Il Mausoleo di Augusto in 3D

Ricostruita virtualmente la grandiosa tomba del primo imperatore romano

Prospetto principale del Mausoleo di Augusto
Edek Osser, Tina Lepri |

Roma. Dopo l’abbandono e una progressiva distruzione durata secoli, i resti quasi irriconoscibili di uno dei più spettacolari monumenti dell’antica Roma, il Mausoleo di Augusto, stanno rivelando agli studiosi come e a quale scopo l’imperatore lo aveva eretto nel 29 a.C. Per molti anni grazie a scavi, ricerche e studi, l’archeologa Paola Virgili, docente all’Università di Roma Tre, e l’architetto Alberto Mancini hanno esaminato ogni pietra, ogni frammento, il significato di ogni struttura e anche gli importanti documenti storici e l’iconografia, ad esempio lo storico schizzo di Baldassarre Peruzzi del 1519.

In base a questi studi accurati, i due specialisti hanno quindi ricostruito virtualmente e tradotto in immagini tridimensionali la sintesi del loro lavoro visibile sul canale YouTube «Il Mausoleo di Augusto» in Campo Marzio. La loro ipotesi è sostenuta da prove concrete che hanno convinto archeologi come Andrea Carandini, tra i massimi esperti di antichità romane. Un’anteprima non completa della ricostruzione era stata pubblicata nel volume Atlante di Roma antica curato proprio dallo stesso Carandini (Electa 2012).

Paola Virgili e Alberto Mancini hanno ora ridisegnato il probabile vero aspetto esterno, la struttura interna del monumento e individuato il progetto «politico» e forse «astrologico» finale della sua costruzione. Hanno quindi corretto e modificato, sulla base di concreti dati scientifici, le precedenti e superate ricostruzioni proposte da storici e archeologi: R. A. Cordingley, I. A. Richmond, A. M. Colini, G. Gatti, H. von Hesberg.

Divino Augusto
Fino ad anni recenti si pensava che il mausoleo nascondesse una tomba ipogea, sul modello dei tumuli etruschi. La Virgili e Mancini dimostrano invece che la sepoltura dell’imperatore non è sotto terra, e che tutto il monumento non doveva servire solo a contenere le ceneri di Augusto ma a celebrarne ufficialmente la natura divina. In cima al monumento, la camera funeraria in un piccolo tempio e sopra alla cupola a 44,4 metri d’altezza, in trionfo su Roma, la sua statua in bronzo dorato.

L’edificio, come ricostruito da loro nel video su YouTube, è circolare, decorato all’esterno con 48 archi dorici lungo una circonferenza di ben 279 metri. All’interno, tre corridoi concentrici con mura possenti, spesse 5 metri, per sostenere il peso dei piani superiori e del terrapieno a giardino, oggi scomparsi. Al centro del mausoleo una scala elicoidale portava alla sommità. Nel primo video sul web, Mancini spiega i motivi tecnici che rendono necessaria una nuova e diversa ricostruzione della forma e della struttura.

Questi i punti salienti: il montaggio della trabeazione lungo la circonferenza del monumento dimostra la presenza di un «ordine» esterno; l’esistenza di due gallerie in blocchi di travertino, con volte anulari uniche al mondo, è resa evidente dalla misurazione dei conci e dagli scavi all’interno e infine si conferma la collocazione della scala a spirale già citata da Giovanni Battista Piranesi. Tutto il mausoleo, spiega Paola Virgili, era concepito come parte del grande piano urbanistico di Augusto per il Campo Marzio: Pantheon, Ara Pacis, Orologio solare e Mausoleo erano i cardini di quel progetto.

Un obelisco egizio (oggi davanti a Montecitorio) con la sua ombra segnava l’ora su un’enorme meridiana ancora visibile sotto un palazzo in via di Campo Marzio e in piccola parte sotto la Chiesa di San Lorenzo in Lucina. Si stanno ancora studiando i possibili rapporti tra i diversi monumenti di Campo Marzio. Centrale il ruolo del Pantheon, voluto da Augusto nel 27 a.C. nel punto in cui si credeva che Romolo, deificato, fosse asceso al cielo. In quel tempio dedicato a tutti gli dèi, spiega Paola Virgili, ogni 21 aprile, giorno della nascita di Roma, un quarto d’ora prima del mezzogiorno solare un fascio di luce penetrava dall’apertura rotonda della cupola del tempio e illuminava il suo portale.

A mezzogiorno, la luce del sole colpiva la cella funeraria e la statua dell’imperatore in cima al mausoleo. L’archeologa ha calcolato come fosse possibile ad Augusto assistere in sequenza a questo effetto luminoso percorrendo in circa 16 minuti i 739 metri dal Pantheon al Mausoleo, una «strada di luce» in quel giorno di grande festa per Roma che portava alla sua statua dorata. Così Augusto si proclamava nuovo fondatore di Roma.

L’area intorno al mausoleo
Oggi il Mausoleo di Augusto aspetta nuovi importanti interventi strutturali al suo interno e sulla piazza che lo circonda. Rimosse da poco le impalcature, al termine di due anni di lavoro per restauri e messa in sicurezza per circa 10 milioni di euro da Roma Capitale e Mibact, l’intera area resta ancora chiusa al pubblico. Era in programma un’apertura parziale in primavera, ma tutto è rimandato.

Sono previsti una copertura in vetro della parte centrale e un museo sponsorizzati da Tim. Si aspetta poi il via alla ristrutturazione dell’intera area che circonda il mausoleo secondo il progetto dell’architetto Francesco Cellini, vincitore della gara d’appalto internazionale nel 2006 (spesa prevista 8 milioni di euro). Direttore tecnico archeologo dell’impresa che eseguirà questo grande lavoro è proprio Paola Virgili. Ci vorranno circa due anni e appena possibile avrà inizio la prima fase, gli scavi archeologici.

Una parte della grande piazza pavimentata davanti al monumento sarà quella di epoca romana, già nota, che verrà rimessa in luce. Due grandi scalinate scenderanno verso la piazza, sette metri sotto l’attuale piano stradale: una dall’abside della Chiesa di San Carlo al Corso, l’altra di fronte, dal lato del Tevere, a creare una specie di anfiteatro, con la piazza futuro palcoscenico di spettacoli all’aperto.

© Riproduzione riservata Un render dell’area intorno al mausoleo