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Paula Rego nel suo studio nel 2021 © Nick Volendo

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Paula Rego nel suo studio nel 2021 © Nick Volendo

Addio a Paula Rego

Scomparsa a Londra all'età di 87 anni l'artista anglo-portoghese, figura chiave del collettivo The London Group e protagonista alla Biennale di Venezia di quest'anno

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Tom Seymour

Museums Editor at The Art Newspaper Leggi i suoi articoli

Paula Rego, una delle più apprezzate artiste britanniche e membro chiave del movimento London Group, è morta a Londra a 87 anni dopo una breve malattia. In un comunicato, la sua galleria Victoria Miro ha dichiarato: «Paula Rego è morta serenamente questa mattina, dopo una breve malattia, nella sua casa a nord di Londra, circondata dalla sua famiglia. I nostri pensieri più sentiti sono rivolti ai suoi figli, Nick, Cas e Victoria Willing, e ai suoi nipoti e pronipoti».

Maria Paula Figueiroa Rego è nata il 26 gennaio 1935 in una casa cattolica di Lisbona, in Portogallo. Il padre era un ingegnere e un attivista antifascista, mentre la madre era un’artista. Sebbene Rego abbia iniziato a disegnare in modo prodigioso all’età di quattro anni, in seguito ha raccontato che la madre non l’ha mai incoraggiata nella sua carriera di artista.

Da bambina, i suoi genitori vivevano tra Frinton-on-Sea (Inghilterra) e Lisbona, lasciando Rego alle cure della nonna anziana, di una prozia affetta da disturbo bipolare, di una serie di domestiche e di una governante violenta, Donna Violetta. La nonna le raccontò molte delle fiabe folkloristiche che in seguito sarebbero diventate una componente fondamentale del suo lavoro. Si trasferì nel Regno Unito per frequentare la scuola prima di iscriversi alla Slade School of Fine Art di Londra, dove studiò arte dal 1952 al 1956.

Rego sarà ricordata come una figura centrale del London Group, organizzazione radicale di pittori britannici che comprende David Hockney, Frank Bowling e Frank Auerbach, a cui aderì ufficialmente nel 1965. All’inizio, però, l’artista ha faticato a farsi conoscere e ha ottenuto la prima mostra importante in Gran Bretagna solo nel 1987. In Paula Rego: The Forgotten, libro pubblicato nel marzo di quest’anno, Tracey Emin chiede a Rego se si sia mai sentita poco apprezzata nel corso della sua vita: «Mi sono sentita frustrata e al verde. Era un enorme sollievo ogni volta che vendevo un quadro».

I dipinti di Rego fanno spesso riferimento alla sua infanzia a volte solitaria a Lisbona, alle sue esperienze di giovane madre a Londra e alla turbolenta storia moderna del Portogallo. Anche l’impatto della dittatura dell’ex presidente portoghese António de Oliveira Salazar è spesso esplorato nei suoi dipinti. Tuttavia, si parla di Rego come di una «realista magica». Nei suoi quadri s’intrecciano mitologia portoghese, scene tratte da libri di fiabe popolari e rievocazioni d’iconografie religiose; una reminiscenza del senso di colpa cattolico e della paura del diavolo che provava da bambina. In questo modo, codifica le sue opere proiettandole al di là della mera figurazione e dell’autobiografia.

Parlando con la pittrice zimbabwese Kudzanai-Violet Hwami per The Forgotten, Rego ha analizzato la propria personalità di artista emergente. «Sono sempre stata molto timida. C’erano molte cose di cui non avrei parlato nella vita reale, ma nei miei dipinti potevo fare qualsiasi cosa. Nei quadri è permesso. È un tale sollievo. In ogni caso, nessuno venne ad arrestarmi».

Rego ha realizzato raramente autoritratti e per gran parte della sua carriera si è dedicata alla pittura a olio. In seguito, però, si è dedicata al pastello, lavorando sempre più sulla scia di artisti britannici come Francis Bacon. Dopo una caduta nel 2017, Rego ha creato una serie di disegni monumentali a pastello del suo volto livido, riflettendo brutalmente sul suo corpo contuso. I disegni a pastello sono stati esposti da Victoria Miro con grande successo di critica.

A Venezia, in concomitanza con la Biennale, Victoria Miro ha dedicato uno spazio espositivo interamente al suo lavoro. La mostra «Secrets of Faith» (fino al 18 giugno) comprende un dipinto di Rego intitolato «Descent from the Cross» (2002) che per molti anni è stato appeso sopra il suo letto. Facendo riferimento all’arte cristiana che raffigura la vita della Vergine Maria, il dipinto mostra Rego come una giovane donna che sollevato il corpo emaciato del suo defunto marito, l’artista Victor Willing. Morì di sclerosi multipla nel 1988 all’età di 60 anni, dopo aver sofferto della malattia per 20 anni. Rego conobbe Willing, di origine egiziana, nel 1953. Lei aveva 18 anni e lui 25; entrambi erano studenti allo Slade.

Una sala interamente dedicata all’arte di Rego era anche al centro di «The Milk of Dreams» (fino al 27 novembre), la mostra principale della Biennale curata da Cecilia Alemani. Nel 2010, Rego è stata nominata Dama dell’Impero Britannico per i servizi resi alle arti nell’ambito della Queen’s Birthday Honours. Nel 2004, il Presidente del Portogallo le ha conferito il prestigioso Grã-Cruz da Ordem de Sant’Iago da Espada. Le sopravvivono i figli Nick, Cas e Victoria Willing, oltre ai nipoti e ai pronipoti.

L’anno scorso Rego ha ottenuto una grande retrospettiva alla Tate Britain ed è stata la prima artista in residenza alla National Gallery di Londra. In un’intervista rilasciata nel 2019 Rego ha dichiarato: «Gli esseri umani hanno sempre sentito il bisogno di creare e di lasciare un segno; lo hanno fatto persino sulle pareti delle caverne. La grande arte rivela qualcosa di noi. È il meglio che possiamo fare».
 

Paula Rego nel suo studio nel 2021 © Nick Volendo

Tom Seymour, 08 giugno 2022 | © Riproduzione riservata

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