MERCOLEDÌ 29 MAGGIO 2024
NOTIZIE IN BREVE | 10 NOTIZIE
- 01 La prima biennale d’arte queer del mondo a Detroit
- 02 Un caso di chirurgia del cancro nell’antico Egitto?
- 03 Terminato il restauro della Cappella Brancacci. Trovate tracce di pigmento nell’affresco delle «Tentazioni di Adamo ed Eva»
- 04 «Paris+ par Art Basel» diventa «Art Basel Paris»
- 05 A Roma ci sarà un nuovo «parco archeologico urbano» sugli argini del Tevere di Roma antica
- 06 A Ferrara un nuovo museo per Michelangelo Antonioni
- 07 «Il Re fanciullo», un documentario su Franz Paludetto e sul Castello di Rivara
- 08 Gli archeologi scoprono anche i bunker del XX secolo
- 09 La Dal Negro produrrà carte da gioco personalizzate e in edizione limitata per la Burraco Society di Maurizio Cattelan e Paride Vitale
- 10 Addii | John Boardman
La prima biennale d’arte queer del mondo a Detroit
L’organizzazione artistica non profit Mighty Real/Queer Detroit (Mrqd) di Detroit sta lanciando la prima biennale d’arte queer al mondo. Il progetto si estenderà, dal 31 maggio al 30 giugno, in 11 gallerie e luoghi d’arte, presentando più di 800 opere di circa 170 artisti locali e statunitensi proprio durante il Pride Month. Intitolata «I Will Be Your Mirror: Reflections of the Contemporary Queer», la kermesse è sostenuta dall’Office of Arts, Culture and Entrepreneurship (Ufficio comunale per le arti, la cultura e l’imprenditorialità) della città. «Vogliamo sottolineare il ruolo dell’arte nel raggiungimento della visibilità personale e nella costruzione di un legame sociale, spiega Patrick Burton, direttore creativo e curatore di Mrqd. L’arte ha un potere di rispecchiamento e questo è particolarmente importante nella nostra comunità alla ricerca di affermazione». Burton è stato spinto dal crescente numero di tentativi di «cancellare» la visibilità queer negli Stati Uniti, attraverso leggi statali e locali che prendono di mira individui e giovani Lgbtqia, a fare qualcosa di più ampio e ambizioso. «Il nostro punto di vista è che l’arte è attivismo, dice, sotto qualsiasi forma di attacco, gli artisti si sollevano per portare un cambiamento».
Un caso di chirurgia del cancro nell’antico Egitto?
Un’équipe di ricercatori che ha studiato un teschio egizio di 4.500 anni fa ha identificato quello che potrebbe essere un primo caso di chirurgia del cancro. Conservato nella Duckworth Collection dell’Università di Cambridge, il cranio reca minuscoli segni di taglio, visibili al microscopio, che indicano che gli Egizi operavano i tumori o li esaminavano dopo la morte della persona. «È stata una scoperta sorprendente, afferma il paleopatologo Edgard Camarós dell’Università di Santiago de Compostela in Spagna, coautore della ricerca pubblicata sulla rivista “Frontiers”. All’inizio eravamo molto scettici quando abbiamo visto i segni di taglio al microscopio, anche se erano molto chiari. Ci è voluto un po’ per capire che stavamo visualizzando le prove di una pietra miliare nella storia della medicina». Il cancro non era compreso nell’antichità (era «un mistero medico», dice Camarós), ma gli antichi Egizi riconoscevano tumori e gonfiori. Il Papiro Edwin Smith, un testo medico datato intorno al 1600 a.C., potrebbe addirittura descrivere un caso di cancro al seno. L’indagine del team rivela che, sebbene gli Egizi non avessero alcun trattamento per il cancro, potrebbero aver tentato di operare la malattia.
Terminato il restauro della Cappella Brancacci. Trovate tracce di pigmento nell’affresco delle «Tentazioni di Adamo ed Eva»
La scoperta inedita, durante i restauri, ora terminati, della Cappella Brancacci a Firenze, è di un ricercatore del Cnr, Cristiano Riminesi: nell’affresco «Le tentazioni di Adamo ed Eva» di Masolino sono state trovate tracce di pigmento usate per dipingere un bosco e delle fronde che in parte coprivano le nudità. Per il momento non si sa a quando risalgano. «L’ipotesi probabile è che siano state dipinte in precedenza. Potrebbero essere anche opera dello stesso Masolino (1425) ma anche dipinte più tardi, verso il 1480, da Filippino Lippi, dice l’autore della scoperta. È stato essenziale, afferma Sara Penoni, una delle autrici dello storico restauro curato da Umberto Baldini, l’uso di tecniche altamente innovative e alla scansione di ogni parte del ciclo pittorico». Il Cnr ha partecipato al restauro con l’Opificio delle Pietre Dure, la Soprintendenza e il Comune.
