MERCOLEDÌ 15 MARZO 2023
NOTIZIE IN BREVE | 11 NOTIZIE
- 01 Nel 2024 per la prima volta un padiglione della Repubblica del Benin alla Biennale di Venezia.
- 02 Secondo uno studio recente, il dipinto «Leda e il cigno» di Wilton House non è di Cesare da Sesto, ma di Leonardo da Vinci.
- 03 Sempre a proposito di Leonardo: la sua mamma era una rifugiata venduta come schiava.
- 04 Un libro sul piviale due-trecentesco del Museo Civico Medievale di Bologna.
- 05 Il 25 marzo riapre la Quadreria del Palazzo Ducale a Venezia.
- 06 Luca Massimo Barbero curatore dell’Art Studio presso le Procuratie Vecchie a Venezia.
- 07 Dall’Ue l’esortazione a digitalizzare entro il 2030 monumenti e siti a rischio degrado.
- 08 I Musei Civici di Venezia ora sono «dog-friendly».
- 09 A partire da ieri 14 marzo è istituita la «BauhausCard».
- 10 A Palazzo Milzetti di Faenza è ora possibile un abbonamento annuale.
- 11 Mostre che aprono Antichi mosaici romani alla Centrale Montemartini.
Nel 2024 per la prima volta un padiglione della Repubblica del Benin alla Biennale di Venezia.
Il prossimo anno, per la prima volta, la Repubblica del Benin avrà un padiglione nazionale alla Biennale di Venezia, unendosi alla piccola ma crescente presenza di Nazioni africane alla mostra d’arte contemporanea più longeva del mondo. Secondo quanto annunciato il 13 marzo dal Governo del Paese africano, sarà Azu Nwagbogu, fondatore e direttore della fondazione non profit African Artists’ Foundation (Aaf) con sede a Lagos, a curare la mostra inaugurale. [Claire Voon]
Secondo uno studio recente, il dipinto «Leda e il cigno» di Wilton House non è di Cesare da Sesto, ma di Leonardo da Vinci.
È uscito questo mese sulla rivista online «Openscience.fr» lo studio «Léda et le Cygne de Léonard de Vinci à la Wilton House», scritto a sei mani da Annalisa Di Maria, esperta di Leonardo e specialista del neoplatonismo fiorentino, Jean-Charles Pomerol, dell’Univerisità della Sorbona e Nathalie Popis, esperta dell’applicazione delle matematiche nel settore artistico, studio secondo il quale il dipinto «Leda e il cigno» conservato alla Wilton House, dimora situata presso Salisbury, nel Wiltshire, non è, come si è ritenuto finora, opera di Cesare da Sesto, ma di Leonardo da Vinci. Il dipinto del maestro fiorentino con questo soggetto era finora considerata un’opera andata perduta. Secondo gli autori dello scritto, l’errore di attribuzione si è generato negli archivi francesi. Ma, si legge nell’abstract preliminare del trattato, «lo studio di quest’opera, di grande finezza, è caratteristico dello spirito scientifico di Leonardo, del suo attaccamento all’antichità greca e delle sue ferme convinzioni neoplatoniche». [Redazione]
Sempre a proposito di Leonardo: la sua mamma era una rifugiata venduta come schiava.
Un documento originale, ritrovato dallo studioso Carlo Vecce nell’Archivio di Stato di Firenze, riscrive la storia di Caterina, madre di Leonardo da Vinci: una giovane originaria dell’antica Circassia, regione del Caucaso, arrivata come schiava a Firenze e liberata con un atto scritto dal notaio Piero da Vinci, padre di Leonardo, il 2 novembre 1452. A rendere nota la questione è lo stesso Vecce che proprio da questo atto ha fatto partire la sua ricerca che lo ha portato poi a pubblicare con Giunti Il sorriso di Caterina, biografia romanzata della madre del maestro vinciano. Il libro viene presentato oggi al Museo Galileo di Firenze. [Ansa]
Un libro sul piviale due-trecentesco del Museo Civico Medievale di Bologna.
Tra gli oggetti conservati al Museo Civico Medievale di Bologna figura anche un piviale di manifattura inglese databile a fine XIII-inizi XIV secolo, capolavoro del cosiddetto «opus anglicanum», una raffinata tecnica applicata a complessi ricami molto diffusa a partire dal XIII secolo in tutta Europa. A ricostruire la storia di questo oggetto è il volume in lingua inglese The Bologna Cope: Patronage, Iconography, History, and Conservation, curato da Michael A. Michael, responsabile del progetto «Opus Anglicanum» dell’Università di Glasgow, libro pubblicato nel 2022 dalla casa editrice belga Brepols come secondo titolo della collana «Studies in English Medieval Embroidery». Il volume verrà presentato domani 16 marzo alle ore 17 nella Sala del Lapidario del Museo Civico Medievale di Bologna. Oltre al curatore Michael A. Michael, interverranno Massimo Medica (direttore Musei Civici d’Arte Antica di Bologna, settore Musei Civici), Giancarlo Benevolo (storico medievista, Musei Civici d’Arte Antica, settore Musei Civici) e Manuela Farinelli (restauratrice). [Redazione]
Il 25 marzo riapre la Quadreria del Palazzo Ducale a Venezia.
