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Il Labirinto della Masone rilancia l’artista mantovano, «oscurato» durante il fascismo, con cinquanta opere, messe a confronto con altre di Bresciani da Gazoldo, Hayez, Cagnaccio, de Chirico e Morandi
- Stefano Luppi
- 05 maggio 2023
- 00’minuti di lettura


«Nudo su velluto rosso con tenda verde» (anni ’30), di Ugo Celada da Virgilio (particolare)
Celada da Virgilio, enigmatico e dimenticato
Il Labirinto della Masone rilancia l’artista mantovano, «oscurato» durante il fascismo, con cinquanta opere, messe a confronto con altre di Bresciani da Gazoldo, Hayez, Cagnaccio, de Chirico e Morandi
- Stefano Luppi
- 05 maggio 2023
- 00’minuti di lettura
Stefano Luppi
Leggi i suoi articoliUgo Celada (1895-1995), detto «da Virgilio» per il luogo di nascita in provincia di Mantova, Cerese di Virgilio (oggi Borgo Virgilio), può essere avvicinato ai modi artistici di Cagnaccio di San Pietro, di Antonio Donghi e di altri, anche se oggi il suo nome a molti non dirà tanto a differenza degli altri citati, maestri nel Realismo classico di cent’anni fa. Celada, però, in vita divenne molto noto da giovanissimo, soprattutto grazie alla presenza costante alla Biennale di Venezia (tre edizioni: 1920, ’24 e ’26), a cui associa partecipazioni alla Quadriennale e alla Permanente di Milano, ed entra nell’universo di Margherita Sarfatti che al tempo sosteneva gli artisti della corrente Novecento.
L’artista mantovano, però, firmò nel 1931 un manifesto antinovecentista, contro il monopolio della cultura durante la dittatura fascista, apparso sul periodico «Il Regime Fascista». Fu probabilmente quello l’episodio che lo isolò dal sistema artistico e lo fece dimenticare per decenni. Ugo Celada morì centenario a Varese, ma dieci anni prima della fine il suo lavoro tornò a circolare grazie alla diffusione della donazione di 56 opere del pittore al Museo Virgiliano di Pietole (Mn), che nel 1997 aprì definitivamente e ancora oggi è il principale luogo per analizzarne la produzione.
Dal 7 maggio al 17 settembre si aggiunge un’ulteriore occasione per approfondirne la conoscenza, la mostra «Ugo Celada da Virgilio. Enigma antico e moderno», a cura di Cristian Valenti e visibile nel Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci: il percorso è composto da 50 opere, messe a confronto con altre di Bresciani da Gazoldo, Hayez, Cagnaccio, de Chirico e Morandi, e che affrontano i principali soggetti del pittore, dagli affetti familiari ai nudi, dai ritratti alle nature morte.
La prima parte è dedicata agli anni della formazione con i suoi dipinti dalla dimensione intima legata al Realismo magico, mentre la seconda si concentra su ritratto e figura umana. La terza parte, infine, propone paesaggi e nature morte, un soggetto meno frequentato da questo «redivivo» interessante artista.

«Nudo su velluto rosso con tenda verde» (anni ’30), di Ugo Celada da Virgilio (particolare)