«Paris+ par Art Basel» diventa «Art Basel Paris»
Il prossimo appuntamento parigino della fiera Art Basel, dal 18 al 20 ottobre 2024 (inaugurazione il 16 e 17 ottobre) cambia nome: non più «Paris+», utilizzato per le prime due edizioni della manifestazione al Grand Palais Éphémère ma Art Basel Paris, in linea con le altre fiere, da Miami Beach a Hong Kong e Basilea, per una maggiore coerenza e chiarezza. La location dell’esposizione, come annunciato, sarà il Grand Palais, riaperto per i Giochi Olimpici dopo tre anni di lavori di ristrutturazione (allargando così notevolmente le dimensioni della fiera). Il nuovo edificio ospiterà 194 gallerie. Ci saranno 189 stand, 5 dei quali saranno condivisi tra due espositori. «Con la riqualificazione del Grand Palais, stiamo perdendo un po' di spazio rispetto alla Fiac [che si teneva nel Grand Palais prima che la sede fosse chiusa per ristrutturazione e sostituita da Art Basel, Ndr]. Tuttavia, il numero di espositori è più o meno lo stesso, con 197 gallerie all'ultima Fiac, alcune con stand più piccoli. Quindi i nostri numeri sono più o meno gli stessi», afferma Clément Delépine, direttore di Art Basel Paris. Gli stand più grandi raggiungeranno i 77 metri quadrati, rispetto ai 66 del Grand Palais Éphémère.
A Roma ci sarà un nuovo «parco archeologico urbano» sugli argini del Tevere di Roma antica
Il Parco d’affaccio di Ponte Milvio, uno dei cinque che saranno realizzati in occasione del Giubileo lungo le sponde del Tevere, sarà anche una sorta di «parco archeologico urbano»: nel corso dei lavori sono stati riportati alla luce gli antichi argini del Tevere risalenti al I secolo a. C. in tufo, con un cippo che riporta i nomi dei magistrati che li realizzarono, ma anche un tratto dell’antica Via Flaminia con il tradizionale basolato imperiale, un tratto di sanpietrini del primo ’900 successivi alla realizzazione dei Muraglioni costruiti dopo la piena del 1870. «Questo che è stato ritrovato, ha dichiarato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, che il 28 maggio ha effettuato un sopralluogo, è un cippo con l’iscrizione riportata sui due lati per essere vista sia da chi andava per strada sia da chi navigava il fiume, e riporta la scritta con i nomi dei due censori, scritti invertiti sui due lati affinché nessuno primeggiasse. Si tratta di Publio Servilio Isaurico e Marco Valerio Messala, che nel 54, dopo una grandissima piena, tra i tanti interventi che fecero, delimitarono il confine tra la parte pubblica e la parte privata come a dire “non costruite troppo vicino al fiume”».
A Ferrara un nuovo museo per Michelangelo Antonioni
Il 31 maggio a Ferrara, nell’ormai «ex» Padiglione d’Arte Contemporanea di Palazzo Massari, si apre lo Spazio Antonioni, il nuovo museo dedicato al grande regista, che rilancia con slancio la missione di quello precedente, di minori dimensioni, chiuso al pubblico dal 2006. Michelangelo Antonioni (Ferrara, 1912- Roma, 2007), tra gli autori più iconici e innovativi del cinema internazionale fin dal suo esordio nel 1950, per mezzo secolo ha interpretato l’inquietudine e il disorientamento della società contemporanea, lasciando un segno indelebile nella storia della cinematografia e un patrimonio di 47mila tra documenti, oggetti e pellicole, patrimonio acquisito dal Comune alla metà degli anni ’90, e fino ad ora pressoché celato. La volontà del regista e della moglie Enrica Fico era però quella di renderlo accessibile. Adesso, finalmente, il «pittore dello schermo» (così lo ha definito Wim Wenders, membro del comitato d’onore costituito a sostegno del progetto) avrà non solo un archivio consultabile online ma anche un ampio e scenografico spazio permanente, concepito per celebrare la sua originale produzione cinematografica e per sottolineare l’influenza che la peculiarità delle sue scelte espressive continua a esercitare anche in altri ambiti creativi come letteratura, fotografia e musica. Il progetto, a cura di Dominique Païni già direttore della Cinémathèque Française, è stato sviluppato dal Servizio Musei d’Arte del Comune di Ferrara e dalla Fondazione Ferrara Arte.
