«Elena» (1812) di Antonio Canova, modello in gesso con i chiodi per riprodurre le proporzioni nel marmo

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«Elena» (1812) di Antonio Canova, modello in gesso con i chiodi per riprodurre le proporzioni nel marmo

Le donne ideali di Canova

Alla Gam genesi ed evoluzione dei busti femminili del «novello Fidia»

Dal 25 ottobre al 15 marzo la Galleria d’Arte Moderna-Gam offre un importante tributo ad Antonio Canova (1757-1822), soffermandosi per la prima volta sulla genesi e l’evoluzione di quei busti solo femminili, contesi dal miglior collezionismo europeo, che lo scultore battezzò «teste ideali».

Curata da Omar Cucciniello e Paola Zatti e prodotta da Milano-Cultura, Gam ed Electa, la mostra «Canova. I volti ideali» riunisce 39 esempi (24 di Canova) di questo genere ideato dal «novello Fidia» verso il 1810, quand’era al culmine di una carriera planetaria, e portato avanti con grande successo fino alla fine.

Si tratta di opere spesso eseguite senza commissione, forse scaturite delle riflessioni per il ritratto idealizzato di Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone e granduchessa di Toscana, da cui derivò il modello per la musa «Clio», donata alla contessa d’Albany, e per la fortunatissima (celebrata anche da Lord Byron) e più volte replicata da Canova «Elena», realizzata per Isabella Teotochi Albrizzi, la nobildonna amata (anche) da Ugo Foscolo, autrice nel 1809 del primo catalogo illustrato e completo delle opere di Canova.

A questi volti dai tratti ideali, sempre sottilmente variati da Canova, in cui la lezione dei classici s’intrecciava con l’osservazione della natura, sarebbe presto seguita l’immagine, depurata ed essenziale, della «Vestale», replicata da Canova in tre marmi (conservati alla Gam di Milano, alla Fondazione Gulbenkian di Lisbona e al Getty Museum di Los Angeles), riuniti qui per la prima volta.

Seguono, in mostra, le teste ideali ispirate all’arte rinascimentale, dalla «Laura» per Lord Cavendish a «Beatrice» ed «Eleonora d’Este», fino a quelle di tema «astratto», come la «Filosofia» o «Saffo» e «Corinna» (mai esposta in Italia, come «La Musa»), incarnazioni della poesia. Con esse sono in mostra sculture classiche, opere di Wildt e una rilettura contemporanea, di Giulio Paolini, dell’opera di Canova. La mostra si svolge a pochi passi dalle Gallerie d’Italia, dove si tiene l'esposizione «Canova e Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna», aperta anch'essa fino al 15 marzo.

«Elena» (1812) di Antonio Canova, modello in gesso con i chiodi per riprodurre le proporzioni nel marmo

Ada Masoero, 24 ottobre 2019 | © Riproduzione riservata

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