Fino al 14 maggio nella «Project Room» il MAMbo-Museo d’Arte Moderna di Bologna approfondisce alcuni aspetti della produzione di Pablo Echaurren (Roma, 1951) che proprio a Bologna vennero sviluppati nel 1977 presso la galleria San Luca. «Viola! Pablo Echaurren e gli indiani metropolitani», a cura di Sara De Chiara, riunisce un’ampia serie di lavori provenienti dall’archivio romano dell’artista e in parte mai esposti.
Il percorso, allestito dalla curatrice con lo studio Ab Rogers Design di Londra, si sviluppa ricollegandosi idealmente con l’esposizione bolognese esponendo in primis alcuni celebri «quadratini» di Echaurren, ossia quelle piccole griglie dipinte a smalto oppure ad acquarello riportanti alcune sfaccettature del mondo fenomenico o vignette inventate dall’artista stesso.
Queste griglie che l’autore aveva iniziato a produrre all’inizio del decennio, dominato dall’influenza del suo maestro Gianfranco Baruchello, sono composte da linee tratteggiate collegabili probabilmente ai segni grafici tipici del fumetto o dei bordi dei francobolli. I confini in queste opere sono dunque porosi, «aperti», con le immagini che teoricamente potrebbero smontarsi e rimontarsi all’infinito.
La rassegna approfondisce anche un altro aspetto fondamentale del lavoro di Echaurren: il suo rapporto nel contesto bolognese della controcultura del ’77 attraverso una selezione di lavori realizzati nel 1977-78 come le pagine di «Lotta Continua», giornale con cui l’artista collaborava, di collage, fanzine e illustrazioni ispirate a quegli avvenimenti sociali. La rassegna, il cui titolo invita a «violare» barriere e limes, si conclude con alcuni assemblage raccolti in scatole realizzate nell’ultimo triennio e legate alle scoperte scientifiche relative all’uomo di Neanderthal.