«Il Re fanciullo», un documentario su Franz Paludetto e sul Castello di Rivara
Alessandra Lancellotti, giovane artista, ha realizzato un omaggio a Franz Paludetto, gallerista di arte contemporanea scomparso lo scorso maggio. Il documentario-fiaba dal titolo «Il Re Fanciullo» presentato in prima mondiale a DocLisboa 21 e in prima italiana al Bellaria Film Festival 42, arriva a Torino il 29 maggio alle ore 21.00 come appuntamento di «Il Mestiere delle Arti» del Cinema Massimo, in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte, Archivio Nazionale del Cinema di Impresa e Piccolo Cinema. La proiezione si pone come momento di riflessione sulla stagione di arte e mecenatismo che si è chiusa con la morte sua e del figlio Davide. Il film, ambientato tra le stanze del Castello di Rivara, restituisce il connubio tra arte e vita che la figura eclettica di Paludetto veicolò attraverso l’edificio stesso, rendendolo sede di residenze artistiche. Il risultato è uno scavo storico e intimo, un viaggio nella materia stessa di cui sono fatte le immagini e la memoria. Ad introdurre la visione, la regista ed Enrico Masi in dialogo con Paolo Manera e Grazia Paganelli.
Gli archeologi scoprono anche i bunker del XX secolo
Durante la manutenzione ordinaria delle dune di terra e sabbia del Director-General Willemspark di Knokke-Heist, in Belgio, sono tornati alla luce resti di strutture relative alla Seconda guerra mondiale. Nella fattispecie, sono stati scoperti tre bunker sepolti, oltre a trincee, munizioni e a vaste macerie. Il sito del parco, che si estende per 20 ettari, aveva ospitato una fortezza tedesca durante le invasioni delle Fiandre nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale. «Nel parco c’erano anche due batterie di artiglieria della Prima guerra mondiale, ha dichiarato alla stampa l’archeologo Sam De Decker. I bunker (tedeschi) e le altre strutture belliche che abbiamo trovato sono stati costruiti a partire dal 1942 e risalgono tutti alla Seconda Guerra Mondiale».
La Dal Negro produrrà carte da gioco personalizzate e in edizione limitata per la Burraco Society di Maurizio Cattelan e Paride Vitale
La Burraco Society è un gruppo fondato dall’artista Maurizio Cattelan e dall’imprenditore della comunicazione e televisivo Paride Vitale (da sempre appassionati del gioco del burraco), gruppo che organizza tornei di questo gioco con ospiti d’eccellenza, in luoghi che variano di volta in volta. La Society ha fatto realizzare un mazzo di carte speciale per queste occasioni, che riproduce il volto dei due ideatori. Dal Negro, azienda storica attiva da 95 anni nella produzione di carte da gioco, è stata scelta come partner ufficiale del progetto. Per l’occasione, la ditta trevigiana ha prodotto mazzi di carte da gioco personalizzate in edizione limitata che ritraggono, al posto dei jolly, i volti di Vitale e Cattelan. Le carte verranno utilizzate nel corso delle serate e consegnate al vincitore del torneo insieme a un set portacarte della storica boutique Pineider.
Addii | John Boardman
Il Classical Art Research Centre di Oxford ha annunciato la scomparsa all’età di 96 anni di Sir John Boardman (20 agosto 1927- 23 maggio 2024), archeologo britannico di fama mondiale specializzato in archeologia classica. Tra i suoi principali interessi di studio l’arte greca arcaica e classica con una particolare predilezione per la ceramica attica (famosi i suoi libri tradotti in più lingue sui vasi ateniesi a figure nere e sui vasi a figure rosse sui quali si sono formate generazioni di archeologi), le gemme incise oltre che la scultura. Dopo gli studi alla Chigwell School nell'Essex e al Magdalene College di Cambridge e campagne di scavo in Grecia e in Libia, Boardman è vicedirettore della British School di Atene (1952-55). Nel 1959 è lettore di archeologia classica a Oxford e nel 1978 è Lincoln Professor di Archeologia e Arte classica all’Università di Oxford. Autore di numerosi libri e articoli, Boardman ha dato un imponente contributo al colossale Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae e alla formazione dell'Archivio Beazley dopo la morte di Sir John Beazley nel 1970.