celant, edita da Fondazione Vedova e Marsilio, ultima in ordine di tempo delle iniziative editoriali realizzate per il centenario, dal volume De America (Skira) ai Diari di Vedova (Marsilio), dalle cui pagine Toni Servillo ha tratto alcuni brani, letti nel film di Tomaso Pessina «Emilio Vedova. Dalla parte del naufragio».

Emilio Vedova fotografato da Aurelio Amendola. © Cortesia della Galleria Minini