NOTIZIE IN BREVE GIORNO PER GIORNO NELL'ARTE | 09 LUGLIO 2024

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MARTEDÌ 9 LUGLIO 2024

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Dall’alto in senso orario, la Madonna Odigitria restaurata al Pantheon; rendering di «We are Explosion Event for PST ART» di Cai Guo-Qiang (2024) Cortesia Cai Studio; una delle performance al Padiglione Italia durante l’inaugurazione della Biennale di Venezia © Il Giornale dell’Arte; Esempio di fondamenta di edifici veneziani minacciati dall’innalzamento dell’acqua © Il Giornale dell’Arte

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È Marion Ackermann la prima presidente donna dei Musei statali di Berlino

Assumerà l’incarico nel giugno 2025, dopo nove anni alla guida dei Musei statali di Dresda. Con circa 2.000 dipendenti la Prussian Cultural Heritage Foundation (SPK) supervisiona 15 musei berlinesi, oltre ad archivi, biblioteche e istituti di ricerca. In qualità di presidente i compiti di Ackermann includeranno la gestione di una revisione importante della fondazione, che una commissione indipendente ha giudicato in un rapporto del 2020 disfunzionale e strutturalmente sopraffatta. Ackermann, scelta all’unanimità, succede a Hermann Parzinger, presidente da 17 anni. Tra i rinnovamenti in corso, quelli del Pergamonmuseum, oggetto di una ristrutturazione pluridecennale, e la costruzione di un nuovo museo per l’arte del XX secolo, progettato da Herzog & De Meuron, il cui completamento è previsto per il 2027. «Marion Ackermann è un’eccellente direttrice di musei, esperta d'arte e stratega, con ottime relazioni sia a livello nazionale che internazionale, ha affermato Claudia Roth, ministro della cultura tedesco, sono certa che porterà a termine la riforma completa dell’SPK e che condurrà la fondazione verso un futuro sostenibile e di successo con straordinaria competenza, nuove idee e molta energia».

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Ari Emanuel, ceo di Frieze, invita Biden a non ricandidarsi

La critica all’Aspen Ideas Festival, dove Emanuel ha espresso rammarico per il fatto che nella Costituzione degli Stati Uniti non ci sia una clausola sull’età massima per la carica presidenziale. Ad di Endeavor, colosso dello sport e dell’intrattenimento che nel 2016 ha acquisito il 70% delle quote di Frieze, tra le più grandi fiere d’arte al mondo (con edizioni a Londra, New York, Los Angeles e Seoul), Emanuel ha espresso il proprio parere alla giornalista Tina Brown sul palco del festival la scorsa settimana, la mattina dopo il dibattito presidenziale della CNN ad Atlanta il 27 giugno, durante il quale Biden è apparso incapace di articolare chiaramente i suoi pensieri e, a volte, di finire le frasi. Da allora si è molto speculato sul fatto se Biden, 81 anni, sia idoneo per un altro mandato o se abbandonerà la corsa alla presidenza prima della Democratic National Convention di agosto. «Avevo un padre che è morto a 92 anni, ma a 81 gli ho portato via la macchina, ed è stata una prova molto semplice per me», ha affermato Emanuel tra i forti applausi al festival di Aspen, Colorado, come riportato da «The Hollywood Reporter». Emanuel è un sostenitore democratico di lunga data e suo fratello Rahm è stato capo dello staff del presidente Barack Obama, prima di diventare ambasciatore in Giappone per l’amministrazione Biden. Emanuel ha lanciato l’idea di trattenere i contributi alla campagna, insieme a un certo numero di donatori di alto profilo come la stilista Diane von Fürstenberg e la produttrice cinematografica Abigail Disney, per fare pressione su Biden affinché si faccia da parte.