L’intervento è stato condotto dalla Fondazione Musei Civici di Venezia con la collaborazione e il supporto di Venice International Foundation. L’attuale riallestimento, che coinvolge la Sala della Quarantia Criminale, la Sala dei Cuoi e quella del Magistrato alle Leggi, si rifà a una tradizione dei primi decenni del ’600, quando all’interno del Palazzo si vollero esposte, accanto ai dipinti «istituzionali», opere «da cavalletto» provenienti da collezioni private. «In omaggio a quella secolare tradizione, si è deciso di dedicare», afferma Chiara Squarcina, responsabile della sede museale, «la Sala dei Cuoi all’esposizione di opere fiamminghe, tra le quali l’unica superstite di quelle offerte alla pubblica fruizione in Palazzo a partire dal 1615: quell’“Inferno” già attribuito al Civetta (Henry Met de Bles) e oggi più opportunamente ricondotto ad anonimo seguace di Bosch o il Cristo deriso di Quentin Metsys». [Redazione]
Luca Massimo Barbero curatore dell’Art Studio presso le Procuratie Vecchie a Venezia.
È lo storico e critico d’arte Luca Massimo Barbero il curatore dell’Art Studio che si trova all’interno della Casa di The Human Safety Net presso le Procuratie Vecchie a Venezia. Barbero sarà impegnato per i prossimi due anni in un progetto curatoriale in grado di tradurre la missione di The Human Safety Net (il movimento di persone che aiutano persone, presente in 24 Paesi, per liberare il potenziale di coloro che vivono in condizioni di vulnerabilità grazie a programmi dedicati a famiglie con bambini 0-6 anni e all’inclusione dei rifugiati grazie al lavoro e l’imprenditorialità) in una visione originale e innovativa. La prima installazione curata da Luca Massimo Barbero sarà opera dell’artista Arthur Duff. Intitolata «The Hungriest Eye. The Blossoming of Potential», verrà presentata durante una conferenza stampa in programma il prossimo 14 aprile alle 11.30. [Redazione]
Dall’Ue l’esortazione a digitalizzare entro il 2030 monumenti e siti a rischio degrado.
«Incoraggiamo i Paesi dell’Ue a digitalizzare tutti i monumenti e i siti a rischio di degrado entro il 2030». Lo ha sottolineato la Commissaria europea per la Cultura e l’istruzione, Mariya Gabriel, intervenendo all’evento «A Cloud for All». Lanciato a giugno 2022, il Cloud per il patrimonio culturale mira ad accelerare la digitalizzazione di tutti i monumenti, siti, oggetti e manufatti del patrimonio culturale. [Redazione]
I Musei Civici di Venezia ora sono «dog-friendly».
Da ieri 14 marzo i Musei Civici di Venezia sono diventati «dog-friendly» grazie all’accordo con Bauadvisor, portale di comunicazione e servizi dedicato al mondo dei cani e ai loro proprietari. Obiettivo: favorire l’accessibilità al patrimonio museale della città, a più ampie fasce di pubblico. Il servizio permetterà le visite in serenità affidando gli amici a quattro zampe a un team specializzato. A prenotazione effettuata, su web e su app, gli esperti del servizio dog-sitting entreranno in azione per tutta la durata della permanenza dei padroni all’interno del museo, anche portando il cane a passeggio nelle aree limitrofe. [Tina Lepri]
A partire da ieri 14 marzo è istituita la «BauhausCard».
I possessori della BauhausCard potranno visitare i nove siti più importanti del Bauhaus a Berlino, Dessau, Weimar e Bernau e immergersi nella storia della scuola di architettura e design più famosa del XX secolo. A Berlino, parteciperà il Bauhaus-Archiv/Museum für Gestaltung e i visitatori avranno ulteriore accesso allo spazio del progetto presso il Bauhaus-archiv temporaneo e il Bauhaus View Info Center. A Dessau, la BauhausCard consente l’ingresso gratuito all’Edificio del Bauhaus, alle Case dei Maestri del Bauhaus, al Bauhaus Museum Dessau e al complesso residenziale del quartiere Törten della città tedesca. A Weimar, i titolari della carta possono visitare gratuitamente la Haus Am Horn, il Museum Neues Weimar e il Bauhaus Museum Weimar. A Bernau, i visitatori sono invitati a visitare il Bauhaus patrimonio mondiale Unesco (in origine era la scuola sindacale Adgb di Bernau). [Redazione]
A Palazzo Milzetti di Faenza è ora possibile un abbonamento annuale.
A Faenza, dal 31 marzo parte una nuova bigliettazione a Palazzo Milzetti con la possibilità di un abbonamento annuale attraverso la «Carta Milzetti». Il suo acquisto (10 euro, o 4 euro per i giovani tra i 18 e i 25 anni) permetterà l’ingresso illimitato al palazzo per un intero anno a partire dalla data di acquisto, usufruendo del biglietto gratuito in occasione delle attività che verranno organizzate, come conferenze, visite guidate, presentazioni, concerti, spettacoli ed altro, attività che verranno comunicate trimestralmente sul sito del museo a partire dal mese di aprile. [Redazione]
Mostre che aprono Antichi mosaici romani alla Centrale Montemartini.
Alla Centrale Montemartini di Roma, originale e splendido museo poco noto al grande pubblico, si tiene la mostra «Colori dei Romani. Mosaici delle collezioni capitoline», con 16 opere appena restaurate, esibite, fino al IV secolo d.C., nelle Terme imperiali o nelle case patrizie. Simboli lussuosi che rappresentano, tra marmi colorati e rari integri mosaici, la storia di Roma attraverso i secoli. All’esposizione, visitabile dal 14 marzo al 25 giugno, promossa da Roma Culture e Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Claudio Parisi Presicce, Nadia Agnoli e Serena Guglielmi, si sono aggiunti i mosaici provenienti dalle Terme di Diocleziano: frammenti di tessellato a rara combinazione di marmi, porfidi, serpentino, portasanta, giallo antico, rinvenuti nel corso degli scavi del 1873 e finora quasi sempre nei depositi. Compare anche il grande mosaico con motivi vegetali e rari uccelli proveniente da un sepolcro della via Portuense. [Tina Lepri]