Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Luana De Micco
Leggi i suoi articoliParigi. Per la prima volta in Francia, la singolare opera di Niels Hansen Jacobsen, ispirata alle leggende scandinave e ai miti nordici, è presentata al Musée Bourdelle dal 29 gennaio al 31 maggio. Lo scultore e ceramista danese (Vejen, 1861-1941), formatosi all’Accademia reale di Copenaghen e sugli insegnamenti di Berthel Thorvaldsen, si trasferì a Parigi nel 1892, dopo aver viaggiato tra Germania e Italia. Si stabilì alla Cité Fleurie, un «villaggio di chalet» destinato a residenza di artisti nel cuore di Montparnasse.
Vissero lì tra gli altri anche Gauguin e Modigliani. Jacobsen vi incontrò alcune grandi figure del Simbolismo, lo scultore Jean Carrière, l’incisore Eugène Grasset e il ceramista Paul Jeanneney. Lo raggiunsero anche altri artisti danesi, come i pittori Axel Hou e Jens Lund. A Parigi Jacobsen restò dieci anni ed è a questo periodo che è dedicata la mostra «Gli strani racconti di Niels Hansen Jacobsen. Un danese a Parigi».
Nei suoi lavori, che come osserva il museo «presentano un forte gusto per il bizzarro, l’ambiguo e il macabro», tornano i leggendari troll scandinavi e rappresentazioni della morte e delle ombre. Alcune delle opere esposte, come «Maschera dell’Autunno» (1896-1903), «La Sirenetta» (1901), ispirata alla favola di Andersen, e le opere in ceramica, arrivano dal museo della città natale di Jacobsen.
Altri articoli dell'autore
Al Musée Jacquemart-André una trentina di dipinti del pittore francese in dialogo con opere di suoi contemporanei: «Lo pseudocaravaggismo di de La Tour è diverso perché la dimensione spirituale della sua pittura è molto più astratta»
In attesa della grande mostra sul Minimalismo, alla Bourse de Commerce-Pinault Collection la prima personale in Francia dell’artista brasiliana
Dal Trecento a Batman, dal Revival ottocentesco al punk, da Brassaï a Delvoye, al Louvre-Lens è sottolineata l’attualità di uno stile capace di rispondere ai tormenti, alle angosce e ai desideri trasgressivi di epoche diverse
Al Petit Palais di Parigi una rilettura critica della produzione dell’artista a 300 anni dalla sua nascita