03

Restaurata al Pantheon la Madonna Odigitria

Presentato ieri a Roma il restauro dell’icona nota come Madonna del Pantheon, realizzato dal Ministero della Cultura, in particolare dall’istituto Pantheon e Castel Sant’Angelo - Direzione Musei nazionali della città di Roma guidato da Massimo Osanna, d’intesa con il Capitolo della Basilica di Santa Maria ad Martyres. L’icona della Madonna del Pantheon, datata agli anni della consacrazione della Basilica, avvenuta nel 609 d.C., è stata restaurata dopo 63 anni dal primo e unico precedente restauro grazie ai fondi dello sponsor Bulgari. Un lavoro durato 8 mesi e caratterizzato da una campagna di studio e ricerca, da scelte diagnostiche e scientifiche innovative e dall’uso di tecnologie all’avanguardia. L’opera, realizzata a tempera su legno di olmo, è strettamente collegata dalla tradizione alla data del 13 maggio del 609 d.C., quando papa Bonifacio IV, ricevuto in dono il Pantheon dall’Imperatore bizantino Foca, decideva di consacrare il luogo a tutti i martiri cristiani e alla Vergine di Santa Maria ad Martyres. L’icona rappresenta la Madonna Odigitria, che in greco significa «colei che conduce», con la mano destra rivolta verso il Bambino, a indicare la via della salvezza e della verità. Nel 1961, dopo il restauro curato da Carlo Bertelli, fu collocata nella cappella interna della Basilica, la cosiddetta Cappellina d’inverno, per motivi di conservazione. Al centro dell’abside del Pantheon, proprio sopra l’altar maggiore, si trova invece ancora oggi la copia eseguita nel 1959 da Geneviève Garnier.

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Nuove ricerche sulla data di costruzione del Battistero di Firenze

Situato di fronte al Duomo di Firenze, il Battistero ottagonale di San Giovanni, con i suoi mosaici dorati sul soffitto disegnati da Cimabue e Coppo di Marcovaldo e le decorazioni interne ispirate al Pantheon di Roma, è un fulcro del proto-Rinascimento. Brunelleschi lo considerava un modello di eccellenza, mentre Dante lo descrisse nella Divina Commedia come «Il mio San Giovanni il bello». Prima del 1935, conteneva l’unica fonte battesimale di Firenze. Studiosi del XIII e XIV secolo sostenevano che fosse stato costruito dai Romani, come chiesa o tempio di Marte, prima che gli studi sulla sua muratura nel XX secolo suggerissero che fosse invece stato costruito durante il periodo medievale. Oggi, la maggior parte degli studiosi sostiene che il Battistero fu consacrato nel 1059 e che il suo fonte battesimale fu trasferito nel 1128 dopo il completamento dei lavori di costruzione. Elon Danziger, ex esperto di dipinti rinascimentali alla National Gallery di Washington DC ora residente a Firenze, suggerisce ora che il Battistero sia stato costruito nello stesso periodo delle chiese dei Santi Apostoli e di San Miniato al Monte di Firenze, entrambe costruite negli anni ’70 del 1000, citando somiglianze nei loro stili architettonici.

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Parziale riapertura del castello Al Qahira nello Yemen devastato dalla guerra

Gli interventi di emergenza sulla fortezza dell’XI secolo costituiscono un esempio e una speranza in un Paese in cui decine di siti storici risultano danneggiati o distrutti. La ONG spagnola Heritage for Peace ha completato i restauri di emergenza del castello di Al Qahira a Taiz, nello Yemen sud-occidentale, dopo che gli attacchi aerei della coalizione guidata dall’Arabia Saudita nel 2015 avevano reso la fortezza insicura. Risalente (si stima) all’XI secolo, il castello domina Taiz da altopiani rocciosi a circa 1.500 metri sul livello del mare. Reperti archeologici preislamici suggeriscono che le sue origini potrebbero essere più antecedenti. Lo Yemen ospita una delle civiltà più antiche del Medio Oriente. La sua storia comprende grandi imperi, come quello mineo, sabeo (la terra biblica di Saba), Ḥimyarite e la dinastia sasanide della Persia da circa il 1200 a.C. fino all’arrivo dell’Islam nel settimo secolo. Secondo un rapporto del 2018 stilato da Mwatana, almeno 34 siti erano stati danneggiati o distrutti, tra cui la Città Vecchia di Sana’a, sito Unesco, nonché musei, siti archeologici, cittadelle e siti religiosi.

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Al British Museum manca una sezione dedicata all’arte dell’Era glaciale

Insieme all’Ermitage  di San Pietroburgo, il British Museum è l’unica istituzione al mondo a  prendere in considerazione l’arte dell’Era glaciale, ma avrebbe bisogno di uno spazio adeguato e dedicato. I primi 30.000 anni circa di creazione di immagini umane, sono uno dei periodi più emozionanti della storia culturale, con scoperte che si susseguono a ritmo serrato. I Neanderthal creavano davvero immagini? C’è una Lascaux da scoprire in Africa? Ogni decennio le date sembrano tornare indietro di qualche migliaio di anni. Le immagini dell’Era glaciale sono spesso considerate separate dalla storia dell’arte. La maggior parte delle grotte (Chauvet, Lascaux, Altamira) sono off-limits e i piccoli utensili incisi in osso e avorio sono spesso molto fragili e raramente  concessi in prestito per le mostre. La terminologia eurocentrica  concepita per dividere l’Era glaciale in periodi (Aurignaziano, Gravettiano e così via) non aiuta. E tuttavia l’idea stessa di preistoria (parola giustamente evitata da alcuni specialisti) rende poca giustizia alla qualità parlante delle immagini dell’Era glaciale, che non solo si trovano all’inizio della storia dell’arte, ma che occupano oltre tre quarti di quella storia. Lo standard per una galleria permanente è offerto  dalla mostra del British Museum del 2013 «Ice Age Art: Arrival of the Modern Mind», curata da Jill Cook, conservatrice del dipartimento di preistoria. Una Galleria dedicata all’Era glaciale mostrerebbe anche la forza plasmatrice del clima sulla vita umana.

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In Tibet si studiano resti di Denisoviani sopravvissuti all’Era glaciale, mentre in Australia si data l’inizio della moda a 40mila anni fa

Secondo un nuovo studio pubblicato su «Nature», i resti ossei rinvenuti in una grotta tibetana a 3.280 metri di altitudine appartengono a un antico gruppo di esseri umani sopravvissuto qui tra 200mila e 40mila anni fa. «I Denisoviani sono una specie estinta del genere homo, che ha vissuto nello stesso periodo e negli stessi luoghi dei Neanderthal e dell’Homo sapiens. Solo una manciata di resti di Denisoviani sono mai stati scoperti dagli archeologi. Si sa poco del gruppo, incluso quando si estinsero, ma esistono prove che suggeriscono che si incrociarono sia con i Neanderthal che con l’Homo sapiens. Il nostro studio rivela nuove informazioni sul comportamento e l’adattamento dei Denisoviani sia alle condizioni di alta quota che ai climi mutevoli. Stiamo solo iniziando a comprendere il comportamento di questa straordinaria specie umana», spiegano gli archeologi su «Nature». In Australia, intanto, un team di ricercatori dell’Università di Sydney guidati dal professore Ian Gilligan, ipotizza che i primi aghi crunati, rinvenuti in Siberia e risalenti a circa 40mila anni fa, siano stati utilizzati per ornare gli abiti a fini sociali e culturali, segnando il passaggio dall’uso dell’abito come mezzo di protezione a espressione della propria identità. Gli aghi crunati sono i più iconici manufatti paleolitici dell’Età della Pietra, in precedenza punteruoli d’osso simili a pugnali erano utilizzate per creare abiti attillati.

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Scoperto a Cipro un luogo sacro di 4.000 anni

«È il più antico spazio sacro mai scoperto sull’isola di Cipro», afferma Luca Bombardieri alla guida degli scavi della missione italiana, l’Erimi Archaelogical Project dell’Università di Siena che da 15 anni svolge scavi a Cipro in collaborazione con le autorità cipriote e il nostro ministero degli Esteri. È una grande stanza di 4mila anni fa dove un braciere aveva il compito di illuminare per l’eternità un monolite, una pietra scura e liscia. Negli altri ambienti del grande atelier decine di persone filavano, tessevano e tingevano tessuti. Tra le scoperte, manufatti che saranno restaurati sul posto dove da tempo è attivo un centro con archeologi e restauratori italiani e studenti di varie Università non solo cipriote. E anche i resti di una ventenne ragazza di Erimi, con il cranio sfondato da una lancia o da un sasso. «Accanto a lei nessun oggetto di corredo, nulla che faccia pensare a una normale sepoltura. La porta della piccola abitazione, invece, è stata sigillata con cura, proprio come quella di una tomba. Siamo nell’Età del Bronzo Medio, tra il 2000 e il 1600 a.C. Con i suoi oltre 1000 metri quadrati tra laboratori, magazzini e grandi vasche per la tintura, l’atelier di Erimi occupava l’intera sommità di una collina sulla costa meridionale di Cipro, non lontano oggi dalla moderna città di Limassol», spiega Bombardieri all’Ansa.

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Arrival, la nuova fiera biennale a Berkshiresdal 2025

Una nuova fiera d’arte biennale, accessibile solo su invito, partirà a giugno 2025 nella regione dei Berkshires, nel nord-est degli Stati Uniti. Si chiama Arrival, la sua edizione inaugurale si terrà dal 13 al 15 giugno 2025 con 25 a 30 espositori a North Adams, Massachusetts, presso Tourists, famoso hotel a breve distanza in auto dal Massachusetts Museum of Contemporary Art (Mass Moca), dal Clark Art Institute e dal Williams College Museum of Art. Gli espositori saranno nominati dagli ambasciatori curatoriali della fiera, un gruppo composto da direttori istituzionali e curatori, molti dei quali hanno legami con la regione. Il processo di nomina inizierà ad agosto. Yng-Ru Chen, proprietario e amministratore delegato della Praise Shadows Art Gallery di Brookline è co-fondatore di Arrival,l insieme a Sarah Galender Meyer di Galender Art Advisory e Crystalle Lacouture, artista di Boston e North Adams e curatrice fondatrice di Tourists. Oltre al supporto degli Ambasciatori curatoriali, i finanziatori fondatori di Arrival sono i collezionisti David e Pamela Hornik e un collezionista anonimo che gestisce il Girlfriend Fund, che aiuta a sostenere i progetti degli artisti, tra cui mostre e pubblicazioni. Il 27 luglio un’anteprima delle atmosfere con tre espositori.

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Fuochi di artificio di Cai Guo-Qiang per PST Art del Getty

La terza edizione del PST Art del Getty inizierà il 15 settembre con «We are Explosion Event per PST ART (2024)» dell’artista cinese Cai Guo-Qiang: ambiziosa commissione di fuochi d’artificio diurni. Intorno e sopra il Los Angeles Memorial Coliseum, la nuova opera di Cai includerà più di 1.000 droni, alcuni dotati di pirotecnica, coreografati in collaborazione con un modello di intelligenza artificiale personalizzato che l’artista sta sviluppando dal 2017. Lo spettacolo inizierà al tramonto con l’accensione di quasi 10.000 mini-gusci di fuochi d’artificio installati in tutta la conca dei posti a sedere del Coliseum. Saranno presenti coloranti e pigmenti organici e sostenibili, al contrario dei tradizionali materiali per fuochi d’artificio. «Oggi, mentre l’umanità è alle prese con il rapido progresso delle tecnologie incarnate dall’intelligenza artificiale, la cultura e le arti sembrano particolarmente impotenti, ha affermato l’artista. Spero che “We are” rappresenti un grande gesto del mondo dell’arte che integra il virtuale con il reale nell’era dell’intelligenza artificiale, e anche una voce potente e un’azione decisiva in questi tempi turbolenti». Anche una delle mostre del programma sarà dedicata a Cai Guo-Qiang, si intitola «A Material Odyssey al Pacific Asia Museum», sarà allestita nella University of Southern California (USC) e sarà il frutto di un’analisi del Getty sull’uso della polvere da sparo nei disegni e dipinti di Cai.

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Anna Somers Cocks a Palazzo Madama per salvare Venezia

Mercoledì 10 luglio alle 17 appuntamento con la rinomata giornalista inglese, già presidente di Venice in Peril Fund nel 2000-12, per il convegno «Si può salvare Venezia?». Nell’ambito del programma di mostre, convegni, conferenze e giornate di studio, organizzate a Torino da Palazzo Madama in collaborazione con l’Unesco, una riflessione per evitare a Venezia di essere la prossima Atlantide alla fine del secolo. «L’analisi di Somers Cocks approfondisce come la diffusa incomprensione del ruolo delle barriere mobili, il Mose, ci abbia impedito di agire finora e che cosa si possa fare per riportare Venezia all’attenzione di questo e di tutti i governi futuri, oltre a come si possa rivoluzionare il modo di pianificare il futuro della città e come si finanziare il tutto», spiegano gli organizzatori. Venice in Peril Fund è un’associazione non profit che dal 1971 si occupa della salvaguardia del patrimonio artistico di Venezia e delle sue isole. Anna Somers Cocks è inoltre Socia dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti e commendatore dell’Ordine della Stella d’Italia per i servizi resi alla città di Venezia.

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Al Padiglione Italia della Biennale di Venezia due giorni di talk e performance

Si intitola «Meditazione in-azione (ascoltarsi)» il terzo appuntamento del Public Program del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia, curato da Luca Cerizza e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. «Workshop, talk e performance sulla capacità relazionale della dinamica sonora», spiegano gli organizzatori. Venerdì 12 luglio dalle 15,30 alle 18,30 quattro interventi di un’ora ciascuno: la docente e scrittrice Viola Carofalo ripercorrerà il pensiero di Simone Weil; Andrea Zanni, giornalista culturale e bibliotecario digitale, rileggerà invece la vita della poetessa Cristina Campo alla luce dell’influsso weiliano; a seguire, Veniero Rizzardi affronterà l’eredità dell’esperienza di John Cage nell’ambito dell’ascolto; infine la performance di Fabio Perletta «Siamo qui fermi, tra i fiori di gelso», che innescherà uno scambio circolare tra pubblico e paesaggio. Sabato 13 luglio, invece, 3 appuntamenti dalle 16 alle 18,30: Elena Biserna, storica dell’arte e curatrice indipendente si concentrerà sulle pratiche e gli approcci femministi legati al silenzio, al rumore e alla voce nello spazio pubblico; poi la docente Nina Sun Eidsheim presenterà una cassetta degli attrezzi dalla quale il pubblico può attingere per comprendere le proprie abitudini di ascolto; infine la performance di Samita Sinha e David Hamilton Thomson sulle vibrazioni della voce nello spazio vuoto.

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Scomparso André-Pierre Arnal

Si è spento domenica 7 luglio a Montpellier, aveva 84 anni. Nato nel 1939 a Nîmes, è stato un esponente del gruppo Supports/Surfaces negli anni Sessanta/Settanta, alla cui base vi era l’idea della funzione non rappresentativa della pittura. Il loro lavoro era piuttosto concentrato sugli elementi costitutivi dell’opera d’arte, due in particolare, il supporto e l’applicazione del colore.

Redazione, 09 luglio 2024 | © Riproduzione